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Gabbiadini spreca la chance: se manca Higuain il gol è tabù. Attacco bloccato per due volte di fila, non era mai accaduto

E poi c’è anche lui. O meglio, ci sarebbe anche lui. Con quella faccia da bambinone che pare uscita da un fumetto, costretto d’improvviso a bersi tutta l’ombra che le leggende si lasciano dietro. Perché il prezzo della gloria lo paga sempre la gente comune. La luce abbagliante di Gonzalo Higuain gli è ormai caduta addosso come un sacco, e Manolo Gabbiadini ci è rimasto dolorosamente dentro. Probabilmente ne paga il prezzo. Ieri al Madrigal non ha fatto nulla per poter uscire da questo incubo: è stato tra i peggiori. Se non il peggiore. Persino nella volontà di voler far bene. Abbandonato al suo destino di artista imcompreso. Certo, non era una missione semplice. Musacchio e Ruiz hanno difeso con i denti e se lo sono palleggiato con una certa facilità: «Prego, vai tu. No, seguilo pure tu, per carità». Con Gabbiadini al centro dell’attacco si ferma la macchina da gol in Europa. Una coincidenza? Magari. Certo, nella fase a gironi dell’Europa League nessuno ha mai segnato 22 gol come ha fatto il Napoli quest’anno. Ieri l’attacco atomico si è inceppato, nella serata sbagliata. Ma la qualificazione resta ancora apertissima, ma tornare dalla Spagna con un golletto sarebbe stata cosa molto preziosa.Una gara, per certi versi, fac simile di quella dello Juventus Stadium: con il Napoli a tenere palla nella metà campo avversaria, senza riuscire ad andare al tiro mai pericolosamente e con la rete degli avversari che arriva nel finale quando lo 0-0 sembrava il risultato più equo. Dovrebbe cambiare qualcosa, anzi molto, quando entra in scena Higuain, al minuto numero 67. Ma non è così. Gli azzurri, tra qui e lo Juventus Stadium, sono stati inconcludenti in fase offensiva. Padroni del campo e (apparentemente) della situazione, certo, ma con questa improvvisa idiosincrasia con la porta avversaria.Il tridente fa flop, anche quando fa il suo ingresso in campo Insigne. Ma la partita del Madrigal è la sera in cui Sarri comprende che Gabbiadini non è l’alter ego di Higuain. Ed è giusto che da questo momento in poi ne prenda atto. In quel modo, da prima punta, Manolo non può giocare. È la sua partita numero 50 da quando è arrivato a Napoli. Ed è trascorso praticamente un anno esatto dal suo esordio europeo, con gol, a Trebisonda. Ma nella notte contro il sottomarino giallo, non fa partire un solo missile che possa avere qualche vera chance di poter mandare a picco l’avversario. Alibi? Beh, qualcuno: ha giocato da titolare negli ultimi tre mesi e mezzo solo con l’Inter in Coppa Italia ma l’aria d’Europa gli fa sempre bene: quattro gol in questa edizione di EuroLeague, più altri due nella passata stagione.Ma il Napoli ha bisogno di Higuain più di ogni altra cosa.

E quando entra al minuto numero 67 si capisce che Gonzalo giocherebbe sempre anche da moribondo, anche nel sonno, anche a scopone. E che non gli serve niente, una riserva. Manolo e Gonzalo sono come la notte e il giorno: uno si lamenta per ogni cosa, l’altro si fa scivolare addosso di tutto, senza reagire a nulla. Impassibile. Pure quando viene sostituito.Resta all’asciutto anche Callejon, il bomber di notte. «Le cose non vanno bene come prima. Tuttavia stiamo giocando bene, siamo stati puniti solo su calcio piazzato. Poi non ci hanno dato un rigore: Soriano aveva un braccio all’indietro, ha cambiato la direzione del pallone». Lo spagnolo non fa un dramma per la seconda sconfitta dopo quella rimediata a Torino in campionato. «Noi restiamo tranquilli: siamo una grande squadra con grandi calciatori. Il discorso qualificazione poi resta completamente aperto: vogliamo il San Paolo pieno per passare il turno. Daremo il 110 per cento». La testa è già al Milan. «Sta giocando bene, è tornata a vincere. Ma al San Paolo stiamo facendo bene e stiamo vincendo anche noi, dobbiamo andare avanti così».

ilmattino.it

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