Markevych, ottimismo e fiducia: «Vedrete, meritiamo la finale»

Markevich DniproKIEV Ripeteranno la partita del San Paolo? Cioè due linee di quattro e cinque uomini molto strette fra loro a presidiare la metà del campo e il centravanti abbandonato a se stesso? Probabilmente sì. Mister Markevych sa che sa va alla sfida senza corazza rischia di prendere 3-4 sberle: il Napoli è più forte. Ma lui è fiducioso: «Abbiamo i nostri valori. Basta parlare del match di andata, dimostreremo di meritare la finale». E mentre il brasiliano Egidio fugge a casa, da Dnipopetrosk sono annunciati in 20 mila, l’Olimpico di Kiev ne contiene 70 mila e non è detto che i locali che tifano Dinamo non si schierino pro Napoli: insomma, non di sicuro si giocherà in una bolgia… Probabile la conferma della formazione di partenza che al San Paolo dopo 3’ passò dal 4-2-3-1, schema abituale del campionato. Con il linguaggio dei moderni commentatori tv, tale disposizione prelude al seguente commento: «fanno densità in mezzo al campo». Non molti anni fa questa densità si chiamava catenaccio ed era una prerogativa del nostro calcio agli occhi stranieri. Gli uomini migliori sono Konoplyanka, Kalinic, Rotan e Seleznyov. Il Napoli ha un vantaggio: puntando da subito al gol, può prenderne uno senza che ciò produca disperazione. Ma se farà gol in tempi rapidi, il vantaggio del Dnipro è bell’e cancellato. Guardalinee permettendo.

La Gazzetta dello Sport

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