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Corbo: “È un altro Napoli, che finalmente corre. L’Europa si avvicina”

Scusandosi per il ritardo, il Napoli risale a nove punti dalla frontiera d’Europa. A quota 39 in fase leggermente calante sono Atalanta e Roma, quarta e quinta. Gattuso chiede di accelerare, la vittoria sulla Juve era un segnale per tutti, non solo un lampo d’ira acceso e spento nel giro di una sera. Con Ranieri, il grande vecchio delle panchine, deve misurarsi in una sfida tattica complessa, cominciata quando il Napoli era già in vantaggio con il gol precoce di Milik, neanche tre minuti e la partita sembrava già schiodata.

Ranieri ancora prima del raddoppio di Elmas, forma un rombo a centrocampo. Manda Gaston Ramirez come vertice alto per sostenere meglio le due punte, lo spietato Quagliarella ed il sempre amletico Gabbiadini, ma anche per contenere lo slovacco Lobotka, un promettente esordio che potrebbe ispirare in futuro un 4-2-3-1 con binomio di mediani Demme-Lobotka anche in previsione dell’impiego di Politano esterno destro del terzetto. Lo slovacco non è pronto per una partita intera, si sacrifica Demme che dalla panchina corre vincendo anche la febbre per rilevareil mediano slovacco e segrare più tardi il terzo del Napoli.

Il rombo di Ranieri non incide perché si propongono in avanti a turno i difensori Thorsby nella zona non ben presidiata da Insigne a destra e Augello a sinistra. A centrocampo realizza una superiorità numerica, impreziosita dal possesso palla. Il monopolio doriano è palese con un buon palleggio ed un pressing che diventa caparbio dopo il gol in mezza girata di Quagliarella, con il Napoli non sbaglia mai. Non festeggia i gol, ma li cerca con fiammate vesuviane.
Il Napoli deve reagire, ma come? Si rende insidioso con un centrocampo non molto coordinato ma ruggente: Elmas si piazza più avanti. Euforico dopo aver segnato il secondo gol, Elmas va in agguato tra le linee. Ma l’effetto si spegne lentamente. Lascia kil tenero ricordo delle sue lacrime di gioia. Il futuro è suo.

Il pressing della Samp merita attenzione, ma il Napoli troppo agilmente passato in vantaggio di due gol si lancia mollemente affondare. Mertens subentra al sempre opaco Callejòn quando sono passati 70 minuti, troppi. E la Samp va prima al pari con un’acrobazia di Ramirez, una capriola spettacolare che produce un gol viziato da un precedente fallo di mano, giustamente annullato da La Penna e il collega della cabina Var.

Il rimorso del Napoli di aver sprecato il doppio vantaggio è confessato da Gattuso, che dopo Mertens infila anche Politano. Cominciano quei finali tutto cuore che evidentemente piacciono al Napoli e al suo nuovo comandante. Tatticamente si è misurato con l’espertissimo Ranieri ed è stato in parte tradito dagli appannamenti che il Napoli non riesce proprio ad evitare. Ma se il calcio è ancora coraggio, Gattuso non teme il più navigato rivale. Anche perché può contare sugli inserimenti di spregiudicata vocazione offensiva, ma anche perché il Napoli passato da una fase di estremo attendismo alla riconquista degli spazi, va in profondità con una superiore condizione atletica. Il Napoli l’ha recuperata con il cambio di preparatore. e la maggiore disponibilità della squadra, pronta ad allungare da un’ora a ben 100 minuti secchi e più intensi l’impegno infrasettimanale. Il resto lo fanno gli acquisti: Demme, Lobotka, Politano sono da promuovere subito. Al punto che nessuno si accorge di assenze che in altri tempi sarebbero state insuperabili. Koulibaly, Allan, Fabian Ruiz…
Il Napoli corre con la vittoria cucita alle maglie verde-oliva, non belle e forse più fortunate. È l’atmosfera che piace a Demme, l’insospettabile mediano del terzo gol che dovrebbe adeguare la sua grinta alla mediocrità degli arbitri. La Penna è uno di questi: derubrica un fallo da rigore su Politano nel recupero a giallo per simulazione. Peccato per lui, ma il 4-2 è pronto a sancirlo Mertens lanciato da un superbo Milik. È un altro Napoli, avanti così.

Antonio Corbo per Repubblica.it

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