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LA PARTITA – Inter e Napoli, gran partita e un punto a testa

La nebbia di San Siro ha avvolto anche due parole: sorpasso e fuga. Inter-Napoli finisce 1-1 e non dà soddisfazione ai titolisti. Nessuna freccia a destra, nessuna accelerata. Conte resta davanti ai nerazzurri di un solo punticino, mentre Inzaghi insegue ed esce tra i rimpianti. L’Inter ha sofferto nel primo tempo, ma poi ha colpito un palo con Dimarco e ha sbagliato un rigore con Calhanoglu nella ripresa. Gli azzurri, passati in vantaggio con McTominay e poi riacciuffati da un destro del turco da giù il cappello, tengono botta ed escono imbattuti dal Meazza. Il primo scontro diretto è finito in parità.

L’integrità del Napoli mina l’approccio dell’Inter. Di solito i nerazzurri azzannano i big match nel primo quarto d’ora, ma stavolta fanno più fatica. Merito di un Napoli che ha preparato la partita sull’avversario per tagliare fuori le linee di passaggio. Si marca a uomo. Lautaro, costretto ad abbassarsi, viene braccato appena toccata palla, mentre Thuram dà meno profondità. Stesso discorso per Dimarco: Di Lorenzo e Politano ne hanno limitato il raggio d’azione impedendogli di sfornare i suoi soliti cross. Il faro dell’Ar Men di casa Inter resta il solito Calhanoglu, che disegna arcobaleni coi piedi. Un paio di aperture, infatti, strappano applausi, ma alla fine passa il Napoli. Al 23’ McTominay, giganteggiante per quasi tutta la partita, si conferma l’uomo in più di Conte segnando un gol sporco ma fondamentale: angolo di Kvara, tocco di Rrahmani e destro di rapina di Scott. L’uomo arrivato dal Vallo di Adriano per far fregare le mani a tutta Napoli. Zoom sull’azione: il gol nasce da un calcio d’angolo regalato da Dumfries, che forse avrebbe potuto gestire meglio la sfera.

L’Inter, spaesata, concede qualcosina in più. Il Napoli gioca sull’avversario: esce in contropiede, dà palla a Kvara per mandare fuori giri Dumfries e fa filtro a centrocampo con Anguissa. Funziona. Alla mezz’ora, infatti, Acerbi salva in spaccata su Kvaratshkelia, lanciato a rete da un fischiassimo Lukaku (beccato a ogni pallone toccato). Grave l’errore di Calhanoglu però, reo di aver regalato la sfera al belga. A questo punto il Napoli si arrocca: al 40’ Acerbi, imbeccato da un filtrante di Barella, infila il mantello della punta e si gira in area con facilità. Sinistro neutralizzato da Meret. Ma il gol è nell’aria. A un pugno di minuti dal gong, infatti, Calhanoglu rispolvera il suo passato da fantasista dal destro magico e potente e infila il Napoli con un fendente da 25 metri dritto nel sette (Meret ha qualche colpa). L’esultanza è rabbiosa.

Chissà cosa avrà detto Inzaghi ai suoi nell’intervallo. L’Inter rientra in campo con gli occhi della tigre e prova a mordere un Napoli più remissivo rispetto al primo tempo. I totem, però, sono due difensori: Acerbi e Buongiorno. I migliori in campo di una partita dominata dai duelli fisici. L’ex Sassuolo ha vinto quello con Lukaku, mentre l’ex Toro ha annullato un irriconoscibile Lautaro, impreciso e ombroso. Al 47’, su assist di Dumfries, non calcia in porta da due passi. Inspiegabile. L’Inter cresce col passare dei minuti e confeziona un paio di buone occasioni con Dimarco (palo al 52’), ma la chance migliore capita nuovamente sul destro di Calhanoglu (74′). Anguissa atterra Dumfries in area, Mariani fischia il rigore e il turco afferra il pallone con fare sicuro. Ma stavolta la sfera impatta sul palo. Primo errore in nerazzurro. Secondo stagionale dopo quello in nazionale. Interrotta una striscia di 17 rigori consecutivi segnati in Serie A. Il match si chiude con un sinistro di Barella neutralizzato da Meret. Ai punti meglio l’Inter, ma alla fine ne guadagna solo uno. Il Napoli resta primo da solo. Lì dietro, invece, c’è chi insegue: Atalanta, Fiorentina, Inter e Lazio a 25. Juventus a 24. Si va a riposo con la fila.

Gazzetta.it

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