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ESCLUSIVA PA – Faustinho Canè “Più forti dei poteri forti!”

 “A me questa storia dei poteri forti convince poco, voglio dire c’erano, ci sono e ci saranno ma in Italia hanno vinto anche Cagliari, Bologna, Verona…dov’erano i poteri forti? Bisogna essere superiori. Non è nemmeno questione di denaro allora perché il PSG, con l’acquisto più costoso della storia, ha vinto poco o niente? Vinse anche il Napoli che aveva sì Maradona ma anche una società organizzata. Oggi c’è il bel gioco offerto da Sarri, però manca una società organizzata e così tutte le recriminazioni, anche quelle legittime, sono alibi, chiacchiere da bar”. Così parla Jarbas Faustinho, per tutti Cané, da Rio de Janeiro, classe 1939, arrivato a Napoli nel 1962 senza sapere che qui avrebbe cominciato un’altra vita, che si sarebbe sposato e che sotto il Vesuvio sarebbero nati i suoi figli ed i suoi nipoti: “Proprio per questo ho sofferto molto nell’assistere ieri sera alla vergogna di Marassi. È gente ignorante, ci vorrebbero persone di cultura che partissero da qui per parlare con loro ma forse non servirebbe a nulla. Tra l’altro, proprio dopo il periodo del colera, con tutto quello che passò la città e anche noi come squadra, si organizzò un’amichevole a Marassi contro il Genoa alla fine della quale consegnarono a tutti una medaglia che conservo gelosamente. Credo che il gemellaggio con i rossoblù in realtà sia nato proprio allora”.

Si sta chiudendo il campionato dei paradossi, storica vittoria allo Stadium di Torino, storico record di punti eppure finale triste…“Questo finale di stagione andava gestito meglio. Dopo la vittoria di Torino, che tutti ci auguravamo ma che forse nessuno si aspettava davvero, c’è stata la sconfitta di Firenze. Ecco, la squadra doveva fermarsi in Toscana, essere blindata a Coverciano. Le si sarebbe risparmiata tutta la pressione che c’è in una città come Napoli e magari la vittoria della Juve a Milano sarebbe stata presa in un altro modo”.

Anche qui si vede la mano dell’allenatore, il ciclo Sarri potrebbe essere giunto al capolinea: “Io spero rimanga, ma lui deve sapere che De Laurentiis oltre un certo budget non può andare, ma anche la società deve seguire le sue indicazioni ed io non sono così sicuro che ci sia stata piena sintonia. Altrimenti non si spiega perché alcuni giocatori che sarebbero stati utili in certi frangenti siano stati tenuti fuori. Non è possibile che la società faccia mercato e l’allenatore non possa metterci bocca. Come pretendere poi di arrivare a certi risultati con una rosa di soli tredici elementi che nemmeno in Serie B, ma neanche in C!?

La squadra è crollata anche sotto l’aspetto psicologico: “Io sono allenatore di 1a categoria, ho preso il patentino a Coverciano. La prima cosa che ci insegnano è lavorare nel profilo mentale dei giocatori, nella loro testa sia come singoli che come collettivo. Sono cose che naturalmente impari facendo il corso, certo non ci pensavi quando correvi sul campo

Cané, attaccante, ha esordito nell’Olaria una delle tante squadre di Rio de Janeiro poi l’arrivo a Napoli, dieci anni inframmezzati da tre stagioni al Bari. Come allenatore, a parte San Benedetto del Tronto ed Avezzano, ha sempre lavorato in Campania: “Ho il passaporto italiano ma sono ancora brasiliano. Mi spiace per voi ma io seguirò il Mondiale da tifoso. Quattro anni fa andai in Brasile, ora non andrò in Russia ma per un mese sarò tutto verdeoro”.

 di Antonio Gagliardi

 

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