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Corbo: “La società prima responsabile delle delusioni di oggi, ma Sarri ha stravolto l’attacco”

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Se il Napoli non compra un vero difensore, e pochi giorni fa abbiamo scritto un titolo nostalgico ed esplicativo, . Se il Napoli spende 12 milioni, ma evita l’acquisto di Soriano che poteva essere utile. Se il Napoli non fa sfumare l’affare, dopo il recupero disperato della trattativa da parte di Giuntoli. Se il Napoli consegna a Sarri una squadra incompleta e imperfetta è nella condizione di non poter mai mettere in discussione l’allenatore.
De Laurentiis, Chiavelli e Giuntoli sono inequivocabilmente i primi responsabili delle delusioni di oggi.
Sarri sarebbe indenne da colpe se fosse saggio e non testardo. Da Empoli è arrivato un allenatore o un modulo fisso? Ha trovato un Napoli forte in attacco e astratto in difesa. Ha cominciato invece stravolgendo l’attacco con il suo 4-3-1-2, costringendo Insigne ad imitare Saponara rifinitore, ed eliminando Callejon. Il Napoli nella fase d’attacco ha perso ampiezza. Sembrava essersi ricreduto Sarri nei primi brillanti 50 minuti con la Samp.
A questo punto non posso escluderlo dall’elenco dei colpevoli. Precedenza ai tre della società. De Laurentiis, Chiavelli che conta molto come se il Napoli fosse un po’ suo, l’ancora frastornato Giuntoli che va in panchina e si fa espellere. Dovrebbe essere più vicino al tecnico nei giorni feriali.
Ecco come sempre l’articolo che riflette le mie idee, appena scritto per Repubblica Napoli.

Il dolciastro finale è un perfido inganno. La partita si chiude con il Napoli che schiaccia gli avversari, ne vede crollare alcuni esausti. E sfiora la vittoria dopo aver rischiato la più penosa delle sconfitte. Sarri capta segnali di crescita, giusto che se lo dica lui. Ma le cifre danno un giudizio duro: 5 gol per avere dopo tre gare appena due punti. Media: 0.66. La memoria offre poi un confronto negativo: i primi 50 minuti con la Samp furono di superiore qualità, anzi brillanti, ieri c’è stato un cupo regresso nel gioco. Altra riflessione: meglio uscire dalle suggestioni di uno strano mito, l’Empoli era ed è una modesta squadra da salvezza, non l’accademia del calcio nel pianeta, sestultima l’anno scorso ed ora con solo punto in classifica. Non solo, Saponara è un talento, ha dominato ieri nel primo tempo, ma non accende ancora d’invidia Messi. Qualcuno racconti a Sarri e De Laurentiis che qui è passato Diego.
La stagione comincia giovedì con il Bruges, Europa League. Seguono tre partite in una decina di giorni. Svanita la sindrome Empoli, si spera cominci davvero la stagione. Sarri e la società ricordino di essere il Napoli, un club che solo un giro di vento fa giocava in Champions o lottava per ritornarvi.
L’accorato finale non cancella gli affanni iniziali, con il dominio dell’Empoli più ordinato e scattante. Né lo splendido gol di Insigne, l’urlo del campione ribelle che rimette il Napoli in corsa, fa dimenticare i capogiri da mal di mare, gli squilibri, le anomalie. Sarri crede molto in Hysaj, lo schiera s sinistra perché garantisca copertura ad Hamsik. Ma il giovane albanese già fatica a tamponare Pucciarelli, già stenta su quella fascia essendo destro. Sarà sarà il primo a chiedersi perché tocchi a lui quel posto, perché un mediano abbia bisogno di protezione piuttosto che darla, perché restino panchina i due mancini: Ghoulam, l’uomo mercato che ha segnato un gran gol con la sua Algeria all’Esotho, e un affidabile Strinic. Hysaj può spostarsi a destra, dove Maggio è solo un filmine tenue di 33 anni, premiato da ingaggio triennale. L’altro squilibrio è a centrocampo: Valdifiori ora non vale il chiacchierato Jorginho, soffre il contrasto, ed è falciato dai crampi dopo soli 57 minuti. Il terzetto non fila: Valdifiori balbetta dinanzi a Saponara, che dà invece spessore alla cordata di sinistra con Mario Rui, Croce, Maccarone. Lì crollano due argini: Maggio e Allan, che contrasta bene, ma porta troppo palla, si inserisce con audacia segnando il pari con gesto tecnico perfetto. Hamsik, poi. Raffinato ma ondivago, il solito faro intermittente come non si addice ad un mediano sinistro,incrocia male un sorprendente Zelinski.
Insigne è mattatore, dietro le due punte. Corre per 20, fino a fermarsi. Reggerà per un anno? Il suo ruolo è sinistra, non rifinitore. Come con la Samp. Ma ci risiamo con il 4-3-1-2, con Gabbiadini che va a sprazzi accanto a Higuain. Il Napoli suo malgrado migliora passando al più saggio 4-3-3 che include Callejon, ieri demotivato, e restituisce l’ampiezza del biennio spagnolo. Sarri ormai impone il suo modulo, senza salvare l’unico tesoro lasciato da Benitez. Doveva salvare l’attacco e correggere la difesa. Non ha avuto gli acquisti che chiedeva, giusto. De Laurentiis, Chiavelli e Giuntoli lo hanno tradito al mercato, vero. Ma è anche testardo. Non cambi l’impianto d’attacco. Se gli affidano la Gioconda, comincia a stravolgerne il sorriso?

Antonio Corbo per repubblica.it

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