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Milan-Empoli 1-2, i toscani passano con Mchedlidze e Thiam

MILANO – Il 2-2 nel derby cino-milanese ha lasciato scorie impensabili, equamente ripartite tra le due grandi decadute. L’Inter è crollata a Firenze e il Milan l’ha clamorosamente imitata a nemmeno 24 ore di distanza, scivolando in casa sull’Empoli. La caduta milanista è stata doppiamente sciagurata. Montella aveva il primo di quattro match-ball per la qualificazione all’Europa League, a spese appunto dell’Inter: battendo l’Empoli e poi Crotone, Bologna e Cagliari, si sarebbe perfino potuto permettere di perdere contro Atalanta e Roma. Ora, invece, è atteso domenica da una trasferta, in Calabria, che somiglia a una specie di ordalia. Il Crotone crede più che mai nella salvezza e l’Empoli, rintuzzandone l’attacco al diciassettesimo posto, ha appena dimostrato che da qui al 28 maggio non esistono partite scontate.

EL KADDOURI UOMO IN PIU’ – Che questa non lo fosse affatto lo si è capito dal primo tempo, uno tra i peggiori della stagione del Milan. Impastoiato in una metà campo quanto mai affollata, non ha saputo alzare il ritmo: sarebbe stata l’unica soluzione utile a garantirgli la superiorità numerica, perché i dribbling in velocità di Deulofeu, ben marcato da Laurini, e quelli a rientrare di Suso stavolta non funzionavano. Né Lapadula, preferito a Bacca ma imbavagliato dal tonico duo Bellusci-Barba, offriva agli esterni l’opportuno riferimento centrale. La mossa aggirante – l’accentramento frequente di Suso, in posizione da trequartista, per permettere le discese sulla destra di Calabria terzino-ala – è riuscita soltanto parzialmente, fino a quando Martusciello non ha deciso di sfruttare sulla stessa fascia le incursioni di Croce, El Kaddouri e talvolta di Mchedlidze. Ma i duelli decisivi l’Empoli li ha vinti a centrocampo. Croce, grazie alla capacità di sdoppiarsi in fase difensiva e offensiva, ha tolto spazio all’opaco Pasalic. E Dioussé, con i suoi tentacoli, ha impedito a Mati le solite digressioni. La sfida tra i due registi dirimpettai piuttosto lontani l’uno dall’altro, Josè Sosa e Josè Mauri uniti dal nome e dalle scarse munizioni, è a quel punto diventata meno importante, con la differenza che Sosa trovava nella sua zona la presenza del trequartista avversario El Kaddouri come ostacolo aggiuntivo.

ZAPATA DISTRATTO – Malgrado le difficoltà tattiche, il Milan sembrava comunque in grado di passare prima o poi in vantaggio attraverso la prevalenza nella gestione del palleggio: altre volte, in effetti, la logica della squadra che fa spiovere più palloni nell’area altrui è stata premiata. In questo caso, però, le deboli avvisaglie – Suso due volte liberato al tiro da fuori, Lapadula alla girata  centrale su cross di Calabria, Deulofeu al tentativo di giro a lato – si sono esaurite in un quarto d’ora. L’Empoli ha retto il debole urto senza spaventarsi. Anzi, ha cominciato a spaventare il Milan con El Kaddouri, che si è avventato con molto fiuto sullo sventato retropassaggio di Zapata, ma ha cercato un vezzoso tunnel a Donnarumma. Il reprobo si è fatto perdonare dall’allenatore con qualche proficuo dribbilng, che ha fruttato l’ammonizione di Sosa e un paio di punizioni. Infine, prima dell’intervallo, ha calciato il corner dell’1-0 per il colpo di testa di Mchedlidze, favorito dall’intelligente  blocco di Thiam sui saltatori milanisti e dalla sommaria marcatura del distrattissimo Zapata.

SUSO, CHE PASTICCIO – Lo svantaggio non era certo preventivato da Montella, che ha tuttavia atteso, prima di modificare l’assetto della squadra, nell’evidente speranza che a inizio ripresa il risultato venisse riacciuffato in fretta. Così non è stato e la colpa ricade su Suso: tante volte provvido in questa stagione, il fantasista spagnolo ha gettato al vento l’occasione per definizione: un calcio di rigore. Mentre Martusciello era stato costretto a rimpiazzare l’infortunato goleador Mchedlidze con l’ex rossonero Maccarone, il Milan ha mantenuto la stessa formazione, accentuando la presenza sotto porta. Skorupski, sotto pressione, ha smanacciato un’avventurosa girata di Lapadula e ha poi ostacolato l’accorrente Pasalic, che è crollato a terra. Il fischio di Gavillucci pareva l’avvio della consueta rimonta. Invece Suso si è fatto ribattere dal portiere sia il rigore, con i piedi, sia la successiva mezza rovesciata, in tuffo. Montella ha allora deciso il sistema più offensivo: con Bacca per Mati, ha varato il 4-2-4.

L’INTUITO DI MARTUSCIELLO – Ma la gara delle sostituzioni l’ha vinta Martusciello. Se il neoentrato milanista Bacca ha subito mancato una deviazione nell’area piccola, il neoentrato empolese Zambelli ha sfornato subito il cross del 2-0: torre di Maccarone, controllo di Thiam e destro sotto la traversa. Nella circostanza l’immobilismo di Zapata su Maccarone e il ritardo di Paletta su Thiam hanno fatto rimpiangere assai Romagnoli, in panchina con un ginocchio dolorante. A quel punto, a 23′ dalla fine, è cominciata, inevitabile, un’altra partita, col Milan sbilanciatissimo all’assalto e l’Empoli copertissimo, a difesa della vittoria. El Kaddouri ha sparato su Donnarumma il possibile 3-0 e Montella, inserendo anche Ocampos al posto di De Sciglio, ha inseguito il bis dello spregiudicato modulo che gli era valso il 2-2 nel derby.

DE SCIGLIO FISCHIATO – Stavolta la sostituzione del capitano – oltre a ribadire che il modulo dell’estrema emergenza è il 3-2-1-4 con Suso trequartista, Deulofeu esterno destro e il maggior numero possibile di punte – ha certificato lo strappo tra la folla di San Siro e De Sciglio: il pubblico lo ha fischiato, giudicandolo colpevole di non volere rinnovare il contratto e prestando fede alle voci che lo vogliono alla Juventus nella prossima stagione. Dopo l’affrettata sentenza, i tifosi hanno applaudito il gol di Lapadula, che ha riaperto i giochi con un’azione personale, chiusa da un sinistro radente dopo conversione da destra.

CRAMPI E PROTESTE – La fase delle mischie, in cui il caos imperava, è stata inaugurata da una scempiaggine di Skorupski, che ha ripreso per due volte il pallone con le mani, causando un calcio di punizione a due sulla linea dell’area piccola: i calciatori dell’Empoli, schierati sulla linea di porta, sono diventati l’emblema del finale. Nel quale, al di là dell’altissima densità di popolazione nell’area di Skorupski e dell’ingresso di Honda per Suso, vanno segnalati tre episodi: la traversa colpita da Ocampos, con un sinistro ravvicinato, e le due formidabili parate di Donnarumma, che ha stoppato prima Maccarone e poi Thiam, entrambi lanciatissimi in fuga solitaria. E’ il rovescio della medaglia del fatale sbilanciamento del Milan, che con un altro portiere avrebbe probabilmente incassato il terzo gol. L’Empoli ha vinto comunque e le proteste di Montella e dei suoi giocatori, che chiedevano conto a Gavillucci (il recupero è stato di 7’30”) delle perdite di tempo degli avversari colti da crampi, simboleggia la frustrazione per una sconfitta davvero imprevista.

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Fonte: Repubblica

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