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Gargano, De Guzman, David Lopez: non chiamateli più riserve…

EL MOTA. In particolare, Walter Gargano ha tirato un rigore con una nonchalance da vero e proprio scugnizzo, dopo l’assist del secondo gol di Higuain. Avviandosi a batterlo dal centrocampo con un sorrisetto impertinente sulle labbra, trasformandolo con leggerezza, tornando al suo posto senza abbondonare quell’aria canzonatoria. Anche per questo Benitez l’aveva rispolverato dalla soffitta. Ecco perché il tamburino di Paysandù ha riacquisito credito anche nella tifoseria in brevissimo tempo. Nonostante avesse esternato simpatie interiste all’inizio della parentesi nerazzurra. Quisquiglie, innamoramenti adolescenziali da playstation, conditi da un bel pizzico di ruffianeria. Ma, tornato a Napoli, El Mota aveva dato da subito chiarissimi segnali di professionalità. Mettendoci grinta, intensità, spregiudicatezza. Minuti in campo 1200, giusto qualche panchina e quattro match saltati (Inter, Verona e Atalanta in campionato e Young Boys in Europa) per frattura allo zigomo. Del panchinaro non ha più niente.

JONATHAN. Giamaica (madre), Filippine (padre), Canada (natali) ed Olanda (nazionalità): vero cocktail geografico per Jonathan Alexander de Guzman. Arrivato come altri acquisti dell’era-Benitez tra lo scetticismo diffuso, ha gradatamente fatto breccia nei consensi generali. Ed ora per lui la bilancia pende nettamente a favore del campo rispetto alla panchina. Tre reti in campionato, altrettante in Europa e lunedì l’assist per il primo graffio del Pipita. Un jolly in più per Rafa.

DAVID. Addirittura insultato sui social network. Ma David Lopez Silva da Barcellona, non s’è scomposto più di tanto. L’ultimo arrivo di mercato (31 agosto), ha fatto da subito quadrare i conti del centrocampo. E, s’è visto, con Gargano forma una coppia mediana ben assortita e soprattutto spigolosa. Minuti 1300, un assist per Callejon contro l’Inter, una ripresa super a Doha: ecco il Lopez che non t’aspettavi. E poi li chiamano panchinari…

Corriere dello Sport

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