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Sampdoria-Bologna 3-1: rimonta doriana, rabbia rossoblù

GENOVA – Un clamoroso errore dell’addizionale di porta Marinelli, che induce a sbagliare l’incerto arbitro Fabbri, spiana la strada al terzo successo di fila della Sampdoria e getta il Bologna in uno psicodramma, terzo stop in una settimana, undici gol al passivo e solo due all’attivo, L’episodio decisivo di una partita che i blucerchiati hanno comunque dominato per lunghi tratti arriva al 35′ della ripresa: sul cross da destra del polacco Bereszynski, Pulgar tocca la palla con il gomito attaccato al fianco. Non è rigore e infatti Fabbri assegnerebbe il calcio d’angolo, ma dall’auricolare arriva un messaggio perentorio: stai sbagliando, lo avverte Marinelli, il giocatore del Bologna ha colpito con la mano, va punito con un tiro dal dischetto. Passano diversi secondi e Fabbri, convinto, indica il dischetto, commettendo uno sbaglio fatale e scatenando le proteste dei giocatori di Donadoni. La gara era sull’uno a zero per gli ospiti, il Bologna, con poche forze anche a causa dell’impegno infrasettimanale, la sconfitta assurda in undici contro nove con il Milan, era asserragliato nel proprio fortino, ma non dava l’impressione di poter crollare. Con il passare dei minuti stava accarezzando l’idea di portare via da Genova l’intera posta, una robusta medicina per i suoi travagli, quel rigore stava mandando all’aria tutti i suoi piani.

Muriel, dopo aver beffato Donnarumma a San Siro, non ha tradito nemmeno stavolta, ha lasciato sul posto al 37′ della ripresa Da Costa e da quel momento è iniziata un’altra partita. Mentre il Bologna si è addormentato sulle proteste (espulso il direttore sportivo Bigon che era in panchina), i blucerchiati, ottenuto l’uno a uno, con una zampata capace di pareggiare l’iniziale vantaggio di Dzemaili al 18′ del primo tempo (siluro dal limite dell’area che termina la corsa all’incrocio dei pali con Viviano incolpevole), si sono buttati in avanti a testa bassa e nel giro di sessanta secondi hanno capovolto definitivamente il verdetto. A sbagliare in questo caso è stato Torosidis, Djuricic (ingresso in campo di nuovo determinante come sette giorni prima  a Milano) ha rubato palla e ha subito messo in movimento Schick. Il boemo ha controllato alla perfezione e ha infilato Da Costa, facendo esplodere con il suo sesto sigillo in campionato lo stadio.
 

Partita chiusa, anche perché il Bologna, che tanto si era difeso, non ne aveva più. La Sampdoria, che non brilla per cinismo, prima di mettere una pietra sopra sul mancato equilibrio con il tre a uno, a seguito di una scellerata deviazione nella propria porta di Mbayè su cross di Schick (il maldestro intervento serviva ad anticipare Quagliarella), avrebbe potuto andare in gol altre due volte, con Quagliarella (difesa che sventa alla disperata) e Praet (anticipato nell’attimo che conta). Il finale è stato un autentico monologo e tanto è bastato per legittimare il successo blucerchiato. Resta però l’episodio controverso che finisce per condizionare il tutto, anche il lungo predominio della Sampdoria sino al pareggio (incredibile errori sotto porta di Muriel nel primo tempo ne di Bruno Fernandes nella ripresa) e le buone cose del Bologna nella prima parte, come il palo colpito da Donsah sullo zero a zero. Un errore che fa invocare a Donadoni la moviola in campo, per un tecnico che non accetta e fatica a trattenere la sua rabbia: “Se fosse successo all’Inter o alla Juve se ne parlerebbe per mesi, non si può rovinare così una partita, gli sforzi dei miei ragazzi, il loro lavoro settimanale. E’ un’ingiustizia che non si può tollerare”. Da parte di un arbitro, Fabbri, che guarda caso giusto un anno fa, con Bologna e Sampdoria in campo ma in Emilia, aveva di nuovo, sbagliando, determinato il punteggio finale. Di nuovo una mano galeotta di Alvarez, un rigore fasullo, i blucerchiati inferociti. Fabbri ha compensato. Ma nessuno è contento.     serie A

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Fonte: Repubblica

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