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AMARCORD: Juventus-Napoli, LA PARTITISSIMA!

Non sarebbe una partitissima se non facesse discutere già da diversi giorni prima dello svolgimento; il problema è che se ne discute per le medesime ragioni dello scorso anno, 4 ottobre 2020, in piena seconda ondata Covid fattasi sentire in Campania molto più di quanto non fece ad inizio pandemia. Tralasciamo tutte le polemiche che ne derivarono, l’intervento della ASL, lo 0-3 a tavolino successivamente revocato, e andiamo direttamente al 7 aprile 2021, giorno di svolgimento della gara vinta per 2-1 dai bianconeri. I due tecnici non ci sono più, Pirlo e Gattuso, soprattutto non c’è più Cristiano Ronaldo autore al 13° del gol dell’1-0, c’è ancora (virtualmente) Insigne che impegna Buffon (anche lui altrove) dalla distanza e segna il rigore che in pieno recupero dimezza lo svantaggio dopo il raddoppio di Dybala al 73°.

Sconfitta di misura come nel 31 agosto 2019, sfida doppiamente attesa per la presenza sulla panca bianconera di Maurizio Sarri, condottiero dell’ultimo Napoli corsaro a Torino. Il tecnico toscano, assente in quanto convalescente da una polmonite, fu sostituito dal suo vice Martusciello. Primo tempo 2-0 e azzurri che sembravano al tappeto; Danilo, prodezza di Higuaìn più Khedira che sfiora due volte il tris. Nella ripresa, dopo la rete di Ronaldo, la Juve tira un po’ i remi in barca e viene fuori il Napoli grazie anche ai cambi d Ancelotti, su tutti l’esordiente Lozano per uno spento Insigne; proprio il messicano sigla il 3-2 una manciata di minuti dopo il 3-1 di Manolas quindi, era nell’aria, il pari firmato da Di Lorenzo. Non era affatto nell’aria, al 92° la svirgolata di Koulibaly che deposita la palla alle spalle di Meret per il definitivo 4-3, autorete che condizionò, e non poco, la stagione del senegalese.

Ma KK aveva impresso ben altra svolta alla sfida dello 22 aprile 2018, lo Juventus-Napoli più importante della storia, che scalzò a sua volta il match del 13 febbraio 2016, già considerato tale. Era l’ultima speranza per gli azzurri di portarsi a ridosso dei bianconeri (-1 punto) per così sperare in un sorpasso al fotofinish per la corsa al titolo. Nello stadio dove fino a quel momento si erano prese solo legnate, e anche dolorosissime (vedi il gol di Zaza nei minuti finale che significò sorpasso in classifica) la gara si mise subito nei binari giusti. Napoli padrone del campo per una Juve mai pericolosa che mai ha tirato in porta. E proprio al 90° il colpo di testa di KK da un corner diede quella vittoria che mancava dal 1°novembre 2009.

Festa grande in città, forse troppa, per un successo che molti erano certi avrebbe dato al campionato un epilogo diverso da quello che poi ha avuto. I padroni di casa ad un certo punto giocarono per lo 0-0, errore fatale commesso anche da Sarri due anni prima e qui torniamo alla sanguinosa sconfitta con il gol vittoria di Zaza all’88° che si rivelò più pesante dei 36 messi a segno da Higuaìn. Il Napoli capolista a +2 sui bianconeri, scavalcato, non riuscì a riprendere la vetta. Il Pipita segnò con la maglia della Juve il 29 ottobre 2016 il gol vittoria; bianconeri in vantaggio con Bonucci, pari Callejòn e 2-1 firmato dall’argentino

Il 30 settembre 2018 fu una vittoria in rimonta per i bianconeri. Azzurri partiti bene, palo di Zielinski, e vantaggio di Mertens ben servito da Callejon. A quel punto salì in cattedra Cristiano Ronaldo, suo lo zampino in tutte le tre reti dei padroni di casa: cross per la testa di Mandzukic al 26°, suo il palo colpito da lontano trasformatosi in un comodo assist per il raddoppio del croato (49°) mentre il 3-1 nacque da un suo colpo di testa corretto in rete quasi sulla linea da Bonucci (76°).

Juventus-Napoli è sempre una partitissima: in B nel 2007 (2-0, CamoranesiDel Piero) così come il 24 maggio 2015 con la Juve già campione d’Italia.
La gara finì 3-1 (PereyraSturaro e Pepe su rigore) e gli azzurri che con David Lopez per la prima volta andarono in gol allo Stadium. Inutile dire che la mente vola ai tempi di Maradona ed alla caduta di due tabù: la vittoria sia al San Paolo che a Torino. Il 9 novembre 1986 l’1-3 che lanciò il Napoli verso il primo scudetto: Ferrario e Giordano ribaltarono il vantaggio di Laudrup prima del 3-1 di Volpecina al 90°. Più roboante ancora il 3-5 del 20 ottobre 1988. Il Napoli era una realtà consolidata e si portò sul 3-0 con Carnevale ed una doppietta di Careca. Stavolta furono i bianconeri a scuotersi e rimontarono con Galia e Zavarov. Careca per il 2-4, De Agostini su rigore ridiede speranze alla Signora che fu definitivamente trafitta da Renica.

Non sempre rose e fiori: due 4-1 (70/71 e 73/74), il 3-0 dell’ottobre‘82, Paolo Rossi e doppietta di Boniek. Sconfitte in zona Cesarini come l’1-0 del gennaio’91 firmato da Casiraghi all’87° e l’1-0 del 16 marzo 2008 con gol di Iaquinta all’88°.

Quindi 3-0 nell’Aprile 2012 con le reti di Bonucci, Caceres e Quagliarella.
Da registrare anche il gol vittoria di Marchisio per l’1-0 del marzo 2009 ed il rocambolesco 2-2, azzurri due volte avanti e due volte raggiunti (MaggioChielliniLucarelliMatri)  con cui si chiuse la stagione 2010-11.
Ottobre 2012, 2-0: dall’80° all’82°, Caceres ed un ancora sconosciuto Pogba chiusero un match incanalato verso lo 0-0. Arriviamo al 3-0 del novembre 2013; polemiche per il gol di Llorente al 2°, con l’attaccante spagnolo apparso in off-side al momento del tocco di Tevez. Quindi salirono in cattedra Buffon Reina ma lo spagnolo nulla poté contro la punizione vincente di Pirlo. In gol anche Pogba, stop e tiro al volo, per il 3-0 finale.

Vittoria in rimonta, come nel 1986, il 1° novembre 2009, a Trezeguet e Giovinco risposero Hamsik (2) e Datolo per il 3-2 finale che fu il vero biglietto da visita di Mazzarri alla guida tecnica da sole due settimane.

Antonio Gagliardi

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