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Andrea D’Amico: “Insigne in MLS non è praticabile, non è un loro obiettivo e lui può avere offerte da big d’Europa”

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Andrea D’Amico, agente.

“Insigne in MLS? Non praticabile per diversi motivi. Credo che lui abbia voglia di misurarsi ancora in un calcio europeo, le lusinghe dei club europei non mancano. Non la vedo una cosa fattibile e realizzabile. Su Mertens anche la vedo molto difficile: un po’ per l’età, un po’ perché lui ha un’opzione a favore del Napoli. Non dimentichiamo che il campionato MLS comincia a marzo. Secondo me non è una cosa facilmente realizzabile. Si arriva a luglio con un campionato faticoso alle spalle. Non è una cosa che può essere interessante.
Giovinco pentito dell’avventura in America? Era una situazione diversa. Lui era ritornato alla Juventus ed era in scadenza di contratto, per cui le offerte italiane non erano nemmeno paragonabili. Non si è assolutamente pentito di questa scelta, tanto è vero che vive ancora lì. Un conto sono le scelte professionali e un conto sono le scelte di vita. Quindi tanto male non dev’essersi trovato. Sono stato di recente a Toronto, ho un rapporto continuativo con il club ma non mi hanno chiesto niente di Insigne. Anche con l’MLS ho un buon rapporto, c’è amicizia e professionalità che esulano dalle singole operazioni.
Proprio per le sirene e le offerte che Insigne può avere in Italia o in Europa da club molto ricchi, per esempio PSG o Newcastle o Manchester United, escluderei. Non sono l’agente del giocatore, ho dato la mia opinione. Essendo in rapporti con MLS e Toronto posso dire che non è un loro obiettivo. Pisacane mi ha chiesto dove alloggiare a Toronto? No è un po’ che non lo sento. Insigne ha comprato casa? Non so, per le vicende private avrà il suo staff. Gli americani potrebbero salvare il nostro calcio post COVID-19 mettendo soldi importanti. Mi piace l’appeal che l’Italia ha verso gli Stati Uniti. A volte noi italiani siamo troppo autocelebrativi ma abbiamo bisogno di strutture nuove e di organizzazioni nuove. L’America è più vicina di quanto pensiamo”.

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