ALTRI SPORT & VARIE

Lazio, ecco il ‘nuovo acquisto’ Peruzzi: “Qui per i giocatori, ma esigo rispetto”

ROMA – Forse alla fine non cambierà nulla, forse il rapporto tra la tifoseria e la società è ormai troppo logoro per essere riparato. Ma le parole di Angelo Peruzzi – schiette, dirette e sincere – si sono già distaccate da quella che era la precedente comunicazione da parte della dirigenza della Lazio e di fatto hanno interrotto la diarchia Lotito-Tare che ha contraddistinto gli ultimi anni di storia del club. La presentazione di Peruzzi è stata qualcosa di veramente importante, un acquisto che va al di là dei vari Lukaku o Immobile. Il ritorno dell’ex portiere dà l’impressione che sì, stavolta possa essere quella buona per dare un po’ d’ordine e serenità in un ambiente esacerbato da tensioni che si trascinano ormai da troppo tempo. Peruzzi è ufficialmente il nuovo (o meglio il primo) club manager del club di Lotito, che in lui vede la figura giusta per “dare dopo 12 anni una ristrutturata alla società, con persone che hanno fatto la storia di questo club, che negli ultimi anni forse si è preoccupato più degli aspetti strutturali e sostanziali, rispetto a quelli emozionali”. “La nostra piazza – continua il presidente – aveva bisogno di una persona che si dedicasse 24 ore al giorno ai problemi di raccordo tra squadra, allenatore e società, così come di rappresentanza all’esterno, quindi con la tifoseria”.

PERUZZI SI PRESENTA: “BISOGNA TORNARE ALLA NORMALITÀ” – Questo però non significa che Peruzzi debba essere caricato di troppe responsabilità. Non perché non se le voglia assumere, ma per puro e sano realismo: “Ho accettato perché si tratta di una bella sfida, importante, e voglio mettermi in gioco per vedere le mie possibilità. Penso e credo di dover dare ancora qualcosa a questa società. Spero di essere l’uomo giusto. È normale che farò degli sbagli, chi non li fa? Sarei stupido a dire di essere l’uomo giusto, sono solo una persona che vuole fare qualcosa. Non ho la bacchetta magica, non lasciatevi incantare dalla gente che dice di avere la ricetta giusta perché sono tutte stupidaggini. Bisogna essere persone vere, serie e fare il proprio lavoro. Il rapporto tra la società e tifosi posso paragonarlo a un individuo che una mattina si sveglia con un dolore all’unghia, poi questo viene trascurato e al passa piede, poi al ginocchio fino ad arrivare all’anca. Ecco, io non son qui per guarire quel piede, ma mi auguro che magari la cancrena dall’anca scenda al ginocchio. Non posso dire a un tifoso che ha l’abbonamento da 40 anni cosa sia la Lazio, solo perché ci ho giocato 8 stagioni. Caso mai è lui che deve spiegarlo a me. Ma posso dire che sono a disposizione di tutti, aperto e disponibile per cercare di trovare soluzioni. Io dico solo che bisogna ritornare alla normalità: chi ama la Lazio sa che questo muro contro muro non fa bene a nessuno. Criticare è giusto, ci mancherebbe, soprattutto da parte di chi fa dei sacrifici e spende soldi di tasca propria. Però andare a cercare la polemica per forza però mi sembra un po’ puerile”.

“OGNUNO HA IL SUO RUOLO, SENZA ALTRE INTERFERENZE” – Proverà questa missione apparentemente impossibile mettendosi a completa disposizione della società. Ma a delle condizioni ben precise: “Il presidente mi ha offerto un contratto lungo, però ho scelto di legarmi solo per un anno. Addirittura volevo fare di 3 mesi in 3 mesi, per valutare di volta in volta se fossi in grado di ricoprire questo ruolo, per me nuovo. A fine anno se avrò fatto cose giuste e la società le riterrà tali, allora ne riparleremo. Ma se mi rendessi conto prima di non essere capace, sarò il primo a dire arrivederci e grazie. Ho accettato la proposta perché avrò un ruolo ed è importante il rispetto di quelli di ciascuno. Sono stato scelto per stare con la squadra e risolvere eventuali situazioni negative, fare un raccordo tra società e squadra, tra squadra e allenatore. Per tutte le altre questioni ci sono altri ruoli che devono occuparsene: se ognuno fa il suo lavoro, penso che si possa fare qualcosa di positivo”. In sintesi, ognuno dovrò occuparsi delle sue competenze, senza nessuna interferenza o invasione di campo: “Il ds e io dovremo interagire continuamente come già stiamo facendo. Io sto con la squadra, il mercato è roba sua. Se un giocatore mi parla di soldi lo mando dal ds. Niente di eccezionale, anche in altre squadre funziona così, se ci sono ruoli e settori precisi si può coesistere e fare bene”.

“SONO AL SERVIZIO DEI GIOCATORI E DA LORO ESIGO RISPETTO” – Lui dunque si occuperà di risolvere ogni problema dei calciatori – “anche alle 2-3 di notte se ci sarà bisogno” – e allo stesso tempo richiede in cambio massima disponibilità: “Ho parlato alla squadra, ho spiegato che esigo rispetto per le regole e per me, perché io lo porto a loro. Così come noi siamo a disposizione 24 ore al giorno, loro dovranno ripagarci dando il massimo in campo, sia partita che in allenamento, con gli atteggiamenti giusti. Se fanno queste cose non ci sarà nulla che gli si potrà recriminare, a prescindere dai risultati. Se perdo a testa alta nessuno mi può criticare, la passione, la voglia e il sudore devono essere sempre ai massimi livelli”. Peruzzi ha cominciato questo lavoro da appena due giorni, ma già ieri è stato costretto a intervenire per la rissa scoppiata tra Keita e Lulic, dopo un brutto fallo in partitella del senegalese sul bosniaco per “vendicare” un altro intervento duro fatto in precedenza dallo stesso Lulic su Lukaku: “È una cosa che non si dovrebbe mai fare, ma durante i ritiri succede sempre che due ragazzi esagerino. Non è stato un gesto in relazione a chissà cosa. Siamo semplicemente stanchi perché in fase di preparazione e a volte qualcuno esagera con un’entrata troppo dura, ma finisce lì. I ragazzi si sono già chiariti, non c’è nessun problema. Ripeto: questo non dovrebbe mai succedere, ma non mi scandalizzo perché è accaduto anche quando giocavo io”. 

LUKAKU: “MI ISPIRO A MARCELO, VOGLIO RENDERE I TIFOSI ORGOGLIOSI” – Proprio uno dei protagonisti dell’accaduto, Jordan Lukaku, si è presentato alla stampa: “Per me è una grande opportunità e spero di poter far apprezzare le mie qualità nel campionato italiano, in una grande società. Ho voluto firmare perché so che potrò migliorare tantissimo”. Anche lui ha commentato l’episodio della rissa di ieri: “Siamo uomini prima che calciatori, ci sono dei contrasti in campo che rimangono lì e non valicano la soglia dello spogliatoio. È finito lì e non se ne è più parlato”. Poi si descrive: “Mi ispiro a Marcelo, l’unico giocatore di oggi con cui trovo alcune similitudini. Sono rapido, con qualità fisiche, potente. Nell’uno contro uno riesco a dare il mio contributo, dovrò sicuramente migliorare sul modo di piazzarmi in campo e sul piano difensivo. Su questo versante posso migliorare. Non sono un giocatore che cerca di fare falli per dominare l’avversario, cerco sempre di far valere la qualità. Ho carattere, ma non sonno irruente e non cerco di infastidire l’avversario quando non ha il pallone. Darò tutto per questo club, in ogni partita cercherò di darò il mio massimo e uscire sempre con la maglia sudata. Spero di rendere i tifosi orgogliosi di me”. 

Fonte: Repubblica

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui