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IL PIANOFORTE DI REMO ANZOVINO TRA LE MURA DEL CASTEL SANT’ELMO

Tra gli appuntamenti musicali estivi più interessanti a Napoli  c’è l’evento al Castel Sant’elmo, con protagonisti il pianista pordenonese Remo Anzovino e tre pilastri della cultura musicale napoletana. Sul palco, assieme ad Anzovino, i tre proporranno brani del loro repertorio, contaminati dal piano di Remo. Anteprima assoluta nazionale il concerto.

<<È stata una di quelle alchimie che raramente capitano, e come ogni cosa rara ha prodotto un lavoro straordinario>>. Così Remo Anzovino parla della collaborazione con i grandi artisti partenopei. Il pianista (nella foto di Riccardo Piccirillo con Tony Esposito ed Enzo Gragnaniello): avvocato penalista e musicista. Se il pianoforte fosse donna, sarebbe la sua amante, la sua musa ispiratrice. Il piano ama suonarlo e scuoterlo, adora il suo suono. La sua musica è essenza che accompagna le note e fanno viaggiare con la mente, immaginando luoghi, attimi, immagini, tempi, storie e persone che non hai mai visto, che prendono forma a suon di melodia.

La musica di Remo Anzovino evoca sensazioni che tocca la mente e il cuore. Artista di una forte e definita personalità, il suo estro creativo, il suo modo unico di essere: fuori dagli schemi, lontano dalla massa. Definito dai giornalisti e dai critici: genio.

Remo ci parli del suo concerto che farà a Napoli il 19 luglio a Castel Sant’Elmo…

«Voglio regalare a Napoli e ai napoletani, la mia musica, sarà un grande evento. Sono nato a Pordenone, ma di sangue totalmente napoletano, torno in concerto nella “mia” Napoli e lo faccio in una veste unica e speciale: saranno, infatti, ospiti importanti del mio concerto tre giganti della musica partenopea, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito e Marco Zurzolo, in una serata che vedrà intrecciare la mia lingua musicale con quelle degli straordinari ospiti».

Castel Sant’Elmo nella Piazza d’Armi, scenario mozzafiato che domina la città…

«Pazzesco, un panorama da fiaba, che domina la città.  Napoli è un concetto. Lontanissimo dalla cartolina. Un po’ come New York. Napoli è per me un mondo, dove si allargano gli orizzonti interiori: storia, cultura, contraddizioni, cose da imparare in fretta. In mezzo alla gente, in metropolitana, la musica – che è la mia lingua – qui assume connotati nuovi, sempre protesi alla ricerca di un’emozione nuova, vera, lontana dalle apparenze. Il mio concerto a Sant’Elmo ha per me un valore molto simbolico perché significa ricongiungermi col mio sangue, essendo di Napoli entrambi i miei genitori, che mi hanno trasmesso in quella che è una comune storia di emigrazione italiana degli anni settanta, i valori universali di Napoli, in primis la tolleranza. Per questo ho proposto a tre grandissimi artisti di Napoli di essere ospiti del mio concerto per unire nel nome di questi valori le nostre culture musicali».

Che cosa rappresentano per lei Gragnaniello, Zurzolo e Tony Esposito?

«Enzo Gragnaniello, che per me semplicemente è Napoli, che ha nutrito con la sua poesia le sue composizioni, la sua voce fatta di tufo il mio immaginario fin da bambino e indicando agli artisti più giovani come me, attraverso I suoi capolavori e attraverso il suo esempio, sempre una via fatta di coerenza e assoluta autenticità. Tony Esposito, che ho scoperto da adolescente, rimanendo folgorato da quella pietra miliare della musica strumentale, “Rosso Napoletano”, che ha tracciato a livello mondiale una nuova visione pittorica ed esperienziale nel linguaggio delle percussioni. Marco Zurzolo, che ha profondamente innovato il jazz mediterraneo, allargando gli orizzonti di tutti quelli come me che iniziavano una decina di anni fa a fare dischi. Sarà per me molto avvincente intrecciare le mie composizioni alle loro, abbattendo qualunque confine».

Doveva essere con lei sul palco anche Rino Zurzolo?

«Sì, anche il Maestro Rino Zurzolo, che per me è semplicemente il Farinelli del contrabbasso con cui stavamo decidendo cosa suonare assieme. Con Marco abbiamo pensato di suonare sul palco una sua composizione, in quello che sarà il primo nostro omaggio alla grandezza delle composizioni di Rino Zurzolo».

I  suoi dischi strumentali  sono volati in classifica, andando a piazzarsi al primo posto…

«Non mi sembrava vero. Andai al primo posto con il disco “L’alba del tram” dedicato a Pasolini. Testo di Giuliano Sangiorgi dei Negroamaro e musica mia.  Immensa gioia, dopo un duro lavoro».

Il concerto di Napoli sarà una delle poche occasioni estive per assistere ad un’esibizione dal vivo di Remo Anzovino, impegnato attualmente alla finalizzazione del nuovo disco. Infatti, a cinque anni dall’ultimo disco “Viaggiatore Immobile” che, grazie alla composizione “9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)”, gli è valsa un riconoscimento in Campidoglio, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, alla fine dell’estate 2017 uscirà per Sony Music il nuovo atteso album di inediti registrato tra Tokyo, Parigi, Londra e New York.

Carlo Ferrajuolo

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