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Juventus, la delusione di Allegri: ”Approccio sbagliato e poco reattivi”

CESENA – E’ la seconda volta che la Juventus grazia il campionato al momento di giustiziarlo, come se volesse prenderlo per sfinimento e non levarlo di mezzo con un colpo secco. Già a Udine avrebbe potuto issarsi a +9 sui balbettii della Roma, ma si impantanò in uno zero a zero che in ogni caso doveva tenere anche conto del valore assoluto, non irrilevante, dell’avversario. Ma quello del Cesena, contro i penultimi della classe, è un pareggio illogico, nel quale gli smisurati meriti dei romagoli (tanto di cappello a Di Carlo per il coraggio e la sfrontatezza: la sua squadra merita di salvarsi perché non specula) si confondono con le palesi colpe dei campioni d’Italia. ”Noi abbiamo vinto trenta contrasti, loro cinquanta” è il dato che snocciola Allegri per spiegare, almeno in parte, lo spirito turistico con il quale la Juve si è recata in Riviera, malgrado il malinconico grigiore climatico della domenica.
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Ma non è solamente quello: i bianconeri non hanno saputo gestire la gara sfruttando la loro superiorità tecnica ed è questo che tormenta l’allenatore. Un calco di tensione – soprattutto con un vantaggio così ampio, in una trasferta così poco stimolante e alla vigilia del ritorno della Champions – può anche starci. Doveva prenderne atto persino il martello Conte, talora. Ma Allegri (“Non ci siamo calati nella realtà della partita e siamo stati poco reattivi” ha twittato nella notte) non ammette che la sua squadra perda di vista la gestione del pallone, dei tempi, delle misure. Il gol di Djuric è arrivato da una palla persa da un centrocampista (nella fattispecie Pirlo, svaligiato da Defrel), evento che si sta ripetendo con preoccupante regolarità e che ha già coinvolto il reparto intero, Marchisio escluso. Sono leggerezze che Allegri non ammette, tanto più da atleti di quel calibro, anche perché è soltanto con la pertinenza tecnica che la Juve può scalare posizioni in Europa. Invece in molti hanno capito che il pressing a metà campo mette in ansia i bianconeri, che perdono improvvisamente le loro proprietà di palleggio. Ed è inaudito che il più recidivo, in questo senso, sia Pirlo.

“Dobbiamo essere bulimici di vittorie” dice invece Buffon, che a Cesena era imbestialito con i suoi compagni e anche con se stesso. “Quando prendi quattro contropiedi in venti minuti, devi capire che aria tira e cambiare atteggiamento. E’ bene essere consapevoli della propria forza, ma non bisogna essere presuntuosi: non è che gli avversari si scansino per farti passare. Per legittimare gli scudetti, noi dobbiamo vincerli con quindici punti di vantaggio, lo dice la storia”. Se ne riparlerà a Vinovo, in vista dell’anticipo di venerdì con l’Atalanta quando rientrerà Tevez. Ogni tanto alla Juve fa bene preoccuparsi un po’, perché troppa rilassatezza fa male, come ammette Buffon: “Forse è un caso che le partite peggiori le abbiamo giocate dopo aver saputo dei pareggi della Roma. Ma forse non lo è. Mi sa che non lo è”.

juventus

serie A
Protagonisti:
massimiliano allegri
Fonte: Repubblica

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