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Juventus, Allegri: “E’ derby scudetto, da vincere pe forza”

ROMA – Lo champagne è già in fresco, ma Massimiliano Allegri invita giustamente la Juve a restare sul pezzo: “Non abbiano ancora raggiunto la finale di Cardiff”. E ancora: “L’unica certezza, a oggi, è la finale di Coppa Italia”. Dal fronte del rinnovo del contratto arrivano segnali positivi, risposte meno sbrigative rispetto a quella telegrafica data qualche giorno fa a Monaco: “Ci incontreremo il prima possibile – assicura il tecnico -, ma non ci sono problemi. Non vedo perché separarsi”. Nessun anno sabbatico in caso di triplete: “Io una stagione fermo non ci sto. No, non andrò sull’Himalaya”. Turnover moderato, domani sera allo Stadium contro il Torino: Allegri vuole chiudere al più presto la pratica tricolore: “Dobbiamo ottenere per forza un risultato positivo, è un derby-scudetto. Dopodiché vedremo cosa avrà fatto la Roma”. Turno di riposo per Buffon, Dani Alves, Chiellini e Alex Sandro. In porta ci sarà Neto protetto da Bonucci e Benatia, con Lichtsteiner e Asamoah esterni. A centrocampo largo a Khedira e Pjanic, con Cuadrado-Dybala-Mandzukic alle spalle di Higuain, chiamato a bissare la doppietta del derby di andata.

Massimiliano Allegri, dopo l’Atalanta e il Monaco la sua Juve domani affronterà il Toro: quante similitudini vede tra queste squadre?
“Giocano in modo abbastanza simile, con elementi che hanno caratteristiche analoghe. Tutte e tre giocano molto in verticale, hanno qualità e buona tecnica davanti”.
Mihajlovic vi ha spiato spesso, anche in trasferta: un’arma in più per il Toro?
“Mihajlovic è un bravo allenatore che sta facendo bene, il suo Torino ha giocatori di qualità, ma per noi la partita di domani sarà molto importante, perché è un derby e perché vale lo scudetto”.
Che tipo di partita sarà quella di domani allo Stadium?
“Una sfida difficile, il Toro è in condizione, giocherà in modo aggressivo Noi dobbiamo controbattere e ottenere per forza un risultato positivo. Pensiamo a vincere, dopodiché vedremo il risultato della Roma”.
Belotti vale davvero 100 milioni? Lo vorrebbe alla Juventus?
“Andrea è un giovane che è crescitiuo molto. Ha grandi prospettive, sarà il centravanti della Nazionale per tanti anni. Belotti ha qualità straordinarie, ma non so se vale 100 milioni oppure no: non sono un uomo di mercato. Il problema è che lui e Higuain non starebbero insieme nemmeno con la colla”.

Belotti e Dybala sono i migliori giovani del campionato?
“Sì, ma la Serie A sta mettendo in mostra molti giocatori importanti, nonostante venga spesso denigrata. Guarda caso, poi, le grandi squadre straniere pescano spesso qui da noi”.
Chi ha più bisogno di riposare? Quanto turnover farà?
“Deciderò dopo l’allenamento. Abbiamo tre partite in sei giorni, di cui una già affrontata. Ho dei giocatori che mi permettono di cambiare, come abbiamo fatto negli ultimi mesi. Davanti, senza Pjaca, ci saranno sempre gli stessi. Ma dietro e a metà campo ho sempre fatto delle modifiche. Non credo che qualche rotazione possa pregiudicare la nostra prestazione”.
Il turnover può riguardare anche Buffon? E Bonucci sarà della partita?
“Leo ci sarà, Gigi no: gioca Neto”.
E l’uomo-derby Marchisio?
“E’ difficile che giochi, valuteremo oggi pomeriggio. Claudio a Monaco ha fatto una partita intensa. Nelle ultime due settimane è cresciuto sia dal punto di vista fisico che mentale. E’ quasi tornato il Marchisio pre infortunio, e questo è un bene per lui, per la Juve e per la Nazionale”.
Lui, Buffon e Dybala hanno provato a stemperare il clima pre-derby.
“Giusto così. Il derby è un evento bello di cui la città di Torino deve andare fiera. Bisogna però che i tifosi si comportino in modo educato, andando allo stadio per sostenere la propria squadra. Quanto a Superga, di fronte alle tragedie non ci sono colori né bandiere: serve soltanto grande rispetto”.
E’ in arrivo una partita maschia: terrà Dybala a riposo per evitare problemi?
“Saremo aggressivi anche noi. Abbiamo sempre grande rispetto delle squadre che affrontiamo. Se siamo così in alto è anche perché abiamo battuto tante formazioni dalla zona Uefa in giù”.
Scudetto, prima arriva e meglio è? Non teme cali di tensione in vista del finale di stagione?
“Intanto vediamo cosa farà la Roma domenica a Milano. Detto questo, non abbiamo ancora raggiunto la finale di Cardiff. E se otterremo il pass, prima avremo la finale di Coppa Italia. Un passo alla volta, ora sotto con il derby”.
La Juve è al top a livello di mentalità e atteggiamento?
“No, c’è sempre modo e tempo di migliorare. Siamo in buona condizione fisica, a Monaco abbiamo fatto un’ottima prestazione e ottenuto un buon risultato, ma al ritorno si potrà fare meglio dal punto di vista del gioco”.
Come si fanno a tenere sempre alte l’attenzione e la condizione?
“Arrivare in fondo non è mai semplice. Di certo, i venti giorni che passeranno da domani alla fine della stagione vanno vissuti con grande entusiasmo e desiderio di arrivare in fondo. Perché certe cose non capitano tutti gli anni… Ora però dobbiamo pensare soltanto al derby”.
A che punto è il rinnovo del suo contratto?
“Ora non ha senso parlarne. Non è una proprità. Ho un accordo fino al 2018 e sto bene qui. Con la società ci incontreremo il prima possibile. Non ci sono problemi”.
In caso di triplete si prenderà un anno sabbatico per andare sull’Himalaya?
“No, ripeto: io un anno fermo non ci sto. Non vado sull’Himalaya. Quando smetto, smetterò per davvero. Poi se non mi vuole nessuno dovrà fermarmi per forza… Ora facciamo quello che dobbiamo fare, poi discuteremo tutto. Al di là dei risultati, non vedo perché bisognerebbe separarsi”.
La Juve può fare la storia: che clima si respira?
“Ripeto: pensare alla finale di Champions può mandare fuori giri. L’unica certezza, a oggi, è la finale di Coppa Italia”.
La Juve non potrà festeggiare lo scudetto e l’eventuale Coppa Italia oppure sarà possibile alzare un po’ il gomito?
“Quando raggiungi gli obiettivi, è giusto celebrarli. Se c’è da festeggare si festeggia, poi però si riattacca l’interruttore del lavoro”.
E’ stupito dalle recenti prodezze di Buffon e di Cristiano Ronaldo?
“Sono due esempi, Gigi ancora di più, forse perché lo conosco meglio. Tutto sta nella serietà e nella professionalità. Per giocare a calcio ci vogliono anche testa e voglia di sacrificarsi, due cose che i giovani di oggi possiedono poco. Per giocare 10-15 anni in A ci vogliono grandi qualità morali”.
Che effetto fa essere uno degli allenatori più forti del mondo?
“Nel calcio, più degli elogi, conta vincere. Anche perché quando perdi diventi subito scarso. Le opinioni cambiano da un minuto all’altro. La forza è avere grande equilibrio”.
Un suo commento sull’idea di ritirare la maglia numero 10 di Totti.
“Quando Totti dirà la sua allora si potranno fare commenti. Stiamo comunque parlando di un giocatore unico che ha avuto una carriera straordinaria”. 
  juventus

serie A
Protagonisti:
massimiliano allegri

Fonte: Repubblica

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