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Napoli, adesso si torna in ritiro…

Wolfsburg-Napoli De LaurentiisE adesso tutti in ritiro un’altra volta. Perché il mostruoso 4-1 del Napoli ieri sera in Germania ha le sembianze di un cazzotto in faccia a quanti hanno ironizzato sulla decisione presa dal presidente Aurelio De Laurentiis, dopo la sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio: tutti in punizione nell’eremo di Castelvolturno per meditare su errori e omissioni. I ritiri servono, eccome se servono. La clausura ha avuto effetti dirompenti, vittoria per 3-0 in campionato al San Paolo contro la Fiorentina e il diluvio universale in Europa League, contro una squadra fortissima, seconda in Bundesliga. A proposito, che cosa sta succedendo? L’Europa non è più germanocentrica? Mercoledì il Bayern ha perso in Champions contro il Porto, ieri il Napoli ha incenerito il Wolfsburg: per completare il quadro ci manca soltanto che la Grecia, intesa come nazione, l’abbia vinta sulla Merkel. Il Napoli va esaltato, celebrato e osannato, ma senza dimenticarsi di quel che poteva essere e non è stato. La prova di forza in Germania acuisce i rimpianti, questa è una squadra che aveva il dovere di competere con la Juve per lo scudetto e che non si capisce come abbia fatto a essere eliminata dall’Athletic Bilbao nel playoff di Champions. Ieri sera si è compreso che se Higuain vuole, può tutto. Il fatto è che il Pipita vuole a giorni alterni, a seconda dei palcoscenici. Ieri sera ha sentito aria di grande Europa e si è esaltato, ha dimostrato che se soltanto fosse più continuo, ci metterebbe due minuti a diventare il più forte centravanti del mondo. Con chi scambiereste l’Higuain di ieri sera? Oggi come oggi noi lo baratteremmo soltanto con Suarez e Jackson Martinez.
Ci sarebbe poi da chiedersi perché Marek Hamsik sia uscito dal letargo a metà aprile e perché il Napoli di Rafa Benitez viva di eccessi nel bene e nel male, ma lasciamo perdere, è un giorno di festa e godiamocelo. Un risultato così ci riporta indietro di vent’anni, al periodo in cui eravamo re nell’Europa del calcio. Grazie Napoli e grazie Fiorentina, l’1-1 dei viola in Ucraina profuma di qualificazione, anche se dopo il rovescio con la Juve in Coppa Italia a Firenze non si sentirebbero al sicuro con una vittoria per 3-0, figuriamoci con un pareggio. Citazione obbligatoria per Babacar: il giovane attaccante ha segnato con un colpo alla Ibrahimovic, ha arpionato il pallone con mossa da taekwondo e l’ha rovesciata in rete. Due italiane nelle semifinali di Europa League, più eventualmente la Juve nelle «fab four» di Champions, rappresenterebbero un tesoretto inestimabile per il nostro derelitto sistema calcistico. Vediamo di spender bene l’apertura di credito. Prima vincere, poi parlare. Nell’attesa, tutti in ritiro.

La Gazzetta dello Sport

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