OBIETTIVO NAPOLIRUBRICHE

OBIETTIVO NAPOLI – Una stagione già fallimentare

de laurentiis benitezPer un tifoso passionale, come chi vi scrive, lo scempio del San Mames è stato paragonabile ad un bieco tradimento da parte della più amata delle consorti. Scanditi i tre fischi del finale della partita ci si è subito sentiti ripudiati da un allenatore che ha mostrato tutti i suoi limiti nel preparare tatticamente e psicologicamente un appuntamento tanto importante; da giocatori senza anima, ardore agonistico e con scarsa qualità, che hanno mostrato un insufficiente attaccamento alla maglia; traditi, anche e soprattutto, da una società che ha avallato questo fallimento indebolendo pesantemente la squadra alla vigilia di un impegno decisivo e che non è riuscita a mantenere i proclami fatti, rivelandosi ad oggi non all’altezza dei sogni dei tifosi.
La sconfitta contro l’Athletic Bilbao è stata la più cocente delusione degli ultimi anni dell’era De Laurentiis. Due brutte gare che mettono già il marchio “fallimento” su una stagione che doveva essere quella della consacrazione, dopo gli alti e bassi dell’ultimo campionato. Invece ci ritroviamo già a fine agosto a dover salutare la Champions e a dover recriminare per le autolesionistiche scelte della società in sede di mercato e per errori sul campo che, così tanti e così clamorosi, grandi squadre non commettono nemmeno in un’intera annata.
Quello che più ha infastidito della gara di ritorno al San Mames è stata l’approssimativa tenuta fisica e il timore con il quale la squadra è scesa in campo. Per tutti i primi 45 minuti il Napoli si è chiuso in un imbarazzante catenaccio, non riuscendo quasi mai a superare il centrocampo ed entrando quasi nel panico ogni volta che entrava in possesso palla. Nella ripresa, invece, dopo il gol dello 0-1 che poteva mettere in discesa la gara, la squadra è incappata in una incomprensibile spirale autolesionistica che l’ha portata a commettere quella serie di errori che ha spalancato la porta ai baschi verso la qualificazione.
Ma al di là del timore e della scarsa organizzazione tattica con cui si è affrontata la gara, va sottolineata ulteriormente anche la poca qualità espressa dagli interpreti in campo. La difesa è stata a dir poco imbarazzante. Errori come quelli commessi da Maggio, Albiol, Rafael e compagni si sono visti raramente a certi livelli. Lo stesso Koulibaly, che in estate era sembrato ad alcuni un novello Thuram e su cui si è puntato con forse troppa leggerezza, è apparso molto impreciso e confusionale nelle sue giocate. Malissimo anche il centrocampo, in cui i due pesi piuma Gargano e Jorginho (a dispetto dei tanto attesi Mascherano, Fellaini e compagnia bella…) sono stati schiacciati dagli avversari sia sotto l’aspetto fisico, sia sotto quello tecnico-tattico. Per cercare di ovviare a questa prevedibile problematica Benitez avrebbe potuto pensare di rinforzare il reparto mediano schierandovi tre interpreti, ma in questo caso sarebbe andato contro quello che per lui è ormai diventato quasi un dogma di fede: l’immutabile 4-2-3-1 (o 4-4-2 che dir si voglia). Le cose, ovviamente, non sono andate meglio nel reparto avanzato, dove Higuaìn, “odorato che ebbe il fieto del miccio”, al pari del Grande di Spagna – Rodriguez Los Deriòs – (per capire la citazione si veda il capolavoro di Eduardo De Filippo, Questi fantasmi), è parso sin dai primi minuti nervoso e con una voglia rabbiosa di risolvere tutto da solo, che pochi frutti ha portato (ma non poteva essere altrimenti) ad una squadra allo sbando. I suoi compagni di reparto non hanno avuto una serata migliore. Callejòn, così come all’andata, è parso il fantasma di se stesso. Hamsik, gol a parte, ha confermato il rendimento negativo che sta diventando una costante della sua carriera. Mertens si è fatto trascinare nel marasma generale non riuscendo mai ad essere incisivo. Poco o nulla hanno cambiato le sostituzioni, vista comunque le potenzialità non esaltanti degli uomini presenti in panchina.
Con questi presupposti, dopo sedici anni, l’Athletic Bilbao non poteva non staccare il biglietto per la Champions, passeggiando sulle ceneri di un Napoli incendiato da un’estate da brividi per i tifosi azzurri. E se il buongiorno si vede dal mattino, per gli affezionati alle sorti dei partenopei si prospettano oscure nubi all’orizzonte…

 

 

di Eduardo Letizia

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