INTERVISTE

Mertens: “Rispetto le scelte del mister. Uscire dalla Champions è stato brutto colpo”

Tutto secondo copione. Quello che però Rafa doveva avere già bell’e chiaro in testa l’anno scorso, durante il primo ritiro da nuovo allenatore del Napoli. Rafa dall’occhio lungo, Rafa che non ha avuto bisogno di sfere di cristallo o di fondi di caffè per anticipare il futuro. Per ribadire più volte (e fra lo stupore generale) che Callejon avrebbe fatto venti gol, ma anche che Mertens ne avrebbe fatti diversi, riuscendo però a farsi valere maggiormente come assist-man. Il tutto centrato in pieno (solo su Hamsik non è riuscito ad essere profeta, perché lo slovacco è stato stoppato da quel fastidioso infortunio). Dries Mertens nella stagione lasciata alle spalle ha fatto 13 (11 in campionato, 2 in Coppa Italia, di cui il 90% fatti al San Paolo), con sugoso condimento di ben 12 assist (8 in campionato e poi non si è fatto mancare niente, con 2 in Champions, 1 in Euroleague e 1 in Coppa Italia). Insomma, a conti fatti, un contributo determinante sia per la conquista del terzo posto che per la vittoria in Coppa.

IL VALORE. Lo Speedy Gonzales della trequarti ha inoltre più che raddoppiato il suo valore, dopo essere stato acquistato senza riserva alcuna (piaceva anche a Mazzarri) per circa 9,5 milioni di euro accompagnati da un contratto quinquennale. Potrebbero attualmente non bastarne 25 per assicurarselo. E il Napoli giammai se ne priverebbe a cuor leggero, anche se l’offerta dovesse essere allettante. Perché il belga è la variabile che fa impazzire in un amen le difese, è il tornado che senza preavviso si scatena negli ultimi 30 metri (anche 40, va). E’ dunque la carta da giocare in ogni caso a partita in corso: sia quando bisogna raddrizzarne le sorti, che quando c’è bisogno di mettersi a distanza di sicurezza. Su ciò sembra convenire in primis Benitez, che non lo farà spesso partire nell’undici titolare, ma sa molto bene di possedere un’arma (molto) letale in più.

MI ADEGUO. E proprio su questo tema s’è voluto esprimere l’ex Psv che al momento è in Belgio per affrontare con la sua nazionale dapprima l’Andorra in casa (domani) e poi la Bosnia (lunedì) in trasferta. «Come mai solo una volta sono partito titolare nelle sei partite disputate sinora in campionato? La scelta spetta al mister e io devo rispettarla. Noi giochiamo anche ogni tre giorni, quindi questo è un falso problema, perché poi c’è sempre spazio. Per quanto mi riguarda, considerando tutti gli impegni, sono partito titolare una volta su due». Ecco quanto dichiarato ieri al portale belga Sudinfo.be., ecco che i conti sembrano tornare, visto che Speedy è partito titolare sia in Champions a Bilbao che in Napoli-Sparta Praga e quindi a Bratislava. Insomma il giusto dosaggio, considerando peraltro che si alterna con un Insigne che sta ritrovando verve e sicurezza. Ha poi aggiunto Dries, allargando l’orizzonte: «Certo, si è iniziato a rilento, ma adesso stiamo tornando in gioco, stiamo rientrando nel gruppo delle big. Peccato per l’eliminazione in Champions, era il nostro primo obiettivo ed è stato un brutto colpo». Per Dries ora (in Italia) ci sarà l’Inter, la notte di domenica 19. Da panchinaro pronto a subentrare, o titolare, ciò non è dato ancora sapere. Per intanto si sa che l’anno scorso, al San Paolo, contro i nerazzurri si esaltò siglando il gol del 2-1 (finale 4-2), “rubando” persino il pallone a Dzemaili per far partire la saetta di destro che gelò Handanovic.

Corriere dello Sport

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