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Gli interventi di Angelo Gregucci, Stefano Caira e Ivano Bonetti a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Angelo Gregucci, ex allenatore di Fiorentina, Inter e Manchester City. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Pensieri sul Mondiale? “Sto seguendo la competizione, non ho la presunzione di prevedere ciò che si verificherà. Ci siamo sdoganati dall’antico concetto di calcio europeo, la musica sta cambiando, la forbicina si è un po’ ristretta. Non c’è più il dominio mondiale dell’Europa e il talento del Sud America. È in atto un concorso di colpo, i talenti europei e sudamericani si sono ridotti, ma sono incrementate anche le motivazioni di alcuni popoli attraverso il calcio. Il Marocco può avere una rivalsa sportiva contro un popolo da sempre nelle vesti di dominatore. Due eccellenze marocchine giocano nell’ultimo club francese di Ligue 1, mi riferisco a Ounahi e Dari. Non ho citato Hakimi, il quale milita nel Psg… La forbice si è abbassata perche i conclamati come Neymar non erano all’altezza di Romario e Ronaldinho, o altri calciatori brasiliani, i quali vincevano in modo autonomo la Coppa del Mondo. Vinicius e Rapinha non hanno dimostrato di avere la stessa valenza di calciatori del passato. Il talento si è assottigliato, sono cambiate le velocità del calcio e i ritmi del gioco, sono emerse altre nazionali. Il capitano della nazionale marocchina sta disputando un Mondiale eroico, è un dominatore di testa. Per arrivare in semifinale su qualcosina questa squadra può contare. E Amrabat? È lo stesso che si vede in Italia? In questa manifestazione si trovano motivazioni necessarie per arrivare ai vertici internazionali”. Quetsa stagione una rivincita per il Napoli ? “Questa squadra ha dato segnali rilevanti in Europa, ha dominato il proprio girone ottenendo vittorie anche molto larghe. Vogliamo scomodare il Milan di Gullit e Van Basten? Siamo sullo stesso livello. Il Napoli è la vera nostra anomalia odierna. L’unico reale antagonista di questa squadra sarà se stessa, l’unica insidia”. Impatto di Kim in azzurro e in nazionale? “È molto attento, solido sulle palle frontali, fisicamente è una ‘bestia’. L’anomalia è che si è ambientato velocemente. Il Napoli ha ingaggiato calciatori i quali si sono subito adattatati al campionato italiano, ma i meriti vanno attribuiti anche a Spalletti, il quale ha orchestrato tutto nel migliore dei modi. È sempre stato complicato ambientarsi in Serie A, tutti hanno riscontrato delle notevoli difficoltà. Quelli del Napoli invece no, questo è lo stupore. Hanno offerto prestazioni di livello già dopo le prime settimane in Italia”. In casa Salernitana, giusto continuare con Nicola? “Se si voleva cominciare un progetto in casa granata, bisognava partire da una grande spinta emotiva, cioè la salvezza dello scorso anno, obiettivo nel quale il tecnico ha creduto tanto. Il pubblico di Salerno è sempre stato particolare, vive della propria squadra di calcio ed offre una spinta determinante. Era necessario ripartire da Nicola, al giorno d’oggi sono tanti gli allenatori messi in discussione per i minimi dettagli. Anche Argentina e Marocco si sono affidati a tecnici non particolarmente esperti, eppure hanno svolto un grande operato. È necessario avere la progressione e la continuità dopo la salvezza conquistata, la programmazione crea questa condizione. Il presidente Iervolino può far sognare tutta la tifoseria, ma adesso è necessario tempo per programmare”. Reale antagonista del Napoli? “Nessuna squadra è in grado di inseguire quella azzurra. Eccetto il Napoli, sarà una seconda parte di stagione complicata, l’Inter probabilmente si posizionerà al secondo posto. La Juve, invece, è una squadra con un progetto delineato da Allegri, soprattutto dopo aver ingaggiato determinati calciatori in estate. Lotterà sino alla fine. Per quanto concerne il Milan, il progetto è fantastico, Maldini e Massara hanno avuto una visione eccellente, hanno un quadro delineato. La Lazio ha le stimmate di Sarri, poiché questo allenatore aveva bisogno di tempo per offrire un’identità alla squadra. Data per smontata, l’Atalanta, invece, è ai vertici della classifica. Tutti questi club, tuttavia, tenteranno di conquistare un posto in Champions, ma non possono raggiungere il Napoli”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, agente FIFA ed ex procuratore della Roma e di Francesco Totti. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Nuovo interesse del Napoli per Zaniolo? “Forse qualcuno necessita di dire qualcosa per far mercato…”. Pensieri sul Mondiale? “Eccetto l’Italia, mi ha sorpreso in negativo la Germania, la quale aveva degli aspettative diverse. Il Brasile è stato eliminato soltanto ai rigori, i quali sono una lotteria, ma il suo percorso è stato positivo. ‘Per spaccare tutto sono necessari tre slavi’: questa frase è riferita ai croati, ma non solo. Con questo si può affermare che lo stare insieme dei serbi ‘va tutto in cavalleria’, è una condizione che può aver creato dei problemi alla nazionale di Stojkovic. Mi ha sorpreso in positivo, invece, la Croazia, ma forse l’aspetto positivo per questa squadra è il fatto che numerosi croati militano in club europei ed hanno acquisito una mentalità internazionale”. Il ds Mendes ha puntato Osimhen: possibile futuro distante dal Napoli? “Se questo procuratore induce un calciatore a guadagnare di più, sarebbe propenso probabilmente ad accettare e a seguirlo. Quando in rosa è presente un calciatore del valore di Osimhen, naturale che attiri l’attenzione di club europei, i quali sono superiori a livello competitivo rispetto a quelli italiani. Non sempre alcune decisioni sono comprese dai tifosi; è lecito che un calciatore possa avere aspettative elevate, chi potrebbe rifiutare un ingaggio molto alto?”. Quando i tifosi della Roma si sveglieranno dall’incantesimo Mourinho? “Da sempre la città è spaccata, tra 40 e 60%. Saranno i risultati a decretare il futuro di José, qualcosa sicuramente comincia a muoversi. Se la squadra non gioca bene e non arrivano risultati positivi, allora prima o poi potrebbero essere presi provvedimenti importanti. Ai Friedkin non si può imputare nulla, sono arrivati in un momento cruciale. Si sono adoperati per riassestare la società, anche dal punto di vista economico, fissando dei paletti negli ingaggi e negli acquisti dei calciatori”. Quale squadra può essere l’antagonista del Napoli? “Una conferma dell’Inter e ‘purtroppo’ un ritorno della Juve. Il sentimento popolare polemizza contro il club bianconero per la situazione la quale sta vivendo. Ma torneranno a disposizione di Allegri tanti giocatori assenti nell’avvio di stagione, i quali possono offrire alla squadra un apporto fondamentale”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Bonetti, ex calciatore, tra le tante, di Juventus e Crystal Palace, ed attuale allenatore. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Sei stato il primo a lasciare l’Italia da calciatore… “Sì, sono stato il primo a lasciare il paese, si è aperta la via anglosassone. È stata un’esperienza fantastica. Anche giocare ed allenare contemporaneamente è stata un’avventura particolare. Già in passato si aveva il sentore che la Premier sarebbe diventato un grande campionato, gli stranieri hanno contribuito ad una crescita esponenziale del calcio inglese”. Come si può emulare questo modello? “In quel gioco c’è un dai e vai rapido, ci sono centrocampisti che offrono un apporto lieve alla squadra e tentano di avanzare, di conseguenza il calcio giocato diventa più rapido e spettacolare. In quel campionato i gicoatori hanno sempre avuto il coraggio di attaccare, ma l’avvento degli stranieri, più formati a livello tattico, hanno corretto alcuni aspetti. Attaccano gli spazi in modo naturale, ragionano anche nella fase difensiva, è un mix spettacolare. In Italia si pensa al giro palla, il calcio è meno sorprendente”. Evoluzione del calcio verso ase meno tecnica? “La tecnica è sempre in evoluzione, ma non ci si muove più come prima o non si marca più come una volta. Il calcio si è livellato verso il basso, c’è stata una lieve involuzione”. Commento sulla situazione della Juve? Quanto può influire sui calciatori? “I risultati ottenuti sono stati conquistati sempre sul campo. Se il club ha sbagliato qualcosa nella gestione, credo sia impossibile soltanto questo club sia caduto in errore. Alcuni contratti stipulati hanno subito le conseguenze del periodo Covid. Il calcio è uno sport fondamentale per l’economia mondiale, tutte le squadre hanno subito delle complicazioni. È necessario barcamenarsi nelle vicende per capire le determinate condizioni, perché va sempre considerata la buona fede, la quale porta a riparare agli errori. Chi scende in campo guarda soltanto la palla, difficilmente i valori espressi in campo non vanno di pari passo con la qualità della squadra. In Serie B la Juve aveva uno squadrone…”. I risultati altalenanti della Samp figli delle situazioni esterne? “È necessario ci sia equilibrio all’interno della società, poiché essa deve essere in grado di gestire la squadra. Quest’ultima è andata in difficoltà in un momento estremamente delicato per la dirigenza, la quale sta navigando in un mare indomabile. Lo scudetto, tuttavia, è stato vinto realmente dai tifosi, i quali sono sempre sugli spalti a sostenere la loro squadra. È necessario un miracolo ad oggi per salvare il club ligure”. Quale club può essere il reale antagonista del Napoli in Serie A? “Le solite… La Juve mi sembrava in ripresa, farà il massimo per approfittare di qualche passo falso degli azzurri. L’Inter sta recuperando calciatori, e il Milan è pronto a rilanciarsi. Il club campano ha sfornato grandi prestazioni, è una squadra forte dal punto di cista mentale. Non è un caso aver vinto anche in Europa, il Napoli può vincere il campionato, l’unico vero avversario sarà se stesso”. E l’Atalanta? “Sta inserendo giovani forti, è in atto un cambio generazionale. Ad oggi la squadra sta lottando per avere il giusto equilibrio, interpreta il calcio degli anni 90′, è molto divertente guardarla. È una formazione difficile da affrontare, disputerà un ottimo campionato, ma non riuscirà a lottare per lo scudetto. È cambiata tanto la storia di questo club, il quale è cresciuto molto dal punto di vista mentale, soprattutto se si considera il fatto che l’obiettivo da raggiungere in passato è sempre stata la salvezza. Mio fratello è cresciuto con Scirea e Percassi, che ha abbinato denaro e competenza nel corso del tempo”.

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