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Gli interventi di Fabio Rossitto, Aldo Firicano e Giovanni Cobolli Gigli a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’ex calciatore di Napoli e Udinese: Fabio Rossitto. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Sulla stagione dell’Udinese
“Vedo un’inversione di tendenza. Con l’arrivo di Cioffi la squadra è più aggressiva, la condizione è migliorata. La squadra è di grande valore, da primi sei o sette posti. Ha dimostrato di subire poco e di creare molto. Ha giocatori tecnici, fisici e di gamba. Con queste migliorie la squadra è diventata molto pericolosa”.
Su Napoli-Udinese
“La vedo molto difficile per il Napoli. La partita col Milan spero non abbia segnato la stagione partenopea, ma credo che con l’Udinese possa rivelarsi una gara difficile. Affrontarla in questo periodo è il momento peggiore. La squadra è tosta, fisica. Il Napoli dovrà essere al meglio per vincere”.
L’Udinese può essere demotivata?
“Non credo. Vedo la squadra che ha svoltato. Nei comportamenti vedo grande fame e voglia di dimostrare. La squadra ha entusiasmo e motivazione. Ripeto, sarà difficile per il Napoli. L’Udinese si chiude bene e riparte forte. Il Napoli deve stare attento a non allungarsi troppo”.
Spalletti dovrebbe schierare lo stesso 11 delle scorse partite?
“Spalletti è bravo a gestire la squadra. Non credo sarà quella la chiave. La chiave sarà la determinazione, la voglia. Il Napoli ha fatto un grande campionato fino ad ora. Però adesso alcuni giocatori sono più tanchi, e Spalletti è bravo a capire chi sta bene per giocare. Anche qui il gruppo lo vedo motivato. La rosa è importante, chi parte e chi entra ha compattezza e mentalità”.
Su Osimhen
“Osimhen è migliorato tantissimo, è forte. Si vede il lavoro di Spalletti, anche nel personale. Questi giocatori Luciano li fa migliorare. Osimhen si muove in maniera diversa ed ha ancora margini di crescita importanti. Diventerà un top player”.
Italiano è il miglior allenatore in Italia ad ora?
“Non so se sia il migliore in Italia; sicuramente è tra i migliori. Italiano sotto l’aspetto mentale credo sia quello con più identità. Vedo come guida la squadra: lui dà una grossa identità alla squadra. Oggi sta facendo un grande lavoro nonostante l’addio di Vlahovic. A lui piace giocare alto e aggressivo. È uno dei migliori”.
Sulla Juventus eliminata in Champions League
“È una grande riflessione che va fatta. Vero che abbiamo vinto l’europeo, ma a livello di club non riusciamo a fare grandi cose. Bisogna cambiare qualche cosa. Cosa manca? La qualità. Fatichiamo ad avere il giocatore che con una giocata cambia la partita. Servono giocatori forti nell’uno contro uno e che abbiano personalità. Va fatta una riflessione, perché siamo rimasti indietro. Quando succedono queste cose, se andiamo a vedere tutte le italiane che sono uscite, probabilmente dobbiamo capire che a livello giovanile dobbiamo fare qualcosa di diverso. Non bastano i soldi e gli investimenti. Servono i progetti”.
Con l’accesso ai Mondiali si potrebbe dare stimoli in più ai club italiani?
“Ne abbiamo bisogno. Mancini ci ha dato una strada. Ha convocato Zaniolo quando era in primavera, ha puntato sui giovani ed ha vinto la sfida. Dobbiamo seguire questo. Dobbiamo far esplodere i ragazzi, facendoli divertire sul campo”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’ex calciatore di Fiorentina e Udinese: Aldo Firicano. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Come ti spieghi il fallimento del calcio italiano in Europa?
“Bisogna prendere coscienza che il calcio italiano, nei club, ha qualcosa in meno rispetto alle altre grandi in Europa. Non è solo questione di giocato italiani, perché ci sono anche tanti stranieri. Penso che a livello economico le altre squadre siano di un altro livello. Altre nazioni ci hanno superato e bisogna prenderne atto. Bisogna provare a colmare questo gap che si allarga sempre di più”.
Il Napoli ha più timore per lo scudetto rispetto a Inter e Milan?
“Secondo me no. Queste squadre possono vincere il campionato. Tutte sono un po’ incomplete, ognuna ha qualche difetto. Tra quelle in lotta il Napoli potrebbe essere quello più spensierato nonostante qualche piccola cosa da sistemare. Il campionato lo vincerà chi riuscirà a mascherare meglio tutto ciò. Il Napoli con la freschezza che ha può concorrere e vincere”.
Su Napoli-Udinese: quali sono le insidie?
“Le insidie principali saranno di carattere fisico. L’Udinese quando si chiude è difficile da sorprendere. Il Napoli è più tecnico e veloce. L’insidia maggiore potrebbe essere la partita che potrebbe fare la squadra di Cioffi: molto fisica e chiusa. Il Napoli ha tanti vantaggi e può comunque portarla in fondo”.
Serve fisicità, quindi serve Osimhen?
“Assolutamente sì. Se l’Udinese si chiude in difesa, Osimhen ha la possibilità, grazie alla velocità, si scardinarla. Potrà sfruttare la sua grande corsa, che lo rende imprendibile a volte. Può essere il giocatore chiave”.
Sui tre trequartisti del Napoli
“Questi tre giocatori sono fondamentali. Osimhen sicuramente è l’uomo chiave, ma non può non avere il supporto e la fantasia dei trequartisti. Il Napoli dovrà giocare di squadra. Servirà una bella prova corale”.
Tra Cagliari e Salernitana chi ha più chance di salvarsi?
“Il Cagliari. Anche per un fattore numerico, per la situazione, ha più chance della Salernitana. Purtroppo la squadra “è partita in ritardo”, anche per le vicende societarie. I granata purtroppo non sono messi bene. La salvezza sarebbe un’impresa. Servirà pianificare il futuro con la nuova società. Servirà lavorare bene, perché questa piazza merita di stare in Serie A”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’ex presidente della Juventus: Giovanni Cobolli Gigli. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Tutte le italiane sono fuori in Champions League: come mai?
“A me basta vedere le partite internazionali degli altri campionati, in Inghilterra o Germania. Loro hanno intensità e ritmo, giocano a frequenza ripetuta senza particolari problemi fisici. Da noi giocare tre partite alla settimana è visto complicato, è preso come una giustificazione. Se ci sono molte defezioni, come nel caso della Juventus, le cose ovviamente si complicano. Ma non ci sono scuse”.
Sulle dichiarazioni di Allegri nel post partita
“Per i primi 75 minuti le due squadre hanno giocato alla pari. La Juve nel primo tempo ha avuto occasioni importanti. Il Villarreal è una squadra forte e ben strutturata. L’allenatore avversario si è giocato delle carte importanti a gara in corso. Noi non lo abbiamo fatto per questioni fisiche: Dybala e Bernardeschi non erano pronti forse. Mi spiace per Rugani, che aveva fatto tanti passi avanti. Chiaramente questo rigore lo riporta un po’ indietro. Spero che tutto ciò non affossi la sua motivazione.
Alcuni punti di debolezza nella squadra ci sono. Il primo è Arthur, che non può essere il centro del centrocampo. Non gioca di prima, rallenta la manovra. Spesso passa la palla all’avversario. Sugli altri giocatori c’è poco da dire: hanno fatto quello che dovevano. Allegri non è da mettere in critica. Dobbiamo andare avanti, perché bisogna arrivare almeno quarti in campionato. Bisogna mettere da parte la Champions League, che è una grossa delusione”.
La Juventus potrà avere ripercussioni in campionato?
“L’unico stimolo è che non ci saranno più partite di Champions da giocare. Non ci saranno ulteriori sforzi. Mi auguro che rimanga la determinazione e che la Juve porti avanti le prossime partite come deve. Il primo tempo di ieri mi ha dato l’impressione che i giocatori ci credessero. La Juventus ha tirato in porta tante volte. Nel secondo tempo la Juve è stata più attendista, giocando meno bene e trovando meno occasioni. Queste sono lezioni”.
Possiamo dire che è la sconfitta della presidenza Agnelli?
“Il presidente Agnelli, in passato, è stata una persona capace di parlare, intelligente e che aveva le idee chiare. Anche se con me è sempre stato distante, forse pensava che io appartenessi ad un altro partito all’interno della società, ma non è così perché con suo padre ho sempre avuto un rapporto magnifico. Negli ultimi anni mi sembra che gli si siano offuscate le idee. Magari si è voluto circondare di “fedeli”, che tanto fedeli non erano, e mi riferisco, ad esempio, a Marotta. La cosa migliore della sua presidenza è stata comprare Vlahovic. Questo è un investimento coraggioso. Se questa decisione l’ha presa Andrea, allora gli vanno fatti i complimenti. Tutte le sue altre decisioni sono state molto meno giuste. Poi, se vuole comandare senza ricevere critiche, può comprarsi la Juve e fare ciò che vuole. Basta farsi dare i soldi da sua madre”.

 

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