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Esclusiva firmata Marino Bartoletti – Una Sventura da cancellare… Ripartiamo!

Un disastro forse annunciato

di Marino Bartoletti
PREMESSA – Non avrei mai scelto Ventura come Commissario Tecnico della Nazione. Lo so che è maramaldo dirlo, ma lo dico proprio per tentare una non facile strada del perdono per i suoi peccati che sono stati tanti e sono stati disastrosi (e ai quali la decorosa e forse neanche tanto fortunata partita di San Siro contro i catenacciari svedesi non ha aggiunto, né tolto nulla). Non avrei mai scelto Ventura perché – e lo affermo da suo coetaneo – un uomo della nostra età deve sempre avere la lucidità di capire qual è un punto di partenza e qual è un punto d’arrivo della carriera e della vita. Lui non l’ha capito e ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza al ruolo a cui era stato chiamato. Passando alla storia, pur nella sua decennale dignità professionale, come il secondo CT  a non aver portato in quasi un secolo ai Mondiali (oltretutto a 32 squadre) una delle più forti potenze calcistiche (potenzialmente) esistenti.

CORREITÀ’ – Ma mentre Ventura – diciamo dalla suicida trasferta spagnola in poi si dibatteva fra la rottura prolungata e la totale confusione mentale – cosa faceva la Federazione che gli aveva dato quell’incarico? Cosa faceva per la Nazionale l’uomo che aveva scelto Ventura e che nel frattempo alla presidenza federale aveva aggiunto anche il ruolo di commissario della Lega Calcio, diventando così il “capo di tutto” e che ciononostante non era neanche stato in grado di convincere le “sue” società a regalare una settimana in più al Commissario Tecnico per preparare al meglio la fase più delicata della stagione pre-mondiale?
SOSPETTO – In realtà Tavecchio e Ventura sono l’identica faccia della stessa medaglia: e cioè l’incapacità di un movimento che era stato trainante e vincente di allinearsi alla contemporaneità, cercando di crescere e di guardare al futuro. Il calcio italiano, per opportunismo, egoismi privati, pigrizia, spero non codardia ha scelto Tavecchio: e Tavecchio ha scelto Ventura. E la Nazionale è affondata. E qui nasce il sospetto: non sarà per caso quello che si voleva da parte di chi vede in quella obsoleta “cosa azzurra” un fastidioso ostacolo per la coltivazione e la realizzazione dei propri, personalissimi e ben più convenienti interessi?
CONCLUSIONE – Non so che ne sarà della Nazionale (che di qui a giugno vivrà i mesi più malinconici della sua esistenza). So solo che fra una dimissione a l’altra qualcuno dovrà fare una telefonata a Carlo Ancelotti, curiosamente libero da impegni e dargli carta bianca: anzi, carta azzurra. E che Ancelotti, allenatore di fama planetaria, vincitore ovunque, persino molto esperto di avventure mondiali (USA ’94), ormai appagato su tutti i fronti (economici e di gloria), libero e padrone di non dover guardare in faccia a nessuno NON AVRA’ SCUSE PER NON ACCETTARE.

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