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Lazio-Napoli, le chiavi tattiche della sfida

Negli ultimi 6 incontri di campionato contro la Lazio, il Napoli ha ottenuto 5 vittorie, le ultime 3 con 3 gol di scarto. Guardando solo i risultati finali si potrebbe pensare ad un esito scontato, a sfide già scritte, e tornano alla mente le parole di Andy Roddick, quando gli fu chiesto di raccontare della sua rivalità con Roger Federer: «Per esserci una rivalità, dovrei vincerne qualcuna anche io!».

Ma in realtà le partite tra Lazio e Napoli sono state tutt’altro che scontate, per il momento particolare del campionato nel quale arrivavano, comunque tutte significative e ricche di spunti dal punto di vista tattico. In particolare, la vittoria conseguita dal Napoli a Roma sul finire della stagione 2016/17 diede l’impressione a tutti che la squadra di Sarri avesse raggiunto un differente grado di maturità. Il Napoli sembrò per la prima volta in grado di gestire il risultato adottando una strategia di controllo del pallone a differenti velocità. Si videro lì i prodromi della fantastica stagione 2017/18.

Dal canto suo, la Lazio non si è mai consegnata al Napoli, anzi, dimostrando di avere le armi per potersi difendere e per poter far male ai partenopei. Inzaghi stesso non si è mai arreso e ha sempre provato ad adottare strategie differenti, anche a partita in corso, restando comunque all’interno del suo schema di riferimento, il 3-5-1-1.

Cosa potremmo rivedere in campo

La difesa a tre è stata adottata da Inzaghi tutte le volte che ha affrontato il Napoli, per far sì che i centrali esterni aggredissero gli avversari tra le linee, per ostacolare le loro ricezioni. In questo modo, il centrale che usciva dalla difesa cercava di impedire a un’ala tecnica come Insigne o Callejon di guardare la porta, cercare un compagno o puntare l’area di rigore palla al piede, e poteva farlo senza troppi patemi d’animo, perché era coperto alle spalle dagli altri due centrali, che rimanevano in superiorità numerica rispetto all’unica punta.

Un meccanismo, questo, che ha avuto fortune alterne a seconda degli interpreti: nell’unico pareggio conseguito dalla Lazio nella miniserie presa in considerazione, l’1-1 del novembre 2016 al San Paolo, Basta fu decisivo nel controllare Insigne quando fu schierato a sorpresa nella linea dei 3 centrali. Mentre nel match del febbraio 2018, Wallace segnò un autorete forse perché sfiancato da una partita di continua rincorsa di Insigne, al quale Sarri per una volta chiese di attaccare la profondità senza palla, invece di reclamare il pallone tra i piedi muovendosi incontro. Insomma, ancora una volta, le prestazioni dei due centrali esterni (in questo caso dovrebbero essere Luiz Felipe e Radu) saranno decisive.

C’è da dire che il Napoli ha sempre trovato la via della porta anche quando è stato costretto dalla Lazio a un cambio di strategia. Il possesso cadenzato e sviluppato per lo più sull’asse più creativo, quello di sinistra, mirava ad allungare orizzontalmente la Lazio, determinata a proteggere il centro del campo con i 3 centrocampisti, in ranghi compatti davanti alla difesa. Quando non è riuscita nell’intento, la squadra di Sarri ha alzato il pallone alle spalle della linea difensiva laziale più spesso di quanto facesse di solito, in modo da portare i forti centrali laziali su un terreno a loro poco congeniale, sfruttando gli scatti dei piccoli Insigne, Mertens e Callejon.

Fonte: SkySport

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