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I segreti di Pellegrini, dall’aritmia al tacco

Papà Tonino aveva già notato la sua personalità tanti anni prima: “Lorè, non tirare eh…”. E lui che fece? Facile. Destro dai 30 metri e palla all’incrocio, con tanto di braccia larghe verso papà, suo primo allenatore all’Italcalcio. Sguardo sornione e sorrisetto: “Dovevo farlo”. Lorenzo Pellegrini aveva 8 anni e in panchina c’era suo padre, nonostante le raccomandazioni segnò un gol incredibile da metà campo. Giocava in attacco, indossava la 9 ed esultava come Montella, mimando l’aeroplano, tant’è che il suo soprannome era proprio “Montellino”

Pellegrini… come Amantino Mancini

Oggi, qualche tempo dopo, segna il suo primo gol nel derby di Roma rispettando un paio di tradizioni. La prima, ormai decennale, quella di un marcatore romano e romanista che punge la Lazio e le fa male: Totti, De Rossi, Florenzi, Aquilani, prima ancora De Sisti e Amadei. Altri tempi. Ora anche lui, da Cinecittà all’Olimpico, rispettando la seconda saga, stavolta più recente: gol di tacco alla Amantino Mancini, che volò nel cielo proprio in un derby. O come Pastore, sostituito da Lorenzo pochi istanti prima, che in questo campionato ha bussato due volte… di tacco. Coincidenze e ricorrenze, con Pellegrini che esulta alla Toni, mani sulle orecchie dopo lo show: “Visto, sì?”. 

Fonte: SkySport

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