Napoli, resettiamo tutto e andiamoci a prendere ciò che abbiamo meritato

“Siamo avanti di un punto e il destino è ancora nelle nostre mani”. Hanno ragione Politano e Raspadori. E allora, perché la delusione per il pareggio col Genoa è stata così amara per squadra e tifosi? Perché ci siamo giocati il jolly nella sfida meno complicata, dei tre passi che mancavano alla fine del campionato. Almeno sulla carta. Trascuriamo però sempre una cosa. Il Napoli NON è una squadra affidabile. Può, è vero, vincere contro chiunque, ma allo stesso tempo può perdere contro chiunque. Ecco perché sono sempre stato con i piedi ben saldi a terra, ben sapendo che se non ci fosse stato Conte, artefice del miracolo, a condurre questa rosa, più di un quinto posto difficilmente sarebbe stato possibile raggiungere. Nell’undici titolare il Napoli è una buona squadra, ma quando mancano i titolarissimi, il mister deve fare salti mortali per presentare una squadra competitiva. E a peggiorare le cose ci si è messo il presidente che a gennaio, invece di rinforzare la rosa, ha pensato “bene” di vendere il proprio migliore calciatore (senza sostituirlo) e non mettere a disposizione del mister quel difensore affidabile che invocava già da giugno. E allora perché ci abbiamo creduto e continuiamo a credere nella storica impresa? Perché comunque il Napoli con due vittorie può fare ancora gioire un intero popolo e quel punto di vantaggio ci rende ancora favoriti. Ma a Parma servirà un super Napoli nella mentalità, nella personalità e soprattutto nella ferocia agonistica. Perché ormai si è compreso da tempo che l’azzurro indossato dai calciatori partenopei ha sugli avversari lo stesso effetto del rosso per un toro. Contro il Napoli si triplicano le forze, contro Inter e Juve si cede campo. È la storia che ce lo dice.
Caro mister ieri era troppo giù di morale e ci può stare dopo una beffa così atroce. Ma adesso ritrovi energie, “cazzimma” e soprattutto mentalità vincente che poi è un suo marchio di fabbrica. Non ascolti i tromboni degli amici del presidente, faccia quadrato con la squadra e questa settimana non legga giornali e chiuda la TV. Il grosso è stato fatto. Adesso serve l’ultimo passo. Quello decisivo. Vis et audacia.


di Vincenzo Letizia

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