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Riparte il campionato e Benitez deve definire le gerarchie in campo

Quando il gioco si fa allo stato puro, allora bisogna rimettersi a inventare: questo o quello? Dentro o fuori, non è mai semplice: però è la dura legge del campo, che impone all’allenatore di sceglie e dunque di decidere e dunque di definire il volto d’una squadra. Si riparte, tra campionato ed Europa League, tra gare che piovono ogni tre-quattro giorni, tra turn over e gerarchie da definire e, gira e rigira, oggi è come ieri e magari anche come domani, perché restano i dualismi, i duelli o chiamateli come vi pare, magari anche ballottaggi.

IN DIFESA. Gli esterni (di ruolo) sono Maggio, Mesto, Zuniga e Ghoulam: ma l’algerino s’è ritrovato fuori e almeno fino a quando non rientrerà, l’unico mancino di spessore è il colombiano, al quale – per il momento – non può esser chiesto di giocarsela ogni novantasei ore. Dunque, bisogna industriarsi, aspettando che il sudamericano torni ad essere se stesso, utilizzando le altre forze disponibili (Britos, ad esempio) o provando a mandare su quella corsia Mesto. E comunque Ghoulam rientrerà presto. Ma non è semplice neanche decidersi sui centrali: Albiol e Koulibaly paiono in vantaggio sugli altri concorrenti, ma l’Henrique del semestre scorso non è mai dispiaciuto e Britos gode della considerazione dello staff tecnico. Per gradire, qualche indicazione si può avere immediatamente, ricordando però che il giro del Mondo può incidere sulle iniziali scelte di Benitez, che deciderà solo dopo aver verificato le condizioni dei singoli.

IN MEDIANA. Occhio: Inler e Jorginho sono i titolarissimi, si diceva così una volta. Però Gargano ha conquistato la stima di Benitez buttandosi nella mischia e combattendo e David Lopez ha la fisicità utile per aggiungere muscoli alla interdizione. Ma nella zona nevralgica c’è la possibilità di far accedere, proprio nel caso di emergenza assoluta, anche altri: Henrique lo ha già fatto, nella sua sinora breve parentesi partenopea; e comunque dinnanzi alla difesa ci può stare anche De Guzman, che con l’Olanda schierata con un centrocampo a cinque, ha fatto il perno, il play maker o se vi gusta il regista. Sono movimenti diversi ed anche una posizione differente, ma ad un centrocampista universale Benitez sa cosa chiedere e come chiederglielo.

TRA LE LINEE. Come sempre: Insigne o Mertens? Ma stavolta c’è dell’altro, perché il primo Hamsik di stagione non ha rimosso le perplessità dell’anno scorso: ed un talento non può perdersi dietro una mera questione di centimetri. Dunque, essendo impossibile pensare di modificare il modulo per un calciatore, al capitano viene chiesto di scrollarsi da dentro ogni remora e qualsiasi paura e di prendersi il Napoli: altrimenti, attenzione, Callejon a destra, Insigne a sinistra e Mertens in mezzo; o anche Insigne a destra, Mertens a sinistra e Callejon alle spalle del pipita; o persino Michu; o infine De Guzman, che a Marassi s’è ritrovato nella versione inaspettata ma a lui congeniale di trequartista. Si fa il Napoli, verso il Chievo, verso ventuno giorni da vivere tutto d’un fiato.

Corriere dello Sport

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