Fabio Cannavaro: “Sarri ha idee che contano più dell’esperienza”

Fabio Cannavaro ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto ha dichiarato il napoletano campione del mondo:

Fabio-CannavaroCom’è il calcio italiano visto da fuori?
«Non vive un bel momento, malgrado la finale di Champions. Nessuno ha il coraggio di cambiare, di investire su giovani e strutture: quando passo dal San Paolo mi viene la tristezza. Ci siamo venduti anche i diritti del pre-partita: cosa resterà quando serviranno altri soldi? Qui allo Zenit, Villas Boas si lamenta che il governo lo obblighi a schierare cinque russi per proteggere la nazionale. Da noi sarebbe discriminazione, e comunque è un po’ tardi per far crescere i giocatori arrivati in prima squadra, ma almeno è un tentativo».
Vero che non ci sono più i difensori di una volta?
«Proprio così. Un tempo bastava essere concentrato e difendere bene. Oggi vogliono che il difensore giochi, gli insegnano a guardare la palla e non a sentire l’avversario. Com’è possibile che ci siano attaccanti da 60 gol? Sarà anche colpa delle difese, no?».
Chi sono i migliori difensori oggi?
«Per il mercato, i brasiliani: se David Luiz costa 50 milioni… A me piace Boateng, fisicamente fortissimo. E poi Savic e Miranda: non giovane, ma l’Inter ha fatto un bel colpo. Benatia è veloce. La coppia Pepe-Ramos resta tra le migliori».
E in Italia?
«Ancora Barzagli, Bonucci e Chiellini. Il papà di De Rossi mi diceva che lui allena i giovani nelle difficoltà, nell’uno contro uno: per allenarli a reparto c’è tempo. Non lo fanno in tanti».
Rugani-Romagnoli sono Nesta-Cannavaro del futuro?
«Forse, se li lasceranno crescere. Noi alla loro età eravamo più pronti, abituati da test più difficili. Non è colpa loro se il mercato fa certe valutazioni e li carica di tali aspettative».
Non abbiamo neanche tanti esterni, escluso Darmian…
«Mi piace molto, l’Inghilterra gli servirà, sa giocare anche da centrale. Peccato che arretrarlo sia considerata una mossa da fenomeno solo se la fa Guardiola, e non Conte o Ventura».
Tra poco è campionato. Juve favorita anche cambiando tanto e con tre attaccanti in campo?
«Sicuro. Non è questione di numeri, ma di spirito di sacrificio. Al Real a volte giocavamo con cinque davanti, Lippi superò la Germania in semifinale con quattro punte. Se manca equilibrio sei sbilanciato anche con un attaccante».
Chi è migliorato?
«L’Inter. Sta facendo un bel mercato, ha sistemato la difesa con Miranda e preso giocatori fisici tipo Kondogbia: come piace a Capello, come era stato dopo il 2006 quando arrivarono Ibra e Vieira. E poi la Roma, che non ripeterà certi errori».
Errori di Garcia intende?
«Garcia ha capito che in Italia i conti si fanno alla fine. La Roma l’anno scorso ha pensato più a litigare con la Juve sui giornali che a giocare».
 Al Napoli è in corso una mezza rivoluzione, da Sarri aValdifiori…
«Benitez va/resta è stato l’alibi per i risultati della stagione passata. Sarri, come Mihajlovic, ha belle idee che contano più dell’esperienza. E non è vero che viene dal nulla: allena da 20 anni. Qualcuno pensa che conti solo allenare in A, ma non è più così».

 

La Gazzetta dello Sport

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