Frosinone-Palermo 0-2, Sorrentino e Gilardino tengono in vita i rosanero

FROSINONE – La partita della speranza la vince il Palermo. I veterani prendono per mano i rosanero, che sbancano il Matusa (0-2) grazie alle parate di Sorrentino – proprio l’uomo che, con il suo sfogo dopo un successo pesantissimo a Verona, di fatto esonerò Davide Ballardini al termine di un weekend particolarmente turbolento – e al gol di Alberto Gilardino. Il Frosinone saluta con ogni probabilità la Serie A dopo una sfida tiratissima, nella quale la fortuna non ha certamente sorriso ai ciociari, spesso in condizione di trovare il gol che avrebbe cambiato il corso di un intero campionato. Era una sfida a eliminazione: vincere per sperare. Sarà il Palermo a giocarsi la salvezza fino all’ultimo respiro, con una vittoria che vale il sorpasso sui rivali di giornata. Agganciato momentaneamente il Carpi, impegnato domani al Braglia contro l’Empoli, e ciociari lontani due punti: a tre turni dalla fine, con lo scontro diretto a favore e un calendario improbo per i gialloblù, la permanenza in A dei ragazzi di Stellone avrebbe il sapore dell’impresa clamorosa.

TUTTO NELLA RIPRESA – La paura è la protagonista di un primo tempo che si guadagna senza grande fatica l’aggettivo di soporifero: un colpo di testa alto di Ciofani, dopo neanche 50 secondi, è l’unico guizzo. Ballardini ripesca concetti di Iachini, difesa a 3 e doppio trequartista (Vazquez-Quaison) a ridosso di Gilardino. Stellone è in emergenza a centrocampo e prova Kragl intermedio sinistro, non è una mossa brillantissima. Il Frosinone cresce in avvio di ripresa, dopo essersi ridisegnato con il numero 11 a sinistra e Soddimo a ridosso dell’unica punta, in un 4-2-3-1 più frizzante. La prima grande chance capita sulla testa di Paganini, incornata sopra la traversa. Quando i padroni di casa producono il massimo sforzo, impegnando Sorrentino con un sinistro secco di Kragl, passano gli ospiti. Vazquez conduce il contropiede centralmente, apertura improvvisa per Rispoli, nel cuore dell’area c’è uno che del gol di rapina ha fatto una ragione di vivere. Gilardino brucia l’uscita avventata di Leali, tocco di testa che accarezza la trasferta e porta avanti i rosanero.

SORRENTINO SALVA, TRAJKOVSKI CHIUDE – Il Frosinone non si arrende, Stellone fa alzare dalla panchina tutti gli uomini d’attacco di cui dispone. Dionisi per Pavlovic con l’arretramento di Kragl sulla linea di difesa, Tonev rileva Gucher, addirittura Longo subentra a Russo, lasciando Blanchard come unico difensore di ruolo in campo. Uno sforzo che frutta solamente due palle gol, seppur nitide. Dionisi pesca Ciofani in area di rigore, stop e sinistro potente, Sorrentino d’istinto mette in corner. La palla gol principale capita sul destro di Paganini, trovato nel cuore dei 16 metri da uno dei rari spunti di Soddimo. Stop e tiro sull’uscita di Sorrentino, la risposta del portiere è splendida. In pieno recupero il Palermo chiude la pratica. Trajkovski addormenta un lancio lungo e si ritrova con una prateria da attaccare. Il rientro di Rosi non basta, il macedone protegge il pallone, ignora Hiljemark e si mette in proprio. Diagonale destro vincente, mentre il clima si surriscalda e lo spicchio ospite festeggia. Il Palermo può sperare ancora.

FROSINONE-PALERMO 0-2 (0-0)
Frosinone (4-3-3): Leali 5.5; Rosi 5.5, Russo 5.5 (39′ st Longo sv), Blanchard 5.5, Pavlovic 5.5 (24′ st Dionisi 5.5); Gori 6, Gucher 5.5 (30′ st Tonev 5.5), Kragl 6; Paganini 6, Ciofani 6, Soddimo 5.5. (Bardi, Zappino, Ciofani, Crivello, Pryima, Frara, Sammarco, Carlini). All.: Stellone
Palermo (3-4-2-1): Sorrentino 7; Cionek 6, Gonzalez 6, Andelkovic 6.5; Rispoli 6.5, Hiljemark 6.5, Maresca 6.5, Morganella 5.5; Vazquez 6.5 (32′ st Jajalo sv), Quaison 6 (17′ st Trajkovski 6.5); Gilardino 6.5 (45′ st Chochev sv). (Alastra, Posavec, Goldaniga, Pezzella, Cristante, Lazaar, Balogh, Bentivegna, Djurdjevic). All.: Ballardini
Arbitro: Rocchi
Marcatori: 10′ st Gilardino, 47′ st Trajkovski
Ammoniti: Blanchard, Rosi, Soddimo, Cionek, Gonzalez, Maresca
Recupero: 2′ e 5′

serie A

Protagonisti:

Fonte: Repubblica