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Il Napoli resta un cantiere: occorrono tempo e lavoro, ma la gestione Ancelotti è chiara. E intanto 9 punti…

Nove punti dopo queste 4 partite non sono pochi. Siamo un cantiere e l’anno scorso negli stessi match, con un sistema consolidato, abbiamo fatto 10 punti. E’ un ottimo segno.
Bisogna avere pazienza. Ma intanto il Napoli ‘in crisi’ è primo in classifica per una sera. Oggi alla peggio sarà secondo (probabilmente da solo) e tutte le rivali sono dietro, in certi casi MOLTO dietro. Tempo, pazienza e tranquillità. Giudicate il lavoro, non solo i risultati.
La partita è stata quella che Ancelotti voleva. 4-4-2 fluido. Ha chiuso le fasce, reso inespugnabile la difesa che non ha concesso neanche le briciole. In fase di possesso Mertens si allargava e creavano spazio fra le linee per Zielinski (che entrava nel campo) e Insigne.
E’ stata una partita sporca, con alcuni giocatori sacrificati un po’ fuori ruolo ed abbiamo faticato a trovare le misure. Ma non abbiamo rischiato niente ed abbiamo creato abbastanza da segnare. Il gol è arrivato proprio da una combinazione delle due punte del 4-4-2.
Mi stavo allarmando quando ho visto quanto fossimo stanchi ad inizio ripresa. Ma loro erano più stanchi di noi. Evidentemente era un problema dovuto al caldo. Alla fine eravamo in controllo e dopo il gol siamo stati magistrali. Gestione perfetta nel finale.
La prestazione di Mario Rui è stata positiva nel complesso. Chiesa è stato cancellato dal campo 2 volte in 5 giorni da Mario Rui. Grandissima partita anche di Maksimovic. Zero rischi in assoluto. Anche chi ha fatto così così in avanti, ha fatto benissimo dietro.
Penso a Hysaj, Callejon e Hamsik. Il primo in difficoltà tecnica, l’ultimo in difficoltà atletica. Ma difensivamente tutti impeccabili. Per il resto, abbiamo bisogno ancora delle solite cose: tempi, distanze, intensità. Arriveranno col tempo. Di nuovo: ci vogliono tempo e lavoro.
Infine: rotazioni, panchina usata, variazioni tattiche. Martedì serviranno tanti cambi e sarà durissima su un campo infernale. Ma è così che ci piace. Stiamo crescendo, con coraggio. Fare punti in questa fase è un lusso. Bene così.

Ancelotti ha una filosofia, che è quella di schierare la squadra più adatta all’avversario. Questo non vuol dire non avere identità. Vuol dire non averne una sola . La sua squadra è molto riconoscibile, al di là dell’atteggiamento delle singole partite o di fasi della partita. Sa adattarsi, ma senza mai rinunciare ad alcuni principi chiave del proprio gioco: la copertura della zona difensiva (come Sarri), la verticalità ed i cambi di gioco in fase offensiva, l’isolamento dell’uomo da pressare offensivamente.  Ieri per esempio Ancelotti ha studiato 2 contromosse vincenti: ha chiuso le fasce col 4-4-2, rischiando zero e allargava Mertens, permettendo a Zielinski di entrare nel campo centralmente e giocare fra le linee, passando dal 4-4-2 al 4-2-3-1. Ma i principi c’erano sempre. Quindi anche con questa implementazione, difensivamente i giocatori coprivano sempre la zona, la squadra offensivamente cercava sempre i cambi di gioco, il gioco tra le linee avversarie e cercava di essere verticale quando poteva.

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