CALCIOMERCATO

Presente a Praga l’agente di Giovinco. L’attaccante è in scadenza a giugno e…

E adesso il mercato: quell’universo indecifrabile nel quale un indizio, perdoni Agata Christie, diviene immediatamente una prova; perché tra le brume di Praga, in quall’atmosfera magica e un po’ favolistica, le sagome inducono al sospetto. Il calcio non ha certezze, men che meno quando si avvicinano date canoniche: ma se Andrea D’Amico, nel suo elegante dolce vita, con cappotto di cachemire, s’aggira a Praga e nei dintorni, e alle tre del pomeriggio esce dal ristorante Sansho, che sta ad un sospiro dal ritiro del Napoli, il diritto-dovere di pensare «male», come diceva Andreotti, è inevitabile. Manca niente, un giro di giostra, e sarà gennaio, e si potrà discutere amichevolmente o anche animosamente: saranno perlustrazioni, o analisi conoscitive, però sarà anche Sebastian Giovinco (28 tra due mesi scarsi), un’idea mica una trattativa.

LE ESIGENZE. Ricapitolando, facendo anche il riassunto delle puntate precedenti: al Napoli servono uomini da sistemare tra le linee, talenti che arricchiscano l’organico ed anche italiani che assecondino nel nuove norme, in partenza dal primo luglio del 2015. Giovinco va in scadenza, non ha ancora cominciato a dialogare seriamente con la Juventus ed il suo manager è Andrea D’Amico che, ma guarda un po’, ha deciso di andare a vedere la partita di Praga: sarà pure una semplicissima, banalissima coincidenza, ma intanto è nei fatti e va registrata come tale, senza scartare opzioni future, tenendo presente che il profilo del calciatore è in linea con i parametri tecnici del Napoli, che anche le necessità – allo stato attuale – possono rappresentare un energizzante.

LE IPOTESI. La prima scelta, quella però immediata, che riguarda il campionato in corso, spinge a credere che Manolo Gabbiadini (23 appena compiuti) abbia qualche priorità, poi dipenderà dalla Sampdoria, poi dovrà anche intervenire la Juventus, che è comproprietaria, poi bisognerà incastonare i pezzettini di un mosaico che non è di semplicissima composizione. Ma Gabbiadini ha nelle corde ciò che chiede Benitez ai suoi calciatori destinati a vivere tra le linee: fa la fase attiva ed offensiva, fa quella passiva e difensiva, ha autonomia atletica, ha sensibilità tecnica, ha però costi da far venire la pelle d’oca, perché si parte da sedici milioni di euro. E comunque lunedì si gioca e per il momento non se n’è parlato: sono partiti quelli che nel gergo vengono ritenuti messaggi subliminali, io so che tu sai che io voglio, e quando arriverà il momento, prima di Natale e dopo la sfida di Marassi, ci potrà (si potrebbe) cominciare a conoscersi meglio. Poi ci sono matrimoni che s’hanno da fare e Gabbiadini rientra le possibilità.

LA SORPRESA. Giovinco ha invece prospettive: va in scadenza a giugno prossimo, dunque potrebbe essere prenotato da febbraio e poi acquistato successivamente; non richiese esborso di danaro ed è un bel vantaggio; e certo che poi si ritrovi con un ingaggio da top club, quale è la Juventus, ma questa è un’altra storia. Per la cronaca, da non separare dalle opinioni, il Napoli aveva pensato a Giovinco qualche anno fa, quando ancora non c’era Benitez: ci fu qualcosa in più di un pranzo, indagini iniziali, ma vennero meno le condizioni. Però se a Praga c’è Andrea D’Amico, il suo manager, qualcosa stavolta vorrà pure dire….

Corriere dello Sport

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