AMARCORD

AMARCORD: MILAN-NAPOLI Sangue e Arena

Sangue e Arena

Gara sempre particolare quella che vede opposte Milan e Napoli: dagli anni in cui c’era in gioco lo scudetto a quelli di oggi in cui entrambe le compagini sono in cerca di identità.

Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’ultimo incontro, il 22 settembre 2013: il Napoli vinse 2-1 infrangendo un tabù che resisteva dall’86 dando a tutti l’impressione di poter competere per il massimo traguardo. Vittoria mai in discussione e maturata già al 6° con il vantaggio confezionato dal duo di difesa AlbiolBritos: sponda del primo e deviazione di testa in rete del secondo. Vittoria messa in cassaforte da Higuaìn al 53° che con un tiro da fuori fulminò Abbiati. Nel Milan il solo Balotelli sembrava tener su la baracca ma Mario non fece i conti con Reina che gli neutralizzò alcune conclusioni pericolose prima di parare un rigore a lui infallibile dagli undici metri. Rigore sbagliato e traversa colpita prima del pregevole pallonetto che illuse i rossoneri ad una manciata di minuti dal fischio finale.

La permanenza del Napoli nelle serie inferiori sembrò far scemare una rivalità esplosa ai tempi di Maradona / CarecaGullit / Van Basten. L’animosità riaffiorò nell’1-1 del 14 aprile 2013: protagonista Flamini autore del vantaggio rossonero e di un fallo su Zuniga che gli costò il cartellino rosso e provocò un parapiglia generale. Le speranze del Milan durarono tre minuti fin quando Pandev non ebbe difficoltà a spingere in rete un passaggio di Hamsik. Gli azzurri avrebbero potuto anche vincere se un pallonetto di Cavani non fosse stato miracolosamente smanacciato da Abbiati e se Calaiò avesse avuto miglior mira con un colpo di testa in piena area.

Verso la fine degli anni ’80 Milan e Napoli hanno stabilito una diarchia nella Serie A; hanno vinto entrambi uno scudetto sorpassandosi a vicenda e trionfando anche in Europa.

La rimonta del Milan sul Napoli campione d’Italia cominciò il 3 gennaio 1988: Careca al 10° portò avanti la truppa azzurra che finì travolta dalla potenza dell’undici di Sacchi. Colombo pareggiò dopo nove minuti e dopo cinque Virdis portò in vantaggio i rossoneri. Nella ripresa segnarono Gullit e Donadoni per un 4-1 finale senza storia. Finì a reti inviolate l’anno successivo e ci fu una nuova scoppola nel febbraio 1990, 3-0, reti di Massaro, Maldini e Van Basten che concretizzarono il “monologo” (così definito da Ameri nella radiocronaca) del Milan. Per il Napoli era iniziata la fase calante, per il Milan cominciò il ciclo dei cosiddetti “Invincibili” come si vide nel 4-1 del 1991 e nel 5-0 del 1992.

Rocambolesco il 2-2 dell’aprile 1993 con gli azzurri in doppio vantaggio grazie a Careca e Policano; fu Lentini a salvare il Milan con una doppietta, il suo unico acuto in maglia rossonera. Milan ancora in affanno nel novembre 1993 quando solo al 90° ebbe ragione del giovane Napoli di Lippi; azzurri avanti con Pecchia allo scadere del primo tempo poi un diagonale di Panucci ed una punizione di Albertini al 90° diedero il successo all’undici di Capello. Poi due pareggi: 1-1 nel gennaio ’95 (Simone, Cannavaro) e 0-0 nel dicembre successivo con Taglialatela che parò un rigore a Baggio.

Un altro esordio importante fu quello del neomaggiorenne brasiliano Pato che calpestò l’erba del Meazza per la prima volta il 13 gennaio 2008, Milan-Napoli 5-2. Gara ostica per il Milan, più di quanto non dica il risultato. Lavezzi protagonista in entrambe le reti azzurre: da una sua sponda, giunta al culmine di un contropiede, la palla finì ai piedi di Sosa che con un tocco non ebbe difficoltà a battere Dida per l’1-1. Il 2-2 fu siglato da Domizzi su rigore procurato dal Pocho messo giù da un affannato Khaladze. Reti un po’ “sporche” le prime due del Milan: l’1-0 fu un gol fantasma di Ronaldo, il 2-1 fu una botta ravvicinata di Seedorf che risolse una mischia dopo uno strepitoso doppio intervento di Iezzo su Pato. Nella ripresa salì in cattedra il trio KaPaRo, Kakà, Pato, Ronaldo, con quest’ultimo che segnò di testa colpendo indisturbato in piena area mentre non fu affatto “sporco” il 4-2 di Kakà che lasciò partire un bolide su cui nulla poté l’estremo difensore azzurro. Il quinto centro fu un golazo di Pato che con un tocco si liberò di Domizzi e di piatto destro fulminò Iezzo.

Vittoria di misura, 1-0, Ronaldinho, nel novembre del 2008 quindi l’1-1 con Inzaghi che impattò il vantaggio di Campagnaro sino ad arrivare al 3-0 del 27 febbraio 2011.

Milan primo, Napoli secondo in classifica; al 49° un dubbio rigore spianò la strada ai rossoneri, tocco di mano di Aronica, e gol di Ibrahimovic dagli undici metri. Il Milan sembrava avere diverse marce in più e solo un De Sanctis super su Pato e Robinho evitò una nuova capitolazione. Ma nulla poté su un tocco ravvicinato di Boateng su cross di Pato, né su un delizioso tocco a giro del Papero che siglò il tris al 79°.

Il 5 febbraio 2012, finì a reti bianche. Per la vittoria azzurra in casa Milan del 1986 occorre telefonare a Maradona e farsi raccontare di come si fece beffe di tre difensori rossoneri al limite dell’area prima di battere Galli per il 2-0. La prima rete fu di Giordano, Di Bartolomei accorciò le distanze per il Milan. Berlusconi si era appena insediato al timone della società rossonera con ancora la polvere per le macerie della gestione Farina ed il Barone Liedholm allenatore. Tempi lontanissimi.

Antonio Gagliardi

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