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Non basta Klose: Gabbiadini-gol ferma la Lazio

Coppa Italia Lazio-Napoli Gabbiadini 3Ci si rivede tra un mese al San Paolo. Il Napoli mette fine alla striscia di 15 vittorie di fila in Coppa Italia della Lazio (comprese due ai rigori…) si prende un leggero vantaggio per rimettere piede all’Olimpico per la finale. Intanto la sfida proseguirà in campionato: per il terzo posto e, chissà, magari anche per provare l’assalto al secondo. Sullo stesso prato della sfida ad andamento lento tra le prime due, a 48 ore di distanza Pioli e Benitez se le danno di corsa e di tattica: le loro squadre stanno bene e si vede.
VORTICE LAZIO Certo, il Napoli sembra partire con i postumi del cazzottone di Glik a Torino. Mai come stavolta il 4-2-3-1 di Benitez assomiglia a un 4-4-2, soprattutto in partenza, perché Gabbiadini parte molto vicino a Higuain e in non possesso disturba solo marginalmente Biglia. Un palo esterno di Klose da angolo e soprattutto un’incursione centrale di Parolo – stop tra le linee e destro appena alto – dopo un sinistro del Gabbia in mischia e una mancata deviazione di Higuain convincono Rafa a spostare in mezzo De Guzman. Perché lì la Lazio è in costante superiorità: Klose si abbassa e fa da sponda, Candreva e Felipe Anderson si accentrano, Parolo si inserisce e Cataldi assiste Biglia in regia. Il Gabbia a destra sparisce, De Guzman non aiuta e David Lopez si fa attrarre troppo spesso dai movimenti di Candreva: al centro si apre una voragine. Da lì, Parolo fa ripartire Felipe Anderson: quaranta metri palla al piede e poi FA7 la tocca con la misura giusta, il tempo giusto e la velocità giusta – insomma tutto perfetto – per Klose. Pioli dice che FA7 è giovane e deve ancora migliorare nelle scelte. Questa la fa da campione fatto e finito. Le sofferenze centrali si propagano all’esterno: a destra Gabbiadini non si vede mai, così il Napoli sollecita troppo a sinistra Mertens (abbiamo contato 4 sprint di fila in un minuto) e il belga poi fatica a rientrare. Così nel finale la Lazio potrebbe raddoppiare su cambio gioco di Candreva per Klose, murato da Andujar come subito dopo Felipe Anderson a porta vuota da Britos.
CORREZIONI BENITEZ Nell’intervallo Benitez corregge. Di nuovo, non un vero e proprio cambio di sistema ma semplicemente una lieve variazione che cambia il tema della partita. Mertens non fa più l’ala ma mette i piedi leggermente dentro il campo. Questo riduce certe libertà di Candreva e Cataldi e permette al folletto belga di «vedere» gli spazi verso la porta avversaria. Gabbiadini riportato al centro rientra in partita. E dopo una traversa di Lopez da calcio d’angolo e una paratona di Berisha sull’ex doriano ecco il gol del pari: verticalizzazione di Mertens per Higuain, Berisha saltato e il Gabbia dà la benedizione su un tiro del Pipita che diventa assist.
SOLO NAPOLI Il Napoli è salito di tono – Inler in mezzo si smazza il lavoro anche di David Lopez –, mentre scende inevitabilmente la Lazio: il gioco di Pioli è dispendioso, e più passano i minuti meno è facile accorciare i reparti. Di fatto, la Lazio non arriva quasi più dalle parti di Andujar, se non quando un’ennesima palla persa da David Lopez manda al tiro Klose, impegnato da lì in avanti solo in un botta e risposta (nel senso di botte) con Albiol. Le occasioni migliori arrivano dall’altra parte: Mertens lavora da mezzo sinistro e poi si allarga sulla fascia e manda in difficoltà Basta aiutato anche dalle proiezioni di Ghoulam (Mauricio spazza un suo sinistro), mentre alla mezzora è Radu a salvare su De Guzman innescato dal solito Mertens. L’ultimo sussulto è della Lazio – poco rinfrescata dagli ingressi di Keita e Perea – ma solo di volontà, mentre Inler costringe Berisha all’ultimo sforzo nel recupero. Non è finita: né qui né in campionato. Dovrebbero invece finirla quelli della curva Nord che inneggiano al Vesuvio. Loro di certo hanno perso.

La Gazzetta dello Sport

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