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Juve, sette scudetti per sette peccati capitali

“E adesso, cosa penserà il Papa?”. “Caro mio, è di quello che dirà l’Avvocato che ti dovrai preoccupare…”. A pensar male si fa peccato, perché alla Juve vincere è l’unica cosa che conta. Un peccato “capitale” quello commesso da Praest, affranto per aver disatteso l’invito di Pio XII, reo confesso della sua fede juventina ai calciatori in visita al Vaticano prima di Lazio-Juve. “Che vergogna! E adesso che dirà il Santo Padre?” si autoflagellò sconsolato l’attaccante dopo la sconfitta di Roma. Quando Giampiero Boniperti, suo compagno di squadra e futuro presidente – nonché ideatore della celebre massima – gli ricordò che il problema, casomai, era un altro. Un peccato doppio – dunque “capitale” – perché il danese non aveva ben compreso il primo comandamento di famiglia, un errore imperdonabile. “Vincere” è come un vizio: a un certo punto non puoi più farne a meno, e così nei secoli dei secoli. Eppure da condannare, secondo la dottrina cattolica, quanto è vero che i vizi sono 7, come gli scudetti della Juventus. E allora “lasciate ogni speranza, voi ch’entrate…”.

Fonte: SkySport

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