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Gli interventi di Umberto Chiariello, Ciccio Marolda e Paolo De Paola a Radio Punto Nuovo

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Umberto Chiariello, giornalista, con il suo EditoNuovo: “In Champions due partite di due squadre italiane, una sconfitta ed un pareggio. L’Inter va in vantaggio due volte a Dortmund, ma non regge. Non si era detto a inizio stagione che la difesa dell’Inter era un bunker insorpassabile? Non si era detto che il centrocampo era una cerniera con tutte qualità difensive? Conte vuole un giocatore che lo aiuti a vincere lo scudetto, della Champions non gliene frega niente. A Torino, stasera, bisogna dimostrare che l’obiettivo primario è la Champions. Tutto muta, ma Ancelotti si trova a non saper domare la rivolta dei suoi aquilotti che, si ribellano al padrone che decide di mandarli tutti in ritiro per una settimana. Le certezze vengono meno:  la difesa dell’Inter che crolla, Sarri uomo delle coppe, Ancelotti che non riesce a tenere a bada i suoi e Fonseca? Ci da una lezione, che nel calcio, le verità, sono solo grandi bugie”.

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Ciccio Marolda, Corriere dello Sport: “Ammutinamento del genere? Non ne ricordo, anche se abbiamo vissuto la questione dell’88, ma in questa maniera mai. Se fosse finita diversamente tra Napoli e Salisburgo, sarebbe stata la stessa cosa. Non me l’aspettavo tutta questa cosa, pensavo che i calciatori del Napoli fossero più intelligenti. Non possono avere ragione, neppure dal punto di vista legale, devono sottostare alle decisioni dell’azienda. E’ una storia che, da dove cominci a leggerla, è brutta per tutti quanti. Una dimostrazione di incapacità di gestione dai parte dei dipendenti, ci perde l’allenatore che, prima non è d’accordo, poi resta a Castel Volturno, c’è una mancanza di rispetto verso la gente. Non sono io a dover dire chi ha sbagliato o ragione, ma ho la sensazione che la squadra si sia messa in una situazione davvero brutta. E’ stato controproducente avere la figura di figlio di Ancelotti come secondo allentore, il Napoli ad oggi paga un conto salatissimo. E’ mancato un punto di riferimento ai calciatori nei momenti difficili, ecco cos’ha portato alla crisi: Davide non può essere il punto di sfogo per nessuno”.

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Paolo De Paola, giornalista: “Ricordiamo un caso assolutamente differente nell’88, con la banda dei quattro, ma non era così clamorosa. Colui che in questo momento è quello con la coda tra le gambe, nonché responsabile, è Ancelotti. Guadagna quello che guadagna e non ha il pudore di dissentire dietro una scrivania la decisione della società. Antonio Conte che è insoddisfatto della rosa, lo dice prima, non pubblicamente. Le società, ormai, non si amministrano con il dirigente che fa tutto, si delega, ma nessuno è capace in questo Napoli. Il presidente addirittura mette becco su tutto, cucina, seggiolini, pullman. Ancelotti ha perso lo spogliatoio? Assolutamente sì. Il suo è un contratto talmente oneroso, che deve comportare atteggiamenti seri.Caso Insigne? Andava multato. Figlio in panchina? Ma che senso ha, sembra una nave da crociera, quella che doveva essere una nave da guerra. Anziché importare una mentalità, un carisma, una disciplina, Ancelotti è stato fagocitato da Napoli. Dove sta la professionalità? Dov’è il riferimento del grande allenatore? Al di là del paragone con Sarri, i risultati, quello che sta presentando Ancelotti è un piano completo”.

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Umberto Chiariello, giornalista, con il suo EditoNapoli: “Poniamoci una vecchia domanda: quand’è che si caccia un allenatore? 1. Quando i risultati non vengono, la squadra va male e non fa punti. Una soluzione di chi non ha idee, di chi cerca il capo espiatorio. 2. Quando un allenatore perde la sua presa, sulla squadra. Attenzione però, a volte, il leader contro è molto meglio del leader calmo. Abbiamo avuto l’esempio di Ottavio Bianchi, un leader contro, antipatico, la squadra lo odiava e si compattava contro di lui. 3. Quando la squadra non ti segue più, non ti ha contro, ma non ti segue più, quando non sei più in grado di esercitare una leadership. Nel primo caso, non sono d’accordo sull’esonero, negli altri due, sì. Carlo Ancelotti è nelle due condizioni? No. Neanche nella prima, è solo una squadra nel limbo che fa male, ma non malissimo. La squadra non segue più Ancelotti? Non credo. Ha la squadra contro? Non credo. Qui deve essere bravo De Laurentiis, muro contro muro non serve, deve chiedere sacrifici e ricompattare il gruppo perché la stagione si deve salvare”.

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