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Il graffio di Corbo: “La contromossa di Benitez. In Germania è tornato il Napoli”

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Dalla chiassata di Aurelio De Laurentiis sono passati sette giorni e sette gol. Rotti i patti del silenzio, sono stati tutti richiamati alle responsabilità. Un fascio di gusci vuoti non s’inventa in una settimana grande squadra. Qualità tecniche ce n’erano, e importanti. Bastava mostrarle. ma la sindrome della pigrizia degenerava nella complicità di una squadra appagata. Bastava poco sul campo, dove la noia lasciava svanire l’ansia delle vittorie. Tanto si sapeva già che nel
mirino dei tifosi finivano sempre e solo i due protagonisti di questa troppo lunga commedia: presidente e Benitez. Commedia che continua, dopo aver sentito l’allenatore.
Brutalmente strappato agli equivoci, il Napoli ha accettato il ritiro pur contestandolo. Vincendo due volte, 3-0 con la Fiorentina e 4-1 con lo squadrone tedesco del Wolfsburg ha aperto la primavera del perdono e riaperto fatalmente il tema che sembrava chiuso: della conferma di Benitez.
Nel giorno del suo compleanno promise di sciogliere le riserve sul suo futuro. Ci siamo. Sedici aprile, 55 anni, auguri e complimenti.
Benitez ha innanzitutto sciolto i dubbi sui suoi pregi di stratega che conosce tutti i sentieri d’Europa. Ha presentato in grande freschezza atletica, motivata e aggressiva, una squadra ben disposta tatticamente. La chiave è nelle distanze. Squadra stretta, compatta, scattante, elastica, aggressiva. I tedeschi sono stati travolti e sconvolti dal ciclone azzurro. Higuain bomber di prestigio europeo, Hamsik ritrovato in uno splendore che si era appannato, Mertens formidabile nelle diagonali offensive con scatti e rientri, Callejon e Inler tenaci, Maggio straripante: che notte, ragazzi. La prima diagonale offesiva di prima per sfondare subito il Wolfsburg con tutto il furore di Higuain. Tranne Ghoulam e Lopez comunque sufficienti, il Napoli ha offuscato la seconda squadra della Bundesliga, già pronta per la Champions e considerata probabile finalista. Giovedì prossimo dovrà sfidare l’impossibile: stravincere a Napoli con almeno 4-0.
Torna tutto in discussione il futuro del Napoli. Benitez recuperata la sua fama di maestro del calcio internazionale si è espresso con tutto il cinico tempismo dei personaggi che sanno stare al mondo senza emozioni, quelli delle vendette servite fredde.
Tutti sanno ora che, quando vuole il Napoli, è un bolide. L’ha dimostrato nella città delle auto, dove il Wolfsburg appariva una esposizione di quei sontuosi, potenti, longevi ma lentissimi Maggioloni. Se il Napoli ha saputo vincere con il dominio assoluto del gioco ed un ritmo mai così alto, perché non dovrebbe ripetersi anche in campionato? Ancora prima che l’Europa League, con semifinale bene in vista, c’è un campionato da riaccendere. Chissà che hanno pensato Lazio e Roma. S’indovina il preoccupato stupore di chi aveva ormai cancellato il Napoli dai suoi orizzonti.
Ma torniamo a Benitez. Lui che aveva subito acquisti più deboli di quelli richiesti, lui che aveva accettato il ritiro punitivo alla sua squadra, lui che si è visto commissariato dal presidente ha avviato dolpo il 4-1 uno spettacolare ribaltone. Per rimanere chiede quanto aveva sollecitato e mai avuto. Investimenti, quindi acquisti. Strutture, quindi stadio e vivaio. Soldi, e tanti perché gliene aveva promessi un vagone De Laurentiis nelle prime offerte di rinnovo.Una contromossa per mettere in difficoltà il presidente e andar via in trionfo? Quale diabolico disegno si nasconde ora?
In campo vince, fuori discute vivacemente e fa discutere, quindi divide. Tensione alta. Signori, in Germania è tornato il Napoli.

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