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3 azioni per capire il Red Bull Salisburgo

Il RB Salisburgo ha eliminato il Borussia Dortmund ed è così diventato la prima squadra austriaca a raggiungere i quarti di finale da quando la Coppa Uefa è diventata Europa League. Un risultato raggiunto grazie ad una programmazione pluriennale che lo scorso anno ha portato persino alla vittoria della Uefa Youth League, tanto che il tecnico di quella squadra, Marco Rose, e parte del suo staff (compreso l’ex blogger René Maric), sono stati promossi alla guida della prima squadra. Oltre ad essere una formazione giovanissima ed internazionale, il Salisburgo è tra le squadre più entusiasmanti del panorama europeo, in grado di esprimere un gioco fatto di pressing e transizioni fulminee, perfettamente in linea con la filosofia del suo sponsor principale.

Il RB Salisburgo è tra le poche squadre a pressare con il 4-3-1-2. Ovviamente vengono operati degli aggiustamenti a seconda dello schieramento in fase di uscita dell’avversario, ma l’idea di base è sempre quella di pressare alto con la palla come primo punto di riferimento e mantenendo un alto livello di compattezza di squadra.

Nella doppia sfida degli ottavi di Europa League, il Borussia Dortmund ha sofferto tremendamente il pressing degli austriaci. In entrambe le gare, la squadra di Stoger costruiva il gioco utilizzando i due difensori centrali e un centrocampista che rimaneva più basso per favorire la risalita del campo. Nella gara di andata, il Salisburgo aveva iniziato con un sistema di gioco inusuale, con Schlager che si allineava con i difensori quasi a formare un 3-5-2. Dopo circa metà del primo tempo però, Rose è tornato al sistema abituale, svoltando la partita e, a conti fatti, la qualificazione.

I due attaccanti, Hwang e Dabbur bloccavano le linee di passaggio progressive a disposizione dei due difensori centrali. Nella prima fase del pressing, i due si mantengono vicini al pallone e all’avversario, senza però portare una pressione diretta, a meno che, in seguito al passaggio tra il portiere e uno dei due difensori o tra i due difensori, il ricevitore non abbia un controllo infelice, o non riesca a ricevere con il corpo completamente orientato verso la porta avversaria.

Il trequartista, che nelle due gare è stato Schlager, si manteneva poco più indietro dei due attaccanti, a formare un triangolo. Il suo compito era quello di controllare la linea di passaggio mantenendosi alle spalle del centrocampista più basso del Borussia Dortmund, ma, con il contributo degli altri centrocampisti, complicare l’accesso anche al secondo centrocampista centrale del 4-2-3-1 avversario, mantenendosi ad una distanza tale da poter pressare entrambi.

L’idea in questo caso era di forzare il passaggio verso un dei due terzini, a cui sottrarre subito spazio lunga la linea laterale grazie ad un rapido scivolamento di tutta la squadra verso il lato forte, accompagnato da una repentina salita della difesa. A questo punto, l’opzione per il portatore era un passaggio lungo-linea, molto complicato da eseguire con gli spazi così congestionati, oppure un passaggio all’indietro. Appena il pallone tornava ad uno dei due difensori centrali, tutta la squadra scivolava nella stessa direzione e, se c’erano le condizioni, il portatore veniva pressato con la massima intensità, con il solo obiettivo di recuperare la palla.

Una volta recuperata palla la posizione ravvicinata dei giocatori rendeva disponibili più linee di passaggio, con quelli posizionati più larghi che devono offrire un’opzione anche in ampiezza.

Fonte: SkySport

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