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Milan-Inter, esordi e ritorni: il giorno del derby

20 marzo, 20 novembre. 8 mesi esatti. Silvio Berlusconi potrebbe davvero tornare a San Siro. Per la sfida più attesa, per il derby di Milano, per riempire quella poltrona spesso vuota ultimamente al Meazza, e per dare un segnale a pochi giorni dal closing. La presenza è stata annunciata, e Berlusconi sarà in tribuna. E Milan-Inter non è una partita normale. Non lo è mai stata. Soprattutto per lui. Potrebbe essere, anzi dovrebbe essere stando alla cronaca, il suo ultimo derby di Milano da proprietario del Milan. Il condizionale è d’obbligo, soprattutto ultimamente.

Ultima volta da proprietario, forse, prima volta dal vivo da quando il Milan è di Montella, prima volta di Montella in una stracittadina milanese. Che è diversa, rispetto a Roma e Genova – parole sue – ma è curiosa ed emozionante. Soprattutto perché lui allena il club per cui da piccolino faceva il tifo, e perché loro -la squadra- si trova al terzo posto e a +8 dall’inter. Inaspettato. Tutto. Non c’è tattica, non c’è tecnica. Non c’è timore e non c’è paura. C’è la voglia di trasformare una settimana strana (quella di avvicinamento) piena assenze, ritardi, intoppi e spifferi in una settimana da ricordare. C’è solo un modo. Battere l’Inter, vincere il derby. E riconvocare Berlusconi come nell’ultimo derby nello spogliatoio. Per una altro scatto, forse l’ultimo, da ricordare. 

E in casa Inter… – 231 giorni dopo, Stefano Pioli si risiede in panchina. Da quella dell’Olmpico a quella di San Siro, dalla panchina della Lazio a quella dell’Inter. Dal derby (fatale) di Roma a quello (del rilancio sperato) di Milano. Riparte Pioli e riparte l’Inter, che ha resettato De Boer quasi fosse un virus entrato nei sistemi informatici di Appiano, e ha accolto il nuovo allenatore come un vero e proprio condottiero, capace di toccare subito i tasti giusti per farsi apprezzare ed entrare in sintonia con la squadra, che dopo aver bruciato alibi come fiammiferi, è attesa da una reazione importante, con tutte le incognite che si porta dietro il terzo cambio di panchina 3 mesi.

Quello nerazzurro è stato un sabato da vigilia elettorale, di bocche cucite e riflessioni assortite, di attesa e di passione, di ottimismo alle stelle e adrenalina sotto pelle. Tutto fa derby, in attesa di giocarlo. La ripresa dopo la sosta può orientare la stagione, e in 5 giorni l’Inter si gioca tanto, se non tutto, giá a fine novembre. Vincere il derby aiuterebbe ad avvicinare il treno Champipns che sfreccia come un espresso giapponese; e vincere giovedi in Israele terrebbe acceso un lumicino, in vista di una miracolosa congiunzione astrale nell’ultima partita del girone di coppa. Pioli che conosce il calcio italiano e i suoi interpreti, é categorico: Chi non é pronto è pregato di scendere, chi rimane su oltre a testa fredda e cuore caldo, è pregato di non dimenticare a casa orgoglio e attributi. Tutto quello che serve per ripartire a tavoletta e fare capitolino nella nebbia. Intanto Pioli si accontenta di tornare a contare le ore, a respirare l’odore del campo, a vivere le emozioni di un derby; 231 giorni dopo.

Fonte: SkySport

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