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Mimmo Carratelli: ecco perché il mercato è un dovere

Non è successo niente, o quasi. L’Inter (5-0 facile sul Chievo) passa in testa dopo lo stop del Napoli contro la Juve. Campionato incerto. Quattro squadre al vertice in cinque punti. La Lazio più staccata. Il Napoli un punto dietro l’Inter, un punto davanti alla Juventus, quattro davanti alla Roma che ha una partita in meno. Sino a marzo-aprile, l’importante è restare incollati al vertice.
Come stanno gli avversari degli azzurri? L’Inter ha il vantaggio di non dovere sopportare lo stress delle coppe ed è accompagnata da sonore trombe mediatiche. La Juve è sempre capace di qualsiasi rimonta, ha una rosa che le consente favorevoli varianti tattiche ed ha la suggestione storica che smonta le rivali medio-piccole. La Roma ha valide alternative per ogni ruolo. La Lazio è formazione solida. Ma il Napoli non è finito. Questo suo momento di pausa può solo essere un passaggio obbligato, un calo naturale per tutti in un dato momento della stagione, prima di riprendere una marcia spedita.
Nei confronti diretti tra le prime cinque, il Napoli è la squadra che li ha giocati tutti (vittorie esterne con Roma e Lazio, pari con l’Inter e sconfitta con la Juve al San Paolo). Nel girone d’andata, restano da giocare Juventus-Inter, Juventus-Roma, Inter-Lazio. Il Napoli potrà avvantaggiarsene. La classifica si muoverà ancora. Ecco perché non è successo niente, o quasi.
In campionato, il Napoli ha perduto dopo 26 risultati positivi (22 vittorie, 4 pareggi). Non perdeva da febbraio. La Juve ha vinto al San Paolo alla sua maniera pratica. Passata in vantaggio, ha gestito la gara lasciando l’iniziativa al Napoli però fuori l’area di Buffon. Vecchia storia. Il Napoli ha giocato il match non al massimo delle condizioni. La squadra ha perso brillantezza. I cambi sono ruolo per ruolo. Nessuna sostituzione è in grado di spaccare le partite e manca un’alternativa offensiva (Milik). Senza contare che le alternative più valide si esauriscono a centrocampo. Sarri opera leggere varianti tattiche nel corso delle gare, quando è necessario, senza risultati evidenti.
C’è una pacata delusione per la sconfitta contro la Juve, sfida sempre molto sentita a Napoli a prescindere dalle posizioni in classifica. La maturità dell’ambiente è un dato molto positivo. Sono finiti i tempi passionali e sanguigni. Forse, oggi, ci sono più competenza e un modo più disteso di seguire il calcio. La maturità dell’ambiente aiuta la squadra a restare serena. Non ci sono pressioni negative. Niente è compromesso. Con molto realismo Sarri ha espresso il suo pensiero sul Napoli. Questi siamo in questo momento, ha detto. Ha fatto i complimenti alla squadra per l’impegno generoso contro la Juve.
Si sono appannati il gran finale del campionato scorso e lo slancio iniziale di questa stagione. Il Napoli ha assorbito i pesanti rovesci col Manchester City, ma è evidente che la Champions prosciuga le energie nervose. L’impegno del ritorno con lo Shakhtar ha lasciato il segno. E non si tratta di avere una rosa poco determinante nelle sostituzioni. Anche le maggiori squadre europee accusano la fatica dopo le gare infrasettimanali di coppa. Il Napoli ha anche anticipato la preparazione per i play-off di agosto contro il Nizza. Forse, ne sta pagando le conseguenze, anche se i dati del laboratorio di monitoraggio dello staff del tecnico escludono un deficit di condizione fisica preoccupante.
I limiti obiettivi del Napoli sono noti. Non è una squadra che sappia risolvere le partite sui calci da fermo. Non ha, tra i suoi campioni, il giocatore che da solo decide una gara. Gli esterni di difesa sono modestamente incisivi in fase d’attacco. Non ha la fisicità delle altre concorrenti di testa. Ha difficoltà a saltare l’uomo individualmente: lo salta con i triangoli. Nel conto negativo, l’assenza di Ghoulam è pesante. Quando torneranno la velocità del gioco e la lucidità delle giocate i limiti saranno oscurati. Intanto, c’è da fare i conti con la pubalgia di Insigne, una tegola maggiore dell’infortuno di Ghoulam.
È difficile che Sarri, conservatore per suo conto, voglia mischiare le carte ritoccando profondamente la formazione. Forse, è tra quei tecnici, non solo vecchia maniera, che ritengono le partite più allenanti degli allenamenti. Inoltre, ritiene taluni titolarissimi, sebbene in ombra, irrinunciabili per l’apporto di intelligenza calcistica.
Ci sono, ora, due appuntamenti fondamentali che per Sarri escluderebbero qualsiasi rivoluzione, a parte la scontata rotazione di forze fresche in corso d’opera. La trasferta Champions di Rotterdam (mercoledì col Feyenoord) va giocata al massimo, anche se le sorti del girone europeo non dipendono esclusivamente dagli azzurri, e la partita con la Fiorentina al San Paolo (domenica pomeriggio) è da vincere per riguadagnare la migliore posizione di vertice profittando degli scontri diretti delle avversarie di testa.
Naturalmente, si parla del mercato di gennaio che però è un mercato d’emergenza, difficilmente offre pezzi pregiati. Il Napoli ha comunque il dovere di cercarli, ma non in prospettiva perché questa è la stagione della maggiore ambizione e ora bisogna battere il ferro. Servirebbero giocatori esperti, già pronti, per l’attacco e gli esterni di difesa. Inglese non basterà. In ogni caso, dovrebbero essere giocatori compatibili per inserirsi immediatamente nel gioco di Sarri. L’impressione è che non vedremo in scena nuovi attori di forte suggestione e capacità. Toccherà ai titolarissimi e ai rincalzi più pronti arrivare sino in fondo e nel miglior modo possibile. La pausa invernale, quest’anno più breve, dovrebbe ricaricare tutti.

Mimmo Carratelli – IlMattino.it
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