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OBIETTIVO NAPOLI – Prima sconfitta e brutta figura degli azzurri a Bergamo

La prima sconfitta stagionale per il Napoli è arrivata contro l’Atalanta, una squadra che prima questa gara versava in condizioni tutt’altro che entusiasmante, con un Gasperini in discussione e pesantemente contestato dall’ambiente bergamasco. Questo fa capire ancora di più quanto negativo sia stato il risultato odierno. Abituati agli orari serali, gli azzurri si saranno fatti, forse, prendere dal più classico dei torpori della domenica pomeriggio. Svagato, privo di brillantezza, con poche idee e minor determinazione, tale è stato il Napoli sceso sul campo di Bergamo.
Come spesso accade, all’Atalanta sono bastate poche mosse per mettere la museruola all’undici di Sarri. Classica difesa a cinque, ad imbrigliare la prima punta tra tre centrali, e con gli esterni bassi a fare la guardia sugli esterni. Aggressività a centrocampo, con guardia stretta (ma nemmeno troppo) su Jorginho e grande intensità nelle zone centrali. La stessa ricetta imbastita da Juric, con qualche lieve accorgimento, è servita a costruire le glorie della modestissima Atalanta. Preoccupa, non poco, che la squadra di Sarri si dimostri così facile da disinnescare offensivamente. Questo soprattutto quando le individualità non girano e non riescono ad indirizzare il match con una loro giocata. Ed oggi, i singoli, hanno deluso tutti. Nessuno escluso. Insigne prima e Mertens poi, disastroso il suo ingresso in campo, non sono mai riusciti a superare il diretto avversario, mal sostenuti da un impalpabile Ghoulam; Callejòn non ha mai trovato spazi in cui incunearsi; Milik è parso un pesce fuor d’acqua, in una situazione in cui i suoi mezzi tecnici non eccelsi sono stati oltremodo penalizzanti per il gioco della squadra. Ma le cose ancor peggiori si sono viste a centrocampo, con un Jorginho ancora una volta deludente, Hamsik incapace di prendere le redini della squadra, e Zielinski costretto costantemente a forzare la giocata palla al piede per cercare di imprimere una scossa al farraginoso gioco dei suoi. Probabilmente i centrocampisti azzurri denunciavano anche un calo atletico, dopo le fatiche di Champions. A tal proposito stride, ancora più del solito, il perpetrato ostracismo nei confronti dei nuovi arrivati, Diawara e Rog, che avrebbero potuto consentire agli appannati Jorginho ed Hamsik di rifiatare. Intendiamoci, non è che i due giovani debbano essere giocoforza impegnati per il puro sfizio di vederli in campo. La questione è di natura pratica: questi elementi sono arrivati in azzurro per consentire una maggior rotazione tra campionato e Champions. Se però, giunti al mese di ottobre, l’allenatore li ritiene ancora inadatti a scendere in campo i casi sono due: o sono stati due acquisti sbagliati (ma le loro qualità farebbero propendere per questa ipotesi), o sbagli Sarri a non utilizzarli nemmeno a fronte di condizioni poco brillanti dei titolari. Tra l’altro, c’è un caso di attualità che fa capire come ai nuovi acquisti, forse, convenga dar fiducia. E’ quello di Maksimovic. L’ex Torino oggi è stato di gran lunga il migliore degli azzurri ed ha dato una gran mano a Koulibaly a limitare i danni di questa disastrosa partita. Senza dubbio possiamo affermare che, senza l’infortunio di Albiol, sarebbe rimasto a scaldare la panchina ancora per molte settimane.
In conclusione notiamo, per dovere di cronaca, come Sarri, nel finale di gara abbia avuto, per la prima volta in stagione, il coraggio di stravolgere i suoi piani tattici inserendo Gabbiadini a fianco di Milik nei minuti della partita. La mossa non ha sortito effetti ai fini del risultato, anche perché le due punte sono state schierate in avanti del tutto isolate dal resto della squadra. Una scelta dettata più dalla disperazione del momento, piuttosto che da un disegno tattico ben ideato.

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