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Linea alta e compatta, paure svanite: così Sarri ha migliorato la difesa azzurra

Napoli-Brugge KoulibalyProgressi a livello psicologico ma non solo. L’inizio è stato da incubo, sei gol al passivo, in media due in ogni gara contro Sassuolo, Samp ed Empoli. Residui, forse, di insicurezze precedenti e conseguenza di scelte non definitive. Poi lentamente è maturata la svolta: è salito di rendimento Reina, il guardiano insostituibile, il leader in campo e fuori, un portiere che finalmente fa miracoli. È cambiata la coppia di esterni: Maggio a destra come primo elemento della linea difensiva non va, non andava nemmeno con Benitez semplicemente perché è un centrocampista e non un difensore. Dai quella fascia a chi ha esperienza e competenza, ed ecco la trasformazione: con Hysaj non c’è corsa. L’albanese sta meravigliando quelli che non lo conoscevano ma in quel ruolo e in quella posizione ha pochi rivali, con grande naturalezza ha annullato Pogba, che proprio un pivello non è. Ghoulam a sinistra garantisce profondità ma deve migliorare la fase difensiva: dal suo lato arrivano quasi sempre i pericoli maggiori. Il grosso del lavoro è stato fatto con i due centrali. Sfumata la caccia a Romagnoli, Maksimovic e Rugani, si è fatta di necessità virtù. Si è partiti con Chiriches-Albiol, titolari con Sassuolo ed Empoli. Coppia mal assortita e che evidenziava gli errori dei singoli. Con il Bruges, Koulibaly s’è preso la maglia da titolare e non l’ha più mollata. «Ha mezzi fisici e tecnici per giocare nel Barcellona, deve eliminare quei 5 minuti di cavolate che ha in ogni partita»: le parole di Sarri lo dipingono alla perfezione. Non è stato soltanto l’inserimento del francese a determinare il miglioramento del reparto ma anche i progressi di Albiol: «Rido quando devo correggere alcuni errori dello spagnolo, qualche volta è posizionato male con il corpo. Lui ha vinto un europeo e un mondiale, io non sono nessuno»: eppure Sarri, che insegna calcio e che dedica almeno una seduta di allenamento settimanale solo alla fase difensiva, è riuscito a convincere Raoul sulla bontà di alcuni movimenti. Il francese e lo spagnolo sono diventati intoccabili, la linea è alta e compatta, come chiede il maestro, le paure sono svanite. Il resto lo fanno un centrocampo a tre e un attacco stellare.

Il Mattino

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