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Roma, Pjanic: “Potevo andare via, ma voglio vincere qui”

ROMA – La forza della Roma di Rudi Garcia è nella sua compattezza, nella voglia di aiutarsi reciprocamente. Non ha dubbi Miralem Pjanic se gli si chiede di spiegare il miglioramento della squadra giallorossa da quando a Trigoria è sbarcato l’allenatore francese. Un miglioramento reso ancor più evidente dal modo in cui la Lupa è riuscita finora a far fronte anche ai numerosi infortuni, l’ultimo in ordine di tempo quello del maliano Keita. “Ci battiamo l’uno per l’altro, corriamo, diamo una mano a quello che magari è meno in forma. E’ tutta la squadra che fa la differenza, e questo è lo spirito che il tecnico ha portato con se'”, le parole del regista bosniaco.

PJANIC: “GARCIA MI CHIEDE DI FARE QUEL CHE SENTO, SONO PIU’ LIBERO” – Uno di quelli che ha potuto toccare con mano le differenze e il clima totalmente diverso rispetto a quando al timone c’era Zeman, con cui non tutto è filato liscio, al suo secondo anno in giallorosso. “E’ un bravo allenatore, forse però voleva un certo tipo di giocatori che non aveva qui – spiega Pjanic intervistato dalla rivista online ‘L’Ultimo Uomò -. Forse dovevamo giocare in un’altra maniera, perché i giocatori a disposizione facevano un altro tipo di gioco. Lui chiede spesso ai centrocampisti di buttare la palla in avanti, di verticalizzare, sempre. A me piace giocarla come mi va. Come mi chiede mister Garcia adesso: ‘Fai quello che senti perché tu sei quello che decide, tu devi fare il tuo gioco’. E’ completamente diverso, oggi, e mi sento molto più libero”. Insomma, con Garcia è tutta un’altra musica e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: “Abbiamo le idee molto più chiare. Sappiamo come vuole che giochiamo. Sappiamo i compiti di tutti, siamo molto più forti tatticamente, equilibrati. Il mio ruolo? Dove gioco adesso, la mezzala in un 4-3-3. In un centrocampo dove gestiamo la partita, dove abbiamo sempre il possesso, senza paura di tenere la palla. Questo è il mio gioco. E gioco con calciatori straordinari che capiscono davvero molto di calcio”.

“TUTTI SOGNANO DI ESSERE L’EREDE DI TOTTI MA NON E’ FACILE” – Come ad esempio Totti, con il quale non c’è alcun genere di dualismo. “Con Checco ci troviamo bene in campo, capiamo i movimenti l’uno dell’altro. E’ la quarta stagione che giochiamo insieme. Io so molto bene come gioca lui, lui altrettanto. E quando lo vedo abbassarsi, io salgo. So come vuole la palla, ci capiamo”, evidenzia il centrocampista bosniaco, dopo il gol vittoria di Parma definito “il nostro principino” proprio dal capitano giallorosso. E qualcuno nella Capitale si chiede se non possa essere proprio il suo erede. “Tutti sognano di esserlo, ma non è facile. Totti è Totti, è qualcosa di più del solo calcio. Ha fatto la storia del calcio italiano, è una leggenda. E’ bellissimo il fatto che non abbia mai cambiato maglia, in questo ha avuto fortuna. Da bambino mi ispiravo a Zizou, Zidane. Da avversario mi piace molto Pirlo, è sempre difficile giocare contro di lui, fa la differenza, è elegante. Forse in generale nel calcio di oggi quello che mi piace di più è Xavi, per lo stile”.

“POTEVO ANDARE VIA, MA AMO CITTA’ E SQUADRA: VOGLIO VINCERE QUI” –
Pjanic ammette che, anche dopo un paio di stagioni, ci si può identificare con la citta’. “Il calcio è cambiato e a volte sono le società ad aver bisogno di soldi, non è sempre il calciatore che va via. Ho avuto l’opportunità di andar via, però mi sento così bene che, mi chiedo, perché farlo se amo squadra e città e voglio vincere qui?”. Certo Roma, con la sua passione sfrenata per il calcio, ha anche dei lati oscuri. “Li conosco, così come Garcia. Quando è arrivato, gli ho spiegato com’è qua la situazione, l’ambiente. Il mister è un uomo molto in gamba, ha capito subito e ha lavorato sull’aspetto psicologico perché venivamo da una stagione molto difficile. Certa gente ama quando qualcosa va male, per questo accentua gli aspetti negativi, per far male alla societa’, ai giocatori. Ma io so che quando ho giocato, ho sempre dato il 100%. Noi proviamo sempre a dare il massimo e i tifosi hanno tutto il diritto di essere arrabbiati quando in due stagioni arrivi quinto o sesto. Non sono stagioni da Roma, è normale che protestino. Adesso siamo lì dove dobbiamo essere – conclude Pjanic – e vogliamo portare loro gioia”.

Fonte: Repubblica

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