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Ex Napoli finisce fuori rosa a Procida: “Ho due figli da mantenere”, la lettera commuove la società che lo perdona

Massimo-Russo-Procida-Calcio-e1447429821329-900x444Quando il calcio non è solo uno sport. Quando il calcio è vita, passione, sentimento. Quella cosa che rende dolce o amara la domenica degli italiani e che, spesso, racconta tantissime storie di vita. Sì, perché il calcio è anche un’opportunità di lavoro per tantissimi ragazzi. A partire dalle categorie professionistiche per finire ai dilettanti, piccole realtà dove anche un rimborso spese è fondamentale per portare avanti una famiglia.
Una bella storia di calcio e di vita ci riporta a Procida, una piccola isola del golfo di Napoli, e alla sua squadra che partecipa al campionato di Eccellenza campano. La società del presidente LuigiMuro e del direttore generale Nicola Crisano (ritornato sulla sua isola dopo aver portato l’Ischia in Lega Pro) è ripartita con un progetto tutto nuovo, con la speranza di ottenere una storica promozione in serie D. In questa prima stagione, però, l’obiettivo è quello di salvarsi, con tanti giovani e con qualche calciatore esperto come Massimo Russo. Qualcuno, specialmente se tifoso del Napoli, lo ricorderà in maglia azzurra. Ai principi degli anni 2000 era uno dei talenti più promettenti del vivaio napoletano, prima che un brutto infortunio vanificò i suoi sogni di gloria. Era il settembre del 2002 quando, in un Napoli-Cosenza (una delle prime presenze di Russo in serie B), un’entrata killer di Pagano gli causò la lussazione completa della caviglia destra e una frattura scomposta del perone. Un infortunio shock, che lo tenne fuori per più di un anno.
A causa di quell’episodio, la sua carriera subì una brusca frenata. Ma Russo, con grande forza d’animo, è ripartito da zero ritagliandosi uno spazio importante nel calcio minore: tanta serie C ed una parentesi in serie B con la maglia dell’Avellino. Ed ora, a fine carriera, suda e lotta come un ragazzino tra i dilettanti, con la maglia del Procida. Qualche settimana fa, però, è stato protagonista di uno spiacevole episodio. Mentre si dirigeva a prendere il traghetto per rientrare a Napoli dall’isola, è stato coinvolto in una lite molto accesa con il controllore del pullman che lo stava trasportando al porto. Un episodio che ha scosso particolarmente la tranquillità nella quale vive quest’isola. Tanto da portare la società a mettere fuori rosa il proprio calciatore e a sospendergli la corresponsione del rimborso spese.
Questo fino alla giornata di ieri, quando Russo ha deciso di scrivere al Procida e ai suoi tifosi.Una lettera strappalacrime, con la quale il calciatore ha voluto chiedere scusa ad un’intera isola. “Ero una giovane promessa del calcio – si legge – ed il simbolo di tanti giovani che, grazie allo sport, riescono a sottrarsi ad una vita difficile e piena di insidie. Ma un brutto infortunio ha messo fine ai miei sogni e, solo grazie alla mia determinazione, ho ricominciato a giocare in categorie inferiori. Ora ho due figli di mantenere e tanti problemi quotidiani con i quali lotto. A Procida ho trovato una famiglia, con dirigenti di cuore e compagni di squadra generosi e solidali. Qualcuno mi ha dipinto come un delinquente, scrivendo che dovevo essere cacciato. Ma con l’umiltà di chi ha sbagliato, chiedo di essere reintegrato in squadra perché in una società moderna e tollerante non si caccia chi sbaglia ma lo si perdona come anche Gesù Cristo ha fatto in croce”.
Parole che hanno commosso l’isola che, sia sui social che con testimonianze dirette, ha perdonato all’unanimità il calciatore. Russo è stato quindi reintegrato innanzitutto nella comunità procidana, e poi nella squadra di calcio grazie all’intervento del presidente Luigi Muro. “La sua lettera mi ha molto colpito – ha dichiarato quest’ultimo – e nelle sue parole ho letto grande sincerità. Un’altra dimostrazione di come, dietro a un calciatore, ci sia un uomo con dei sentimenti e con tanti problemi da affrontare quotidianamente. Perché, come dico sempre, il calcio è una palestra di vita”.
Una storia che solo il calcio può raccontare, conclusasi con il lieto fine. Perché ora Russo può ricominciare a correre e lottare per il Procida, con la stessa voglia e lo stesso entusiasmo di quel ragazzino che si vide spezzare i suoi sogni di gloria con la maglia del Napoli.

fonte – napolimagazine

 

 

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!