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Reina è andato via e Rafael ha una dura eredità da raccogliere

RAFAEL. Ma il brasiliano ha stoffa, oltre che fede da vendere, e peraltro ha incassato la benedizione del predecessore spagnolo che la scorsa stagione, complice qualche piccolo guaio muscolare, non disdegnò di dargli spazio e spago (nonché fargli da chioccia) per accelerarne la crescita. Peccato, poiché la malasorte era in agguato: il 20 febbraio scorso l’ex Santos dovette inopinatamente fermarsi ed operarsi in seguito alla rottura del crociato anteriore (ginocchio destro) dopo un’eccellente performance in casa dello Swansea. Davvero un peccato, visto che nelle undici uscite sino ad allora effettuate, il suo rendimento era stato encomiabile. E poi, anche il fatto di essersi dedicato anima, corpo (e fede) alla riabilitazione, riuscendovi nel tempo record di cinque mesi (oltre al valore intrinseco), hanno giocato a suo favore, inducendo Rafa a confermarlo. Anzi, a promuoverlo, anche se non sul campo. E a Dunga la convinzione di convocarlo nella Seleçao per le recenti amichevoli. Già in queste prime tre occasioni della nuova stagione se l’è cavata molto bene, facendo intendere che, oltre alle doti, anche la personalità non gli difetta. La porta azzurra per ora è sua.

ANDUJAR. Una specie di blitz nel gennaio scorso per assicurarselo. Il 31 enne gigante argentino è in comproprietà fra Catania e Napoli, che ha puntato su di lui principalmente per non lasciare scoperto il ruolo, dopo aver intuito anzitempo che Reina avrebbe preso un’altra strada. Nazionale argentino, aveva in precedenza girato la Sicilia, prima a Palermo e poi Catania, intervallate dall’Estudiantes. Mariano ha accettato con sommo piacere la destinazione azzurra, dopo un periodo di contestazione a Catania. Il Napoli potrà contare su di lui per ogni evenienza.

Corriere dello Sport

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