Il Belgio regala un tempo all’Algeria di Ghoulam. Entra Mertens e cambia la musica
Che sia un belga figlio di marocchini ad aver steso l’Algeria formata da francesi figli d’algerini, non è soltanto un dettaglio. La casa dei valloni e dei fiamminghi ha preso la meglio gioventù degli immigrati. L’Algeria l’ha dovuta lasciare alla Francia (Benzema docet) e prendersi i fedeli alla patria, solo un po’ più scarsi. Eppure per un tempo la squadra del volpone Halilhodzic s’è illusa di fermare la generazione di fenomeni guidata da Wilmots. È stato proprio lui a darle una mano con delle scelte iniziali, diciamo, cervellotiche. Per dire, è dura lasciare fuori un tipino come Mertens che ha fatto una stagione eccezionale per spendere l’esterno degli Spurs Chadli. O tenere in panchina il figlio del Marocco Fellaini, tutto talento, altezza e riccioli per far giocare un altro del Tottenham, Dembele, magari solo perché Fellaini nello United ha giocato poco. Beh, queste scelte hanno rischiato di far inciampare subito i baby fenomeni e mettere a forte rischio l’avventura mondiale. Perché poi c’è Capello e la Russia ad aspettarli.
Flop Lukaku Il Belgio s’è preso la vittoria negli ultimi venti minuti. Ha sprecato un tempo per un paio di motivi: non sapeva bene come contrastare la tattica vecchia come il mondo (difesa e contropiede) dell’Algeria. E soffriva la latitanza di alcuni dei suoi gioiellini. Uno su tutti: Romelu Lukaku. Inguardabile il 21enne gigante del gol che piace tanto alla Juve. Non è da una partita che si vede un giocatore e Lukaku ha dimostrato all’Everton le sue potenzialità. Ma nel Mineirao di Belo Horizonte è sembrato un ragazzone cresciuto troppo al quale mancavano anche i fondamentali. Senza l’ariete che teneva su i palloni e le fasce impacciate (grazie anche a un buon Ghoulam), il Belgio ad andamento lento costruiva poco, non si creava spazi e al contrario ne lasciava per le ripartenze maghrebine. In una di queste, Mahrez ha trovato il lancio giusto per Feghouli che veniva atterrato da Vertonghen in netto ritardo. Il rigore firmato dal fantasista del Valencia resterà l’unico tiro in porta dell’Algeria.
Tutt’altra musica Correva il minuto 25’. La reazione del Belgio è arrivata soltanto quando il c.t. Wilmots nell’intervallo è tornato su sui suoi passi. Dentro Mertens, poi Origi per l’imbarazzante Lukaku e infine, finalmente, Fellaini. Mentre dall’altra parte Halilhodzic coi cambi provava a chiudersi ancora di più. Mertens ha dato subito il cambio passo alla squadra, Fellaini ci ha messo la sua zucca, in tutti i sensi. S’è sdoppiato da centrocampista e da centravanti aggiunto. Ha dato la sveglia ad Hazard, ha pareggiato alzandosi in cielo, ha sfiorato un altro gol. E poi il peperino del Napoli ha completato la rimonta sul lancio di Hazard. Curioso, in un’azione di contropiede contro una squadra che si è solo difesa. Comunque alla fine il Belgio ha collezionato otto tiri in porta. In queste prime partite del Mondiale solo l’Olanda è riuscita a fare altrettanto. Eccola qui, la vera generazione di fenomeni. Aspettando Lukaku.
La Gazzetta dello Sport