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Juventus, Allegri studia le mosse derby. Straordinari per Mandzukic. Nedved: “Rifiutai l’Inter di Mou”

TORINO – Claudio Marchisio torna sul 2-0 rifilato ieri dalla sua Juve alla Dinamo Zagabria, un successo utile a blindare il primo posto del girone. E, intanto, tiene la corda tesa in vista degli ultimi impegni dell’anno: “La prima parte della Champions League è stata chiusa alla grande – twitta il centrocampista torinese -. Adesso dobbiamo finire questo 2016 al meglio. Tre partite fondamentali ci aspettano. Sempre pronti per raggiungere i nostri obiettivi!”. Anche Massimiliano Allegri cinguetta la sua soddisfazione di guidare l’unica capolista nei campionati europei ad essere approdata agli ottavi da prima del girone, traguardo che però non garantisce assolutamente un sorteggio più comodo: “Ragazzi, complimenti per aver raggiunto l’obiettivo! Gli accoppiamenti per gli ottavi non dipendono da noi, ma non ci deve essere timore!”. Prima dell’attesa “partita” in programma lunedì a Nyon, c’è una stracittadina da onorare, domenica in casa dei cugini granata. “Mi aspetto un Toro forte, quest’anno i granata hanno elementi di qualità ed esperienza – avverte Stefano Sturaro, intervistato da Sky Sport -. Il derby resta comunque una partita a sé, non conta tanto il livello tecnico delle due squadre. Dovremo essere bravi a indirizzarla subito dalla nostra parte. Sono proprio queste le sfide che amo maggiormente e in cui riesco a dare di più”. RIECCO BUFFON E CHIELLINI, DUBBIO IN REGIA – Allegri con il Toro riproporrà quasi certamente il 4-3-1-2 che ha impressionato contro l’Atalanta e nel secondo tempo contro la Dinamo Zagabria. La retroguardia a quattro, del resto, è più adatta di quella a tre per fronteggiare un tridente d’assalto come quello granata. In porta tornerà Buffon, riposato come quel Chiellini candidato a duettare con Rugani (2 gol in appena quattro giorni!) o Benatia, mentre Lichtsteiner e Alex Sandro agiranno in corsia. A centrocampo il dubbio principale è legato alla possibilità dello stesso Marchisio, “mister derby della Mole” per antonomasia, di reggere il terzo impegno consecutivo nel giro di una settimana. In caso di forfait del Principino ci sarà spazio per Hernanes, scortato da Khedira e Sturaro, con Pjanic al vertice alto del rombo centrale, alle spalle quasi sicuramente di Higuain e Madzukic. Allegri vorrebbe dare un po’ di riposo all’ariete croato, reduce da ben undici partite consecutive tra i titolari, comprese due uscite con la sua Nazionale. Ma Dybala ha appena cominciato il rodaggio e, dopo i 10 minuti di mercoledì sera in Champions, difficilmente avrà più di un tempo di autonomia. Nessuna fretta, comunque. Allegri si accontenterebbe di riavere l’argentino al meglio per lo scontro diretto con la Roma (17 dicembre) e per la finale di Supercoppa italiana a Doha contro il Milan (23 dicembre). L’ARBITRO ROCCHI “SPAVENTA” I TIFOSI DEL TORO – “Cose già sentite…”. Le tre parole usate da Marchisio, per liquidare i (soliti) sospetti avanzati dal dg della Roma Mauro Baldissoni in merito alla squalifica di Strootman, andrebbero bene anche per commentare i mormorii granata che hanno accompagnato la designazione di Gianluca Rocchi per il derby di domenica all’Olimipico. Un grande classico, a detta dei sostenitori del Toro, almeno quanto “Una poltrona per due” in tivù nei giorni di Natale. Fu infatti l’arbitro di Firenze a dirigere due contestate stracittadine finite 1-0 per i bianconeri: quella del 30 settembre 2007, decisa da una rete al 93′ di Trezeguet segnata in posizione di fuorigioco non fischiato sinché non venne secondo taluni vanificata da un maldestro retropassaggio di Dellafiore, e quella del 25 ottobre 2008, decisa da una rete di Amauri al 48′, dopo un contropiede viziato da un fallo, non rilevato dall’arbitro, di Nedved su Rosina. Rocchi secondo il Toro protagonista negativo anche nel 3-0 del 1° dicembre 2012 allo Stadium, con i tre gol bianconeri arrivati dopo la discussa espulsione di Glik per un’entraraccia a centrocamo su Giaccherini. Il fischietto fiorentino, al 29esimo incrocio con la Signora (22 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte), ha anche diretto l’ultima stracittadina di campionato giocata allo Stadium, decisa da un gol sulla sirenza di Cuadrado dopo un sospetto fallo, non sanzionato, su Belotti.

NEDVED: “RIFIUTAI L’INTER DI MOU” – “Mi chiamò e mi disse: ‘mi piacerebbe venissi da me all’Inter, vogliamo vincere la Champions, che ne pensi?'”. Pavel Nedved, intervistato dal quotidiano ceco “Idnes”, rievoca quella telefonata ricevuta nella primavera del 2009 da Josè Mourinho. L’allora 36enne centrocampista ceco della Juventus stava per ritirarsi ma lo Special One mise sul piatto un ricco biennale. “Josè sapeva che ero terribilmente attratto dalla Champions perché non l’avevo mai vinta ma non funzionò, non potevamo essere compatibili. Lo avrei raggiunto in qualsiasi squadra del mondo ma all’Inter no, non avrei potuto farlo”. Nedved torna su Calciopoli, con lo scudetto 2006 tolto alla Juve e dato all’Inter. “In Italia lo chiamano lo scudetto di cartone, io non lo avrei mai accettato, non avrei mai potuto apprezzarlo”, spiega Nedved. Ma anche senza di lui, l’Inter in quella stagione riuscì a vincere la Champions. “Nessun problema, doveva andare cosi’, Mourinho la voleva”, aggiunge l’ex giocatore ceco, oggi braccio destro di Andrea Agnelli e che in occasione del successo dello Sparta Praga sui nerazzurri in Europa League ha spedito una cassa di champagne ai suoi connazionali per complimentarsi.

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Fonte: Repubblica

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