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Corcione: Pau10, ora diventa leader

Un numero non è per sempre, anche se per anni ha contraddistinto un calciatore che valeva 100-1000 diamanti. E’ giusto così, nel calcio (habitat naturale della nostalgia) cade il luogo comune più recente, ma già troppo frequentato dall’esercito degli ordinari, i portatori del pensiero scontato. La Juventus dei sei scudetti riassegna la maglia numero 10 per affidarla a Dybala, la più pura espressione di genio calcistico che la squadra possa esibire oggi. Più di Higuain, altro argentino che la numero nove l’ha trovata pronta nello spogliatoio, quasi fosse tutto già deciso dal Senato dei Grandi Juventini. E a nessuno venga in mente di costruire paragoni scientifici con il passato: ogni talento è figlio del proprio tempo, della propria generazione. In Brasile nessuno si aspetta di trovare per caso un nuovo Pelé, proprio come a Napoli nessun tifoso rinuncerebbe mai a celebrare la grandezza irraggiungibile di Maradona, senza che ci sia stata alcuna dimostrazione popolare di intolleranza quando quel numero magico identificò per qualche tempo le oneste spalle di Pampa Sosa. Questo non toglierà fascino alla sfida – interna all’universo juventino – con Del Piero, nata durante una diretta di Sky Sport; anzi quella fu una fondamentale intuizione che restituirà al calcio parte del fascino perduto.

Ecco di che cosa ha indifferibile bisogno il calcio: di trovare scatti d’inventiva, guizzi d’ingegno. La fantasia al potere, insomma, in un mondo popolato da troppi oscuri mediani e tanti aspiranti furbetti della clausola. Anche l’investitura di Dybala può trasformarsi in un cambiamento d’onda, non è un caso che sia arrivata dopo la chiusura del rapporto con Bonucci, testimone di un’epoca costruita indipendentemente dai numeri di maglia. Bonucci era un leader, proprio quello che ora si chiede a Paulo di diventare. In fretta, e tutto può aiutare a centrare lo scopo, anche un numero. Il dettaglio che sia il 10 aumenta il peso della comunicazione, come la ratifica di Alex, l’ultimo titolare  di quel simbolo che lo abbia gestito come lo scettro del trono juventino. Più di Pogba o di Tevez che restano grandi e indimenticabili campioni, pur non avendo regnato. Quelle furono  tentativi (falliti dopo pochi mesi) di legare alla bandiera bianco e nera dei calciatori che con la loro arte avevano impreziosito l’opera collettiva, adesso occorre anche chi il capolavoro lo concepisca, prima di realizzarlo con il contributo di tutti. Il difficile per il nuovo 10 verrà dopo la consegna  della maglia: comincerà subito l’operazione di legittimazione, dentro e fuori del campo. Nell’attesa godiamoci per una volta questa normalizzazione: sarà più semplice spiegare a un ragazzino che ruolo svolga quel signore,  Molto più arduo sarebbe identificare mansioni e responsabilità di un 49 o di un 91. Grazie per averci risparmiato questa fatica.

Ecco di che cosa ha indifferibile bisogno il calcio: di trovare scatti d’inventiva, guizzi d’ingegno. La fantasia al potere, insomma, in un mondo popolato da troppi oscuri mediani e tanti aspiranti furbetti della clausola. Anche l’investitura di Dybala può trasformarsi in un cambiamento d’onda, non è un caso che sia arrivata dopo la chiusura del rapporto con Bonucci, testimone di un’epoca costruita indipendentemente dai numeri di maglia. Bonucci era un leader, proprio quello che ora si chiede a  Paolo di diventare. In fretta, e tutto può aiutare a centrare lo scopo, anche un numero. Il dettaglio che sia il 10 aumenta il peso della comunicazione, come la ratifica di Alex, l’ultimo titolare  di quel simbolo che lo abbia gestito come lo scettro del trono juventino. Più di Pogba o di Tevez che restano grandi e indimenticabili campioni, pur non avendo regnato. Quelle furono  tentativi (falliti dopo pochi mesi) di legare alla bandiera bianco e nera dei calciatori che con la loro arte avevano impreziosito l’opera collettiva, adesso occorre anche chi il capolavoro lo concepisca, prima di realizzarlo con il contributo di tutti. Il difficile per il nuovo 10 verrà dopo la consegna  della maglia: comincerà subito l’operazione di legittimazione, dentro e fuori del campo. Nell’attesa godiamoci per una volta questa normalizzazione: sarà più semplice spiegare a un ragazzino che ruolo svolga quel signore,  Molto più arduo sarebbe identificare mansioni e responsabilità di un 49 o di un 91. Grazie per averci risparmiato questa fatica.

Ecco di che cosa ha indifferibile bisogno il calcio: di trovare scatti d’inventiva, guizzi d’ingegno. La fantasia al potere, insomma, in un mondo popolato da troppi oscuri mediani e tanti aspiranti furbetti della clausola. Anche l’investitura di Dybala può trasformarsi in un cambiamento d’onda, non è un caso che sia arrivata dopo la chiusura del rapporto con Bonucci, testimone di un’epoca costruita indipendentemente dai numeri di maglia. Bonucci era un leader, proprio quello che ora si chiede a  Paolo di diventare. In fretta, e tutto può aiutare a centrare lo scopo, anche un numero. Il dettaglio che sia il 10 aumenta il peso della comunicazione, come la ratifica di Alex, l’ultimo titolare  di quel simbolo che lo abbia gestito come lo scettro del trono juventino. Più di Pogba o di Tevez che restano grandi e indimenticabili campioni, pur non avendo regnato. Quelle furono  tentativi (falliti dopo pochi mesi) di legare alla bandiera bianco e nera dei calciatori che con la loro arte avevano impreziosito l’opera collettiva, adesso occorre anche chi il capolavoro lo concepisca, prima di realizzarlo con il contributo di tutti. Il difficile per il nuovo 10 verrà dopo la consegna  della maglia: comincerà subito l’operazione di legittimazione, dentro e fuori del campo. Nell’attesa godiamoci per una volta questa normalizzazione: sarà più semplice spiegare a un ragazzino che ruolo svolga quel signore,  Molto più arduo sarebbe identificare mansioni e responsabilità di un 49 o di un 91. Grazie per averci risparmiato questa fatica.

Fonte: SkySport

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