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Nazionale, è un’Italia piena di dubbi…

Conte_DMF_9189Può una delle difese più affidabili del mondo andare in crisi per due accelerazioni della Bulgaria? Verratti è pronto per fare il play? Serve un attaccante o meglio, qual è la coppia ideale per questo modulo? È il caso di pensare novità o, magari, semplici aggiustamenti tattici? Dal 2-2 di Sofia rimbalzano tante domande per Conte il cui carattere sembra però ormai nel Dna dell’Italia. Era successo con l’Azerbaigian: se la manovra fatica, ecco una generosità che diventa gol. A Palermo era stato Chiellini al 37’, in Bulgaria l’oriundo Eder al 39’. Ma è chiaro che la soluzione d’emergenza non può soddisfare chi, come Conte, è in cerca di un’identità precisa. Che non potrà essere quella della Juve, allenata tutto l’anno, ma neanche quella dell’Italia un po’ bella, un po’ no, vista con Malta, Azerbaigian, Croazia e Bulgaria. La Nazionale è sempre così, procede per stratificazione, e se il lavoro è stato svolto bene il risultato si vede nelle fasi finali. Come un’interrogazione: chi è preparato davvero, poi ricorda tutto.
DIFESA Inevitabile qualche domanda sul reparto, visto che ci sono responsabilità precise sui due gol. Se il ritardo di Barzagli nel contrasto di testa (2-1) può discendere dalla condizione in via di perfezionamento, altre situazioni sono responsabilità del centrocampo. Dopo il 10’, infatti, è come se mediana e difesa si fossero allontanati di 20 metri, altro che squadra corta, e soprattutto le mezzali si fossero allargate lasciando solissimo Verratti. In quei corridoi lo splendido Popov ha imperversato, mentre Bonucci veniva saltato quando cercava di chiudere quelle praterie (situazione di cui si lamentava Cannavaro quando giocava in Spagna). Non c’è di meglio dei tre juventini in giro, pur con l’affidabilità di Ranocchia e Moretti, e aspettando i giovani Rugani e Romagnoli. Al massimo serve più protezione.
CENTROCAMPO Fasce e mediana: il fossato si scava qui. Nella Juve distanze minime, due esterni a tutto campo, più Pirlo e tre fenomeni (Pogba, Vidal e Marchisio). Il 3-5-2 richiede un play di personalità che non disdegni la fase difensiva, cosa che Pirlo fa meglio di quanto si pensasse: il posto dovrebbe essere suo. Assente lo juventino, però, non è detto che l’unico aspirante sia Verratti: anche Marchisio sta svolgendo il ruolo alla grande, con personalità che a Verratti, inevitabilmente, manca. Si può rinunciare però al parigino? Con Marchisio e Giaccherini in campo sarebbe più facile inserirlo mezzala, come nel Psg. Con Pirlo meno. Candreva mostra limiti da mediano, non ne ha più i tempi, neanche sui lanci. Notizie positive da Bertolacci e Soriano, certo. Ma gli esterni devono essere meno timidi (nella Juve incrociavano, qui no). E Verratti ha il diritto di non centrare una partita, benché anche a Malta da play non fosse stato convincente. A Sofia non c’era intesa con i tre difensori che, spesso, lo bypassavano in impostazione. Siamo curiosi di una nuova chance per lui con l’Inghilterra.
ATTACCO Come contro l’Azerbaigian, il gol è arrivato nel finale con un cambio di modulo, passando al 3-4-3: allora fu Giovinco a far saltare il banco, adesso Eder, uno da mille soluzioni. Domanda: cambiare modulo? Non sembra logico, però forse Conte dovrebbe trovare la soluzione per avanzare di più uno dei mediani, e magari scoprirsi meno sulle fasce, costruendo il suo 3-3-4 offensivo con altri equilibri. Sembrava la Nazionale di Zaza e invece Zaza ha perso un po’ di quell’istintività iniziale, mentre Immobile lavora per tre ma poi non è lucido sottorete. Tanto per capire qualcosa in più, contro l’Inghilterra sarebbe bello vedere Eder, un’altra punta (Gabbiadini o Pellè) e un «elastico» tipo Vazquez. Per vedere più assist, e sperare che qualche schema possa spianare la strada del gol: 11 in 7 gare sono pochini.
CONTINUITÀ Qui forse è questione di maturità di squadra. Conte aggredisce, ma non è scriteriato. L’Italia in Bulgaria è partita come doveva, fallendo il colpo del k.o. immediato, ma poi ha perso collegamenti, distanze e testa, subendo una squadra che si chiudeva e partiva all’improvviso velocissima. Abbiamo sofferto il contropiede e gestito male un possesso del 70%. C’è da lavorare: quello che, giustamente, chiede Conte.

La Gazzetta dello Sport

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