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Ufficiale, Insigne rinnova con il Napoli fino al 2019

DI PAROLA. E allora, da un attrezzo all’altro. Dal pallone carezzato con maestria sabato al San Paolo con la Roma, in una giornata che passerà alla storia come una delle più belle da quando Insigne è azzurro, alla penna inforcata ieri per griffare il nero e il bianco. Uomini di parola, quelli che ieri hanno dato vita all’incontro andato in scena negli uffici della Filmauro: perché De Laurentiis, il consigliere delegato, Chiavelli, Insigne e i suoi manager, Ottaiano-Andreotti, non hanno fatto altro che rendere efficace, con le firme rituali, quanto già s’erano promessi con le parole in tempi non sospetti.

LA TRATTATIVA. Onorati gli impegni, insomma. Napoli sempre più a vita, ma non solo: perché oltre alla registrazione dell’atto, al club è arrivata anche la contestuale richiesta di un altro appuntamento da pianificare in agenda. Magari al più presto: Insigne, e dunque il suo entourage, attendono di affrontare l’argomento dell’adeguamento contrattuale.
Del ritocco dello stipendio, per intenderci. Per il momento, l’attaccante azzurro viaggia intorno al milione e mezzo di euro a stagione – poco più – e fino al 2019 gli scatti lo porteranno gradualmente a guadagnare poco meno di due milioni di euro. La situazione, a oggi, è questa. Ma non è poco.

APPASSIONATAMENTE. La ratifica dell’accordo sulla parola, infatti, testimonia il tipo di rapporti che legano il club e il giocatore. E, soprattutto, quanto Napoli scorra nelle vene di Insigne. L’unico figlio azzurro della squadra. Un tifoso vero, appassionato. Un innamorato cronico che, da sempre, ripete di voler diventare per Napoli ciò che Totti è per la Roma. Magari con la fascia al braccio: «Hamsik è un capitano straordinario, magari dopo di lui spero di coronare il mio sogno», disse Lorenzo alla vigilia della partita con l’Inter. Il tempo è suo alleato: fino al 2019. Come minimo: l’impegno c’era ed è stato onorato con orgoglio ed entusiasmo. Fermo restando quello che potrebbe – dovrebbe – accadere nel prossimo futuro. Si vedrà.

ORO AZZURRO. E ora? Beh, semplice: non resta che tornare in Nazionale. Non resta che cambiare leggermente la tonalità d’azzurro, continuare a giocare con la testa lieve e dimostrare anche a Conte che uno come lui, un talento eccelso che sa coniugare il tocco magico a un mare di sacrifici, è prezioso anche per l’Italia. Il popolo del San Paolo l’ha capito, eccome. E dopo averlo fischiato e bersagliato, nel bel mezzo di un equivoco alimentato anche dalla reazione dell’Insigne fidanzato ferito, sabato gli ha tributato un’ovazione da brividi: tutta meritata. Oro di Napoli: altra frase fatta, sì, ma ancora più perfetta per l’occasione.

Corriere dello Sport

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