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Gli interventi di Paolo Bargiggia e Mauro Bergonzi a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto il giornalista Mediaset ed opinionista calcistico, Paolo Bargiggia. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Su Napoli-Milan
“Secondo me ci sono due aspetti: quello del campo, dove Pioli ed il Milan sono usciti vincitori. Poi c’è l’aspetto psicologico del Napoli, che mi ha lasciato perplesso. Era un “matchball” per lo scudetto, e secondo me ha peccato di personalità e consapevolezza. Quasi inconsapevolmente non si sente ancora pronto a vincere lo scudetto. Negli scontri diretti difetta di personalità: vedi con l’Inter e col Barcellona. L’aspetto psicologico non va sottovalutato. Dal punto di vista tattico Pioli è stato più bravo. Ha messo tre centrocampisti contro i due del Napoli. Aveva una superiorità numerica in mezzo al campo, e tatticamente gli è servito.
A mio avviso, vedendo quella chiave tattica, forse Spalletti avrebbe dovuto intervenire giocando magari con un centrocampista in più, quindi mettere Anguissa. Questo aspetto ha messo in difficoltà il Napoli. Vedo Spalletti uscire perdente con Pioli dal punto di vista tattico. L’ho visto tardivo nei cambi. Avrebbe dovuto fare i cambi con più anticipo. A mio avviso nell’assalto finale, quando si doveva recuperare, secondo me bisognava riempire l’area di rigore per sfruttare la palla in mezzo. Perché non è entrato Petagna per esempio? Avrebbe potuto aiutare col senno di poi. Inoltre, in piccola parte, il Napoli si è sentito danneggiato da Orsato. Nella fattispecie sulle ammonizioni su Rrahmani e Koulibaly. Inoltre sul presunto rigore di Tomori, che ha abbattuto in corsa Osimhen, praticamente lo falcia in area”.
Su Insigne: non è che i calciatori che hanno grosse personalità non hanno voglia di interfacciarsi con la gestione De Laurentiis?
“Secondo me è vero in parte. Un giocatore può avere una grande personalità in campo e non fuori e viceversa. Su Insigne non mi sento di buttare la croce fuori dal campo. Soprattutto nella dinamica della trattativa con il Napoli. Credo che Insigne, essendo di Napoli, si sentiva delle responsabilità inconsce, non tutte sue, e non si sentiva libero di fare le scelte che avrebbe voluto fare. Non è neanche facile per lui, figlio di Napoli, avere la testa fredda per adottare una filosofia. Ma ormai è acqua passata. Peccato per questo “matchball”. Il Napoli arrivava nelle condizioni migliori, il Milan nelle condizioni peggiori. È stato molto bravo Pioli”.
La sconfitta di ieri esclude definitivamente il Napoli dalla corsa scudetto?
“Secondo me no, ma la risposta più importante viene dal Napoli. Non si sentono tagliati fuori. Un conto è dirselo per tirarsi su di morale, un conto è crederlo davvero. L’aspetto mentale, come dicevo, visto da fuori, non fa impazzire. Ultimamente in questa fase della stagione vedo che difetta da questo punto di vista. Non è ancora fuori dalla corsa scudetto però. Sono convinti che lo scudetto si possa vincere nelle ultime cinque gare. Sopra c’è un’Inter che deve ancora recuperare una gara. Inoltre, se posso fare una parentesi, è da provinciale che la Lega non abbia ancora stabilito una data per il recupero della gara contro il Bologna. Non c’è solo la questione dei 30 giorni di tempo per il ricorso dell’Inter. Si tratta di trovare una data da inserire in calendario, al di là degli aspetti burocratici”.
L’Inter ad oggi è la favorita per lo scudetto? Salernitana con un piede in Serie B?
“Possiamo dire entrambe le cose. L’Inter è stata favorita dal calendario asimmetrico nel momento di maggior crisi della stagione. Il mercato di gennaio della Salernitana non basta. Non basta comprare tanti giocatori per fare bene. L’Inter ha trovato la squadra più idonea per riprendere la corsa scudetto”.
Sulla Juventus
“Juve a meno quattro dal Napoli e meno cinque dall’Inter, che però ha una partita in meno. Giocando male, vincendo risicato, è in serie positiva da 14 partite, nove vittorie e cinque pareggi. Il gioco però non si può guardare. Non si è visto un accorgimento tattico per migliorarlo e soprattutto per valorizzare Vlahovic. O Allegri pensa che Vlahovic sia invincibile o deve gestirlo meglio”.

Su Vlahovic. Ha fatto bene a scegliere la Juventus visto il gioco che produce?
“Innanzitutto è da vedere se vincerà trofei con la Juventus. Continuerò ad essere critico con Allegri. Se il calcio deve recuperare le nuove generazioni deve intrattenere il pubblico. Se io fossi stato in Vlahovic sarei andato in Premier League, in estate sarebbe potuto andare nelle migliori squadre. Lui magari è contento alla Juventus. Ieri, però, c’era Vlahovic isolato nell’area dello spezia. Mentre gli altri dieci erano tutti arroccati nell’area di Szczesny. La Juve continua a giocare male ed è un dato di fatto. I tifosi della Juventus sono molto obiettivi. Se la Juventus dovesse vincere il campionato sarebbe il sigillo che la Serie A è un campionato “farlocco”.
Atalanta in crisi? Finito il ciclo Gasperini?
“Non so se sia finito, ma arrivano dei segnali di disagio. Tant’è vero che ci ha incantati in questi anni, vero anche che si è imbruttita nella gestione del pre e post partita, con continui attacchi al Palazzo. Siccome tutti sono bravi ad elogiare Gasperini, lui con la Roma ci ha messo del suo per perderla. ha tenuto in panchina Boga e Muriel facendo una partita conservativa. Mourinho da remoto l’ha incartata facendo difesa e contropiede, riuscendo a vincere di “cortomuso” come Allegri. Però anche giocando brutto, anche la Roma, è entrata in un posto per l’Europa. Nell’Atalanta ci sono troppe alibi, troppe guerre. Anche Gasperini sta dando l’idea di uno che fa la lotta contro il mondo”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’ex arbitro di calcio e dirigente sportivo, ora club manager dell’Albissola, Mauro Bergonzi. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Ha ragione il Napoli a sentirsi danneggiato da Orsato?
“Non è un dettaglio. Faccio una premessa: Orsato è l’arbitro più esperto del campionato, ma a mio avviso in Serie A bisogna affrontare le partite in un altro modo. Ieri sera l’ho visto un po’ troppo protagonista, ma è un suo cliché. I primi 25 minuti hanno messo in difficoltà anche uno come lui, che non fischiava i falli. In Serie A non si può dirigere come in Champions League, i falli bisogna fischiarli. Ci sono determinati falli, poi, che possono scaturire un’ammonizione nonostante sia il primo della gara (Rrahmani, ndr).
Il calcio di rigore del Milan non c’è. Questo perché tra Koulibaly e Bennacer si tratta di uno scontro di gioco lecito. Il senegalese non vuole andargli addosso. C’è da aggiungere anche che Orsato in quella fattispecie era coperto da Lobotka, non vede bene. Un direttore di gara se non vede bene in area, un calcio di rigore non lo fischia. Giusto non fischiarlo. Il Var non poteva intervenire, non esistono i parametri oggettivi. Sull’intervento di Tomori su Osimhen, invece, per me è calcio di rigore. Gli va a colpire la caviglia. Orsato non fischia perché ha faticato nel tener dietro alla velocità di Tomori e Osimhen. Il Var però deve intervenire e farlo rivedere ad Orsato. Per me questo è rigore. È molto difficile arbitrare una partita del genere. Riesco a giustificare Orsato, ma non capisco perché il Var non lo abbia richiamato al monitor”.
Come si fa a capire che quello di Tomori su Osimhen è rigore?
“Vedendo e rivedendo le immagini. Dal primo replay si vedeva l’intervento sulla caviglia di Tomori su Osimhen”.
Si può parlare di campionato falsato?
“No, i campionati si giocano sulle 38 partite. I tifosi del Milan potrebbero dire lo stesso per il match contro lo Spezia. Questi sono errori che avvengono sul terreno di gioco e che vengono valutati in un determinato momento. Lo scudetto si aggiudica sulle 38 partite”.
Ci sono altri errori da segnalare in altre partite?
“Mi ha lasciato un po’ allibito Venezia-Sassuolo. Non tanto per i rigori assegnati. Tanto per il fatto che Pairetto non ne ha presa una. Quelli che c’erano li ha assegnati il Var e quello che non c’era l’ha assegnato lui. C’è bisogno di tutti gli arbitri che siano al 100% della condizione in questa Serie A dai più esperti a non. Questo campionato è difficilissimo”.

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