Nunzia Marciano: “Napoli, avevi la penna per riscrivere la storia: non l’hai saputa usare”

marcianoNunzia Marciano, giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Come quando hai la penna, carica, piena di inchiostro, che scrive in modo impeccabile e di un nero corvino. Come quando hai la penna giusta per riscrive la storia, una storia attesa da 26 anni. È lì, la tua penna, ma tu non la usi. La posi, la riponi, la metti in un cassetto e prendi una vecchia biro senza inchiostro. Che la storia non te la fa scrivere, ma te la fa rimpiangere. Il Napoli a Kiev non scende in campo con la giusta carica, non scende con la giusta dose di cattiveria, non gioca come ci si sarebbe aspettati. Fa bene il Dnipro che gioca, chiude, difende e segna, contro un Napoli ombra di se stesso che si ricorda di essere in campo, solo gli ultimi minuti, solo grazie ad un subentrato Mertens, scatenato Diavulillo che prova a infrangere il muro invalicabile di un Dnipro eccellente. Il suo meglio il Napoli non lo tira però mai fuori. Sotto il cielo ucraino, Higuain smentisce le premesse della conferenza pre-partita: “Segniamo per riscrivere la storia”, aveva detto il Pipita. Lui che non entra mai veramente in campo, che sbaglia il primo gol, complice un Boyko para-tutto, ma che dopo l’errore, Gonzalo, diventa veramente l’ombra di se stesso. Nervoso, inesistente, insolente. E poco altro. Come lui anche Gabbiadini. E anche Callejon, e Maggio, capaci entrambi di ostacolarsi clamorosamente. Loro, Gonzalo-Manolo-Josè, che dovevano fare la differenza, loro che fanno solo rabbia. E nulla può un subentrato Marek. Il Napoli non riesce a fare la differenza, non riesce a sbloccare il risultato, non riesce a pareggiare dopo essere andato sotto, non riesce a segnare e far sognare. E se stavolta la difesa azzurra è quasi incolpevole, l’attacco azzurro di colpe ne ha eccome, tante, troppe, tutte. Il gol in fuorigioco della gara di andata di questa semifinale d’Europa condiziona un Napoli che comunque tanto poteva fare e il gol del ritorno irregolare per il fallo su Britos non consola i tifosi del Napoli che hanno visto una squadra senza mai il giusto mordente che con un’ingiustificata presunzione si prende il lusso di sottovalutare un Dnipro sempre più motivato, che pur consapevole che uno 0-0 avrebbe decretato sua la qualificazione, non si risparmia, ma anzi cerca davvero il gol, cerca la prima finale d’Europa League della sua storia e la merita. Al di là dei gol irregolari. Merita per gioco, per voglia, per tenacia. Merita più del Napoli. Una formazione quella di Benitez che paga qualche errore di turn over, e che distrugge in 90 minuti, 26 anni di attesa, di speranza, di voglia di crederci. Perché Napoli ci credeva in questa Europa, ci credeva più del Napoli stesso. Ci credevano quelli che avevano già preso il biglietto per Varsavia, convinti che questo Napoli non potesse deludere, non potesse illudere e basta, non potesse spegnere le speranze di un popolo. E invece il Napoli sveglia da quel sogno chiamato Europa League, si sveglia colpevole al di là dei gol irregolari, si sveglia con una squadra inesistente. Un risveglio amaro, amarissimo che uccide, letteralmente la voglia di crederci ancora. Un Napoli che fa male, che fa male in campo e fa male al cuore dei suoi tifosi, un cuore che batte azzurro fino al midollo. Un Napoli che resta passione azzurra, certo, ovvio. Ma dopo la disfatta di Kiev, non c’è ancora la voglia di ricominciare a crederci. C’è ancora il campionato per conquistare quella qualificazione Champions. Ci sono ancora tre partite, di cui due tra le mura amiche del San Paolo. C’è ancora da crederci, ripetiamo. Ma non adesso. Non dopo questo. Non dopo questa sconfitta che scotta troppo. Passerà. Certo, tutto passa, ma non adesso. Adesso il cuore è troppo deluso per battere a pieno ritmo. Il cuore dei napoletani in questa gara di ritorno si è fermato, assieme al Napoli. Si è fermato a Kiev. E lì resta, nella notte di un incubo, a cui segue il più amaro dei risvegli”.

 

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!