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Il graffio di Corbo: “Campionato mediocre, possibile risalire”

DIMENTICARE JUVE E ROMA. SONO LE DUE SOCIETÀ CHE SANNO FARE IMPRESA NEL CALCIO ITALIANO. PER LO SCUDETTO, SE UN GIORNO IL NAPOLI VORRÀ DAVVERO PROVARCI, HA L’OBBLIGO DI ATTREZZARSI PER GESTIRE MEGLIO IL MERCATO. COMPETENZA, ABILITA DEGLI OPERATORI, TEMPISMO. NEL NAPOLI CHE VINCE A SASSUOLO EMERGONO PROPRIO I DUE ERRORI PALESI DELL’ESTATE. L’ADDIO DI REINA E LA MANCANZA DI UN MEDIANO LEADER, ASSENZA CHE SI ÈAVVERTITA NELLA FASE CRUCIALE, NEL FINALE, QUANDO IL NAPOLI ERA ALLE CORDE CON IL SASSUOLO IN RIMONTA.
VINCE QUINDI la dignità di una squadra imperfetta. In un campionato mediocre, dominato dalle sole due società che sappiano fare impresa nel calcio italiano, basta battere l’irrisorio Sassuolo per riaprirlo. Ma questa è una domenica da ricordare: rende giustizia ad un allenatore e a giocatori che hanno scommesso anche l’anima per uscire dal secondo tunnel delle stagione. Fuori dalla Champions, fermato in A da formazioni ancora più deboli, il Napoli era precipitato nei paradossi della sua immaturità. Se ne sono registrati almeno tre alla svolta dei dieci anni, in questa società rifondata con energia e buon governo. Un allenatore di prestigio internazionale ha sbagliato l’impossibile perché impegnato nella guerra fredda con il suo presidente. De Laurentiis ha impoverito la cifra tecnica per incompetenza, studiata avarizia e scarsa conoscenza del marcato. Il resto l’han fatto i giocatori: spesso fuori ruolo, in totale confusione i confermati rendevano poco e i partenti il massimo, una follia.
La vittoria di ieri può essere finalmente il punto di confine tra un Napoli tormentato, di certo più debole dell’anno scorso, spesso scombinato e la formazione corretta, generosa, brillante per mezz’ora del primo tempo che Benitez ha saputo schierare. La diffusa mediocrità del campionato, escluse Juve e Roma, fa subito risalire il Napoli offrendogli una vaga prospettiva: visti i risultati e qualche tonfo, è ragionevole inserirlo nella lotta per il terzo posto. Ma occorre confermare lucidità e impegno dimostrati ieri, in campo e soprattutto fuori.
Molte le note positive per ricominciare con fiducia. La prima: la capacità di Benitez di aver superato da solo la crisi che intorno a sé aveva creato. Un tecnico del suo passato non può incartarsi per eccesso di ingenuità e cinismo: raccontava di essere soddisfatto del mercato, attribuiva alla squadra valori più alto dello scorso anno, contava i tiri in porta per giustificare penose sconfitte, ma chi gli credeva? Sabato era molto teso, ha evitato l’autolesionismo mellifluo, l’ipocrisia di chi cerca una nuvola per volar via senza troppo chiasso. Di certo, non è arrivato un solo tweet né un cablo di sostegno dalla California dove il presidente è impegnato nella compravendita di diritti cinematografici. Come al tempo dell’esonero di Donadoni. Si è rialzato Benitez, e lo deve solo a se stesso, avendo riequilibrato e ben motivato la squadra. Higuain e Callejon con l’azione del gol hanno mostrato quanto bel Napoli ci sia ancora. La generosa fatica degli esterni, Insigne e Callejon, ha chiuso i varchi che esponevano la difesa ad ogni assalto. I due convogli in arrivo (Peluso-Taddei sulla destra e Gazzola-Sansone a sinistra) hanno trovato il rosso. Britos e Koulibaly molto più di Albiol hanno resa il reparto più solido contro Zaza (frastornato dalla Nazionale) e Floccari. Con lo schermo di David Lopez e Gargano, puntuale incontrista, ma di nuovo attaccabrighe. Va risolto l’enigma di Zuniga, che svolazza come una farfalla. per fortuna protetto da Callejon.
Nella ripresa il Napoli ha mostrato nella sofferenza i suoi limiti. Rafael con due uscite a vuoto è il vero problema. Incredibile: fu liberato Reina, malinconica riserva sulla panchina del Bayern., Ha lasciato una porta aperta per trovarne una blindata: quella di Neuer, un incrollabile gigante. Che errore.
Hamsik sostituito non trova spazio nella scia di Higuain né sfrutta i vachi aperti dalla sua mobilità, come fa Callejon. Benitez può aiutare Hamsik creando un continuo scambio di posizione proprio tra il capitano triste, Callejon e l’altro esterno tra Insigne e Mertens.
Ha sofferto il Napoli quando compresso dal Sassuolo, senza Higuain e con Zapata che non trattiene palla, non trovava vie d’uscita. È mancato più che mai il mediano di qualità, autorevole e massiccio, per rendere razionale e ordinata una ciurma spaventata dal mare grosso. L’addio di Reina e il mancato acquisto di un centrocampista importante: sono i due rimorsi del mercato che proprio non si cancellano.

Antonio Corbo per Repubblica.it

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